Manifestazione di fine anno

scenografia

E’ ormai consuetudine salutare l’anno scolastico con una piccola recitina.

La manifestazione ha trattato temi inerenti il progetto“IO SONO COSI'”che  ha coinvolto i bambini durante tutto l’anno scolastico.

Con il progetto si è cercato di adempiere ad uno dei compiti previsti dalla scuola dell’infanzia, ossia:

  •  Accrescere l’autostima
  • Sviluppare  il senso d’identità personale

Sviluppare la identità vuol dire vivere serenamente tutte le dimensioni del proprio io, stare bene…,imparare a conoscersi e a sentirsi riconosciuti come persona unica e irripetibile…, e sicuri nell’affrontare nuove esperienze in contesti diversi.”

Le finalità hanno riguardato tutti  i campi di esperienza in particolare:

  • Il corpo in movimento
  • Il sé e l’altro

Dal  progetto “IO SONO COSI’” e dalle risorse utilizzate (canti,poesie,ballo) è nato un piccolo copione che i bambini hanno dedicato a tutti i presenti.

Tutti i piccoli sono stati coinvolti, tutti hanno affrontato la paura del microfono, tutti  hanno avuto fiducia in se stessi e nelle proprie capacità , tutti hanno partecipato con interesse e tutti ,compreso i presenti ,si sono diverteti molto.

Sono stati bravi, hanno fatto emozionare noi e i genitori !

Qualche lacrimuccia è scappata!

Tra applausi, saluti e ringraziamenti i bambini hanno ricevuto una piccola dedica da  noi insegnanti, con la  promessa di essere sempre presenti nei nostri cuori!

 

A TE……

TI ABBIAMO CRESCIUTI PER TRE ANNI

ADESSO VOLA IN ALTO COME UN AQUILONE

E GUARDA IL MONDO CON OCCHI NUOVI.

OGNI TANTO PERO’,

PENSA A NOI

CHE TI ABBIAMO SEMPRE

NEL NOSTRO  CUORE.

Maestramaria

 

pergamena

 

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Invito festa di fine anno scolastico

Si avvicina la fine dell’anno scolastico, i bambini eccitati e pieni di allegria preparano lo spettacolo:imparano canti , poesie e piccoli balli da condividere  con  amici e parenti.

Cosa fare per invitare le persone care alla festa?

Beh,un invito pieno ,pieno di bambini che si tengono per mano è proprio gradito!

 

invito festa di fine anno da colorare

 

Invito festa di fine anno. colorato jpg

Clicca sull’immagine e potrai stampare l’invito nelle due versioni :da colorare e colorato e…

Buona FESTA di fine anno!

Altri inviti qui

Invito festa fine anno

Diploma , inviti e saluti alla maestra

Maestramaria

——————————————————————–

Vieni alla festa di fine anno

in vacanza è ora di andare,

prima però vi dobbiamo salutare.

La festa di fine anno

è il giorno più bello: tutti lo sanno

Con le maestre festeggeremo

e tutti quanti promossi saremo.

Mirò editori( Emma Valli)

———————————————————-

Pensiero per la maestra

 

Ciao maestra

Che allegria,che festa

niente compiti da fare,

cara maestra ti voglio salutare,

l’anno prossimo poi, rincontrare.

Baci e saluti ti voglio donare

e per le vacanze mi vado a preparare!

saluti alla maestra

STAMPA “Saluto alla maestra

DIPLOMA  FINE ANNO SCOLASTICO

diploma laurea

diploma  fine anno 2

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Recita di fine anno scolastico:I cinque tesori .Storia ,Copione ,progetti e laboratori

Maestramaria

Grande soddisfazione  per la buona riuscita della manifestazione organizzata per i bambini di 5 anni che lasciano la scuola dell’ infanzia.

I piccoli erano emozionati ,ma hanno dimostrato tutto il loro impegno ,facendo commuovere genitori e parenti

Le esigenze organizzative prefissate erano   due: coinvolgere tutti i bambini e rispecchiare il progetto sui cinque sensi che li ha impegnato  per quasi tutto l’ anno scolastico.

La manifestazione   si è aperta con una piccola panoramica su questi tesori, dando poi, risalto ad ognuno separatamente.

I dialoghi hanno preso spunto dalle poesie e filastrocche che i bambini hanno memorizzato nel corso dell’anno scolastico e dalle possibilità offerte dai sensi di scoprire il mondo e la realtà che ci circonda.

Al termine hanno ricevuto un attestato di partecipazione al progetto, i libricini  dei sensi e tutto il lavoro da loro realizzato

BAMBINO:Buonasera a tutti! Finalmente siamo arrivati alla fine di questo progetto…

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Invito festa fine anno

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Vieni alla festa di fine anno

In vacanza è ora di andare,

prima però vi dobbiamo salutare.

La festa di fine anno

è il giorno più bello: tutti lo sanno

Con le maestre festeggeremo

e tutti quanti promossi saremo.

Mirò editori( Emma Valli)

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Pensiero per la maestra

 

Ciao maestra

Che allegria,che festa

niente compiti da fare,

cara maestra ti voglio salutare,

l’anno prossimo poi, rincontrare.

Baci e saluti ti voglio donare

e per le vacanze mi vado a preparare!

saluti alla maestra

STAMPA “Saluto alla maestra

DIPLOMA  FINE ANNO SCOLASTICO

diploma laurea

Stampa Diploma 

diploma  fine anno 2

STAMPA Diploma1

diploma colorato

 Stampa Diploma colorato

diplomando

 Stampa  Diploma con cuori

pergamna

 Invito manifestazione fine anno scolastico

Cari genitori ,

cari parenti,

un invito sorprendente vi voglio fare:

“Alla festa di fine anno vi voglio invitare,

con tutti gli amici vi voglio salutare ,

e quello che ho imparato vi voglio mostrare”.

 

 

A TE MAESTRA MIA

IN UN PRATO PIENO DI COLORI

OGGI HO COLTO DEI BELLISSIMI FIORI

A TE MAESTRA MIA, LI VOGLIO DONARE

 PER AVERMI SAPUTO TANTO TANTO AMARE.

 

IN UN BOSCO TUTTO INCANTATO

OGGI HO COLTO  LE MAGIE DEL CREATO

A TE MAESTRA MIA LE VOGLIO DONARE

PER AVERMI SEMPRE INSEGNATO A SOGNARE.

 

IN UN CAMPO TUTTO FIORITO

OGGI HO COLTO LA GIOIA DI UN SORRISO

A TE MAESTRA MIA LO VOGLIO DONARE

PER AVERMI SAPUTO SOPPORTARE.

 

NELLA FAVOLA DELLA NATURA

OGGI HO SMARRITO LA MIA PAURA

A TE MASETRA MIA VOGLIO RINGRAZIARE

PER AVERMI SAPUTO INSEGNARE A VOLARE.

 

NELLA FIABA CHE MI HAI RACCONTATO

NON MI AVEVI DETTO CHE TI AVREI LASCIATO

NEL MONDO OGNI COSA HA UN SUO PERCHE’

ED IO COME FARO’ SENZA UNA  MAESTRA COME TE.

 

ALLORA , DOPO LE FAVOLE VIENE LA VITA VERA

DA TE VOLERO’ VIA IN MONGOLFIERA

NEL CUORICINO MIO SEMPRE TU SARAI

MAESTRA MIA DI ME NON TI SCORDARE MAI.

             Giusy Staropoli Calafati

 

 FILASTROCCA DELLE BUONE MAESTRE

 

Maestra,insegnami il fiore ed il frutto

“Col tempo, ti insegnerò tutto!”

Insegnami fino al profondo dei mari

“Ti insegno fin dove tu impari”:

Insegnami il cielo, più su che si può

“Ti insegno fin dove io so”.

E dove non sai?

“Da lì andiamo insieme

Maestra e scolaro, dall’ albero al seme.

Insegno ed imparo, insieme perchè

Io insegno se imparo con te!”.

Bruno Tognolini

 

Manifestazione di fine anno sui cinque sensi:storiella ,copione,filastrocche,poesie e lavoretti

Immagine 025

Grande soddisfazione  per la buona riuscita della manifestazione organizzata per i bambini di 5 anni che lasciano la scuola dell’ infanzia.

I piccoli erano emozionati e hanno dimostrato tutto il loro impegno facendo commuovere genitori e parenti.

Le esigenze organizzative prefissate sono state due:

  • coinvolgere tutti i bambini
  •  rispecchiare il progetto sui cinque sensi che li ha impegnati  per quasi tutto l’ anno scolastico.

La manifestazione   si è aperta con una piccola panoramica su questi tesori, dando poi, risalto ad ognuno separatamente.

I dialoghi hanno preso spunto dalle poesie e filastrocche che i bambini hanno memorizzato nel corso dell’anno scolastico e dalle possibilità offerte dai sensi di scoprire il mondo e la realtà che ci circonda.

Al termine hanno ricevuto un attestato di partecipazione al progetto, i libricini sui sensi  tutto il lavoro da loro realizzato

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La manifestazione è iniziata così:

BAMBINO:Buonasera a tutti! Finalmente siamo arrivati alla fine di questo progetto ,tanto interessante e divertente. In questi lunghi mesi, abbiamo imparato tante cose sul nostro corpo... segue

Il progetto ha avuto carattere operativo e  ha dato ai bambini la possibilità di scoprire, attraverso esperienze di manipolazione,di giochi, attività grafico –pittoriche , l’ ambiente circostante  nei suoi molteplici aspetti. I bambini,infatti ,hanno riconosciuto,discriminato,selezionato, classificato e interiorizzato tutti i dati percepiti attraverso i sensi.
Il lavoro si è aperto con la lettura dei “Cinque servitori”ed è proseguito ,di volta in volta, con storie, conte,conversazioni ,giochi e filastrocche che richiamavano l’ organo di senso considerato .

 

 

Cinque servitori tesori

Mammina, chiese una volta una bambina, perché mai non abbiamo la domestica?

Perché non siamo ricchi, rispose la mamma, Però abbiamo cinque servitori ciascuno.

La bambina si mise a ridere; Non ho mai visto un servitore a casa nostra.

Eppure ci sono, replicò la mamma. Quando prendi una mela ti servi di qualcosa che sceglie la più rossa, la più bella, più matura. Sai che cos’e?

La vista!, gridò la bambina.

Ed ecco che dopo la vista, arriva un altro servitore; prende la mela, ne sente la buccia liscia, la polpa per sentire se è veramente matura . . .

Ho capito; disse la bambina, sono le mani, dove c’e il tatto. Me l’ha detto a scuola la maestra.

La mela è dolce, zuccherina, squisita. Chi ti fa sentire questi sapori?

Il gusto, rispose la bambina

E sono già tre servitori. Ma prima del gusto c’è stato qualcuno che ha voluto ficcare il naso nelle tue faccende e ti ha detto se quella mela mandava un buon profumo di mela matura o no.

Lo so: disse la bambina, è l’olfatto..

Poi c’è un altro servitore . . . E serve per sentire le mie sgridate, se tu hai preso la mela senza il mio permesso.

La bambina si mise a ridere. Essa sapeva chi era il quinto servitore. E voi lo sapete?

Programmare come ( Cameli  Rosaria – Maurizi Patrizia) Nuova scuola Italia

Libricino- schede sui Cinque Sensi

Immagine 015

La vista

Immagine 016

Abbiamo iniziato questo percorso spiegando che la vista è uno dei cinque tesori posseduti dai bambini e che grazie agli occhi, organi fondamentali di tale senso,possiamo vedere e scoprire tante cose………..

Progetto e laboratorio cinque sensi vista gusto udito olfatto tatto

 

IL GUSTO

Immagine 022

Cosa ci fa distinguere i sapori?
Cosa ci fa dire: “questo mi piace e questo no’?
siamo partite da queste domande per spiegare ai bambini che sulla lingua,organo fondamentale del gusto ,  esistono dei piccolissimi puntini(papille gustative) che ci permettono di distinguere i vari sapori facendoci scegliere quelli che più ci piace

L’ UDITO

 Immagine 018

ATTIVITA ’-Perché sentiamo?
-Lettura testo:Un dolce suono nella notte -conversazione
-Rappresentazione del testo-
Ascolto di musica-

Giochi vari – Attivita ‘ di routine
Laboratorio fonologico
Giochi
-Gioco dei suoni e dei rumori: riconoscere vari suoni e rumori e riprodurli

-Gioco del silenzio(classico)….. 

 L’ OLFATTO

libricino dell' olfatto

CON IL NASINO
Ho un naso tondo e birichino


lo guardo e penso: “Com’è carino|!”

Questo nasino mi permette di annusare

i biscotti che la mamma sa preparare


Mentre   salgo gli scalini


annuso i profumini:


“Che bello, ci sono i pasticcini!”


ALBERO AZZURRO 

Laboratori:

Alla scoperta dei CINQUE TESORI 

LA VISTA

IL GUSTO

 L’udito

L’0lfatto

Tatto

da mettere tatto

Immagine 019

Biglietti per alunni e maestre per la fine dell’ anno scolastico

Biglietti per alunni e maestre per la fine dell’ anno scolastico

Maestramaria

Trovare le parole per ringraziare e salutare i bambini al termine di un anno o ciclo scolastico, può esser molto difficile.
I piccoli crescono con noi maestre, ci accompagnano per un tratto della nostra vita e diventano pezzi del nostro cuore .

E’ veramente difficile trovare le parole per lasciarli e salutarli, per fortuna ci sono le poesie che ci aiutano ad esprimere i nostri sentimenti ….

.

QUELLO CHE RESTA

E adesso non sono più la tua maestra,
ma rimarrai qui, dentro la testa,
dentro il mio cuore e in mezzo ai miei pensieri
anche quando io sarò per te già ieri.
Per me sei ieri, oggi e anche domani,
sei stato il bimbo dato alle mie mani
per diventare ragazzo e uomo vero,
per fare cose di cui puoi andare fiero.
Ma in fondo io so già quello che resta
sarò per te per sempre la maestra
e tu per me non…

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Biglietti,poesie e frasi per la fine dell’anno scolastico

a te coloratoa te

Il tuo cuore lo porto con me.

Lo porto nel mio

Non me ne divido mai.

Dove vado io, vieni anche tu, mia amata;

qualsiasi cosa sia fatta da me,

la fai anche tu, mia cara.

Non temo il fato

perché il mio fato sei tu, mia dolce.

Non voglio il mondo, perché il mio,

il più bello, il più vero sei tu.

tu sei quel che luna sempre fu

e quel che un sole sempre canterà sei tu

Questo è il nostro segreto profondo

radice di tutte le radici

germoglio di tutti i germogli

e cielo dei cieli

di un albero chiamato vita,

che cresce più alto

di quanto l’anima spera,

e la mente nasconde.

Questa è la meraviglia che le stelle separa.

Il tuo cuore lo porto con me,

lo porto nel mio.
Edward Estlin Cummings

………………………………

A VOI I BAMBINI

VI ABBIAMO CRESCIUTI PER TRE ANNI

ADESSO VOLATE IN ALTO COME AQUILONI

E GUARDATE IL MONDO CON OCCHI NUOVI.

OGNI TANTO PERO’,

PENSATE A NOI

CHE VI ABBIAMO SEMPRE

NEI NOSTRI CUORI.

Maestramaria

………………………………………

GRAZIE

GRAZIE

PER AVERCI REGALATO

MOMENTI DI GIOIA

E PER AVERCI RIPAGATO

CON SODDISFAZIONE DI TUTTO

IL LAVORO SVOLTO!

LE MAESTRE…..

Maestramaria

Altro materiale qui

Poesie per la fine dell’ anno scolastico

Maestramaria

INSEGNERAI A VOLARE
Insegnerai a Volare, ma non voleranno il Tuo Volo.
Insegnerai a Sognare, ma non  sogneranno il Tuo Sogno.
Insegnerai a Vivere, ma non vivranno la Tua Vita.
Ma in ogni Volo, in ogni Sogno e in ogni Vita,
rimarrà per sempre l’impronta dell’ insegnamento ricevuto.

Madre Teresa di Calcutta

Addio!

Scoletta mia, di cuore ti saluto
saluto i cartelloni e la lavagna,
i banchi, le finestre,… e vo in campagna.
lo ti saluto e me ne vado via
allegramente, sai, scoletta mia!
Ma ti ringrazio, veh! Perché ho goduto
qui dentro molte belle e buone cose;
racconti lieti, lezioni amorose,
e il piacer d’imparare.
Ora vo via,
ma non ti scorderò, scoletta mia.

 Camilla Del Soldato
………………………………………….

Ti auguro tempo
 
Non ti auguro un dono qualsiasi,
ti auguro soltanto quello che i più non hanno.
Ti auguro tempo, per divertirti e per ridere;
se lo impiegherai…

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Biglietti per alunni e maestre per la fine dell’ anno scolastico

Trovare le parole per ringraziare e salutare i bambini al termine di un anno o ciclo scolastico, può esser molto difficile.
I piccoli crescono con noi maestre, ci accompagnano per un tratto della nostra vita e diventano pezzi del nostro cuore .

E’ veramente difficile trovare le parole per lasciarli e salutarli, per fortuna ci sono le poesie che ci aiutano ad esprimere i nostri sentimenti ….

.

QUELLO CHE RESTA

E adesso non sono più la tua maestra,
ma rimarrai qui, dentro la testa,
dentro il mio cuore e in mezzo ai miei pensieri
anche quando io sarò per te già ieri.
Per me sei ieri, oggi e anche domani,
sei stato il bimbo dato alle mie mani
per diventare ragazzo e uomo vero,
per fare cose di cui puoi andare fiero.
Ma in fondo io so già quello che resta
sarò per te per sempre la maestra
e tu per me non uno dei tanti,
ma il più importante, come tutti quanti.

di Germana Bruno

quello che resta

PDF

Biglietto con fiori

Pdf

biglietto con cuori

Pdf

Anche le maestre meritano un pensiero speciale  e allora ecco un biglietto di ringraziamento da stampare e regalare con affetto.

A te,

mia cara maestra,

un forte bacio voglio donare

insieme a un sorriso grande come il mare

e a un grazie per avermi

saputo amare.

Tante coccole e abbracci

mi hanno consolato,

quando alla mamma ho pensato

e baci in quantità son volati

ad ogni ora della giornata.

Alla scoperta delle cose

mi hai guidato

e insieme a me hai gioito

quando ho imparato

che è bello scoprire le cose del creato

Giocoliereitaly

A te maestra mia

Pdf

Il tuo cuore lo porto con me.

Lo porto nel mio

Non me ne divido mai.

Dove vado io, vieni anche tu, mia amata;

qualsiasi cosa sia fatta da me,

la fai anche tu, mia cara.

Non temo il fato

perché il mio fato sei tu, mia dolce.

Non voglio il mondo, perché il mio,

il più bello, il più vero sei tu.

tu sei quel che luna sempre fu

e quel che un sole sempre canterà sei tu

Questo è il nostro segreto profondo

radice di tutte le radici

germoglio di tutti i germogli

e cielo dei cieli

di un albero chiamato vita,

che cresce più alto

di quanto l’anima spera,

e la mente nasconde.

Questa è la meraviglia che le stelle separa.

Il tuo cuore lo porto con me,

lo porto nel mio.
Edward Estlin Cummings

………………………………

A VOI I BAMBINI

VI ABBIAMO CRESCIUTI PER TRE ANNI

ADESSO VOLATE IN ALTO COME AQUILONI

E GUARDATE IL MONDO CON OCCHI NUOVI.

OGNI TANTO PERO’,

PENSATE A NOI

CHE VI ABBIAMO SEMPRE

NEI NOSTRI CUORI.

Maestramaria

………………………………………

GRAZIE

GRAZIE

PER AVERCI REGALATO

MOMENTI DI GIOIA

E PER AVERCI RIPAGATO

CON SODDISFAZIONE DI TUTTO

IL LAVORO SVOLTO!

LE MAESTRE…..

Maestramaria

a te

 

a te colorato

 

 

Invito festa di fine anno. colorato jpg

 

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Canti per la festa di fine anno

Attestati e biglietti 

 

Canti per la festa di fine anno scolastico

Ecco alcune canzoncine utili per salutare la scuola .

 

 

Sulle Ali Del Mondo 

Volerò sulle ali del mondo,
nel cielo infinito volerò,
resterò per sempre bambino,
è questo il destino che incontrerò.
Volerò sulle ali del mondo,
nel cielo infinito volerò,
resterò per sempre bambino,
è questo il destino che incontrerò,
volerò tra sogno e reale
e mi farò male quando cadrò,
ma tu, poi, mi resterai accanto,
nel riso e nel pianto, e mi rialzerò.
Volerò sulle ali del mondo,
nel cielo infinito volerò,
resterò per sempre bambino,
è questo il destino che incontrerò,
volerò… volerò… volerò

di Pierdavide Carone
———————-

Viva i remigini

Uno dietro l’altro
segnando bene il passo
In ordine perfetto
arrivano i remigini
Salutano gli amici
si sentono importanti
ormai sono grandi
la scuola lasceranno.

Ritornello:
Hanno imparato tante cose
a cantare, a disegnare
a contare fino a cento
tante cose si…un bastimento!

Uno in fianco all’altro
si prendono per mano
Non sbagliano il passo
e bravi i remigini
fanno un inchino
salutano gli amici
che battono le mani
a chi se ne va.

Ritornello:
Hanno imparato tante cose
a cantare, a disegnare
a contare fino a cento
tante cose si…un bastimento!

Segnando bene il passo
fanno il girotondo
intorno alle maestre
evviva e remigini
Cantano in coro
per salutare tutti
Sono pronti ad andare
in prima elementare.

Ritornello:
Hanno imparato tante cose
a cantare, a disegnare
a contare fino a cento
tante cose si… un bastimento!

http://www.filastrocche.it

——————————

Come un pittore

Modà

Ciao, semplicemente ciao

difficile trovar parole molto serie, tenterò di disegnare come un pittore

e farò in modo di arrivare fino al cuore con la forza del colore

guarda, senza parlare

Azzurro come te, come il cielo e il mare

giallo come luce del sole

rosso come le cose che mi fai provare.

Ciao, semplicemente ciao,

disegno l’erba, verde come la speranza, come frutta ancora acerba

e adesso un po’ di blu, come la notte

bianco come le sue stelle, con le sfumature gialle

l’aria puoi solo respirarla

Azzurro come te, come il cielo e il mare

giallo come luce del sole

rosso come le cose che mi fai provare.

Per le tempeste non ho il colore

con quel che resta disegno un fiore

ora che è estate, ora che è amore

Azzurro come te, come il cielo e il mare

giallo come luce del sole

rosso come le cose che mi fai provare.

Dal web


Ci parliamo da grandi

Ramazzotti

Prendi ora il più lungo respiro
punta gli occhi nei miei
ci parliamo da grandi davvero
se vuoi

C’è un dolore che è un viaggio da fare
che come viene andrà
ci soffio ma non può bastare
per ora resta qua…con me

C’è una cura che è fatta di bene
ma il bene cos’è?
e’ la fatica di un passo indietro
per fare spazio a te

Vale una vita quest’istante segreto
che piega tutti e due
che di un silenzio fa un saluto
e da una fa due vie

Tu vai
tu corri io sto
tu chiedi io do
siamo grandi o no?!

Perchè tutto l’amore che prendi
un giorno lo ridai
quel giorno si diventa grandi
o grandi non si è mai

Tu vai
tu corri io sto
tu hai chiesto io do
siamo grandi o no?!

Tu corri io sto
se la vita lo chiede
siamo grandi o no?!

C’è un cammino che è l’unica scelta
che domani farai
ci parliamo da grandi stavolta
sei pronta allora vai…se vuoi

Fonte


A modo tuo

Ligabue

Sarà difficile diventar grande
prima che lo diventi anche tu
tu che farai tutte quelle domande
io fingerò di saperne di più
sarà difficile
ma sarà come deve essere
metterò via i giochi
proverò a crescere

Sarà difficile chiederti scusa
per un mondo che è quel che è
io nel mio piccolo tento qualcosa
ma cambiarlo è difficile
sarà difficile
dire tanti auguri a te
a ogni compleanno
vai un po’ più via da me

A modo tuo
andrai
a modo tuo
camminerai e cadrai, ti alzerai
sempre a modo tuo
A modo tuo
vedrai
a modo tuo
dondolerai, salterai, cambierai
sempre a modo tuo

Sarà difficile vederti da dietro
sulla strada che imboccherai
tutti i semafori
tutti i divieti
e le code che eviterai
sarà difficile
mentre piano ti allontanerai
a cercar da sola
quella che sarai

A modo tuo
andrai
a modo tuo
camminerai e cadrai, ti alzerai
sempre a modo tuo
A modo tuo
vedrai
a modo tuo
dondolerai, salterai, cambierai
sempre a modo tuo

Sarà difficile
lasciarti al mondo
e tenere un pezzetto per me
e nel bel mezzo del
tuo girotondo
non poterti proteggere
sarà difficile
ma sarà fin troppo semplice
mentre tu ti giri
e continui a ridere

A modo tuo
andrai
a modo tuo
camminerai e cadrai, ti alzerai
sempre a modo tuo
A modo tuo
vedrai
a modo tuo
dondolerai, salterai, cambierai
sempre a modo tuo

Fonte


Buon viaggio

Cesare Cremonini

Che sia un’andata o un ritorno

Che sia una vita o solo un giorno

Che sia per sempre o un secondo

L’incanto sarà godersi un po’ la strada

Amore mio comunque vada

Fai le valigie e chiudi le luci di casa

Coraggio lasciare tutto indietro e andare

Partire per ricominciare

Che non c’è niente di più vero

Di un miraggio

E per quanta strada ancora c’è da fare

Amerai il finale

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Chi ha detto

Che tutto quello che cerchiamo

Non è sul palmo di una mano

E che le stelle puoi guardarle

Solo da lontano

Ti aspetto

Dove la mia città scompare

E l’orizzonte è verticale

Ma nelle foto hai gli occhi rossi

E vieni male

Coraggio lasciare tutto indietro e andare

Partire per ricominciare

Che se ci pensi siamo solo di passaggio

E per quanta strada ancora c’è da fare

Amerai il finale

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FONTE


QUANDO
Quando saremo grandi
e capiremo un po’ di più
tutti saremo vicini e mai
mai, nemici
quando saremo ricchi
di sentimenti e di umanità
tutti sapremo vincere
o perdere ma con umiltà

Quando saremo più saggi
e questo millennio passato sarà
tutti fratelli nell’anima, liberi
e vedrai così sarà

Giorni che gira male (gira male)
e c’è poco da pregare (uh, uh)
ma c’è ancora da sperare
che domani cambierà…
quando…
saremo grandi (Un po’ più grandi)
e capiremo (E capiremo)
un po’ di più (Sì, un po’ di più)
tutti, saremo vicini… vicini, vicini, vicini, sì!!
mai nemici mai
quando (uh)
saremo più saggi (Quando)
e questo millennio (E questo millennio)
passato sarà (No, no, no)
tutti, fratelli nell’anima

Liberi, e vedrai
così sarà !!
e così… sarà!!
quando…
quando…
sarà

Fonte


Crescerai

Cantata dai Nomadi

Per giocare un aquilone un gesso bianco,

il vecchio muro bastava un niente

per sorridere una bugia

per esser grande.

Crescerai, imparerai

crescerai, arriverai

crescerai, tu amerai.

Bastava un niente un campo verde

una corsa e poi a pescar sul fiume

bastava un niente per sorridere

una bugia per esser grande.

Crescerai, imparerai

crescerai, arriverai

crescerai, tu amerai

il rimpianto rimarrà

di quell’età, di quell’età.

Crescerai, imparerai,

crescerai, arriverai

crescerai, tu amerai

Crescerai, imparerai,

crescerai, tu arriverai

crescerai, amerai

crescerai, tu imparerai.

Dal web


Non mollare mai
Ero ancora ragazzino
E con mio padre litigavo
Per i brutti voti a scuola e un solo sei
Ma di musica lo giuro
Ne facevo indigestione
Preferivo un pianoforte che due calci ad un pallone.
Quanto tempo ci passavo
Sopra quei tasti che sfioravo
Era tutto bianco e nero intorno a me
Mi ascoltavano gli amici
Sorridevano felici
Quella voglia di arrivare era forte dentro me. RIT
Mai non mollare mai
Se non ce la fai
Tieni duro e aspetta quel momento prima o poi
Fincha vita avrai
Non mollare mai
Manda avanti il cuore che domani vincerai. Non ho mai dimenticato
Le porte in faccia ricevute
La risposta era la solita per me
Ci faremo risentire le faremo poi sapere
Ma il telefono non mi squillava mai. RIT
Mai non mollare mai
Se non ce la fai
Tieni duro e aspetta quel momento prima o poi
Fincha vita avrai
Non mollare mai
Manda avanti il cuore che domani vincerai. Arriveranno gli eroi
Un contratto per scrivere i sogni
Finalmente l’avrai.
Ma la strada sara in salita
Non a semplice questa vita
Da una torre cadere non a difficile. Mai non mollare mai
Fincha vita avrai
Manda avanti il cuore che domani vincerai
Gigi D’ Alessio
Dal web
——————————–
 
 
Come l’ acqua dentro il mare
 
 

Meglio cominciare da quello che mi viene

Più semplice da poterti raccontare

La vita ci consegna le chiavi di una porta

E prati verdi sopra i quali camminare

Puoi correre o fermarti

Puoi scegliere tra i frutti

Quali cogliere o lasciare maturare

Vietato abbandonare il sogno di volare

Ma per quello c’èogno dell’amore

Io posso solo dirti

Non temere di sbagliare

Perché aiuta le persone ad imparare

E sappi che tra il bene e il male

Alla fine vince il bene

Amore fai tesoro di ogni tuo respiro

E difendi la bellezza del perdono

Ricorda che un sorriso è il gesto più prezioso

Per piacere e farsi ricordare

Ricorda che l’amore a volte può far male

Ma del mio tu non ti devi preoccupare

Perché non può finire

Come l’acqua dentro il mare

Amore ascolta bene, non smetter di sognare

Perché i sogni sono le ali per volare

Se vuoi porta qualcuno in viaggio

Ma a nessuno dai modo di potertele spezzare

Accetta le sconfitte, l’invidia e l’impotenza

Di chi osserva e perde il tempo a giudicare

E abbi sempre la coscienza, la pazienza, la prudenza

E ricordati che è sempre meglio dare

Ma non dimenticare, anche se l’ho già detto

Se avrai un dubbio, che tra il bene e il male

Vince sempre il bene

Te lo posso giurare

Amore fai tesoro di ogni tuo respiro

E difendi la bellezza del perdono

Ricorda che un sorriso è il gesto più prezioso

Per piacere e farsi ricordare

Ricorda che l’amore a volte può far male

Ma del mio tu non ti devi preoccupare

Perché non può finire come l’acqua dentro il mare

Amore fai tesoro di ogni tuo respiro

E difendi la bellezza del perdono

Ricorda che un sorriso è il gesto più prezioso

Per piacere e farsi ricordare

Ricorda che l’amore a volte può far male

Ma del mio tu non ti devi preoccupare

Perché non può finire

Come l’acqua dentro il mare

Cantata dai Moda

dal web


 
Mollare proprio mai.
Seguo con gli occhi un camion
che passa tra pioggia
e una corsia di un autostrada
che mi porta via di qua.
Seguo con gli occhi la sua scia
quasi perfetta è l’armonia del tuo viso
che mi porto via con me.
Calci in bocca,
parole secche come foglie
ma la vita è tutta qua:
ricordare, amare e poi partire…
mai mollare proprio mai…
cantare fino a che la mia voce si confonda con la pioggia
e i giorni che ho diviso insieme a te
ho sognato insieme a te…
Ora mi fermo a un autogrill
meglio un panino e poesia,
mastico piano versi e poi bevo nostalgia.
Gli anni e i giorni belli,
il sapore amaro dei ricordi nella gola
vanno giù come amori , errori e coca cola.
Mai mollare proprio mai,
cantare fino a che la mia voce
si confonda con la pioggia e i giorni che…
ho diviso insieme a te
ho sognato insieme a te…
controcorrente nuoto e nuoterò…
con tutta la dolcezza che io ho,
perchè io non mollo mai
perchè io non mi arrendo mai.
Ho adottato una farfalla…
ho rincorso anche una stella…
ho rubato il mare e adesso il mare è mio.
Ho ubriacato un pianoforte,
ho sognato di sognare,
ho volato così in alto che il cielo…
adesso è mio..
mai mollare proprio mai,
cantare fino a che la mia voce si confonda con la pioggia
e i giorni che ho diviso insieme a te
ho sognato insieme a te…..
.mollare proprio mai…
mollare proprio mai…

Cantata  da Alex Lunati

Dal web

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L’AMORE ESISTE

Può nascere dovunque
Anche dove non ti aspetti
Dove non lo avresti detto
Dove non lo cercheresti
Può crescere dal nulla
Sbocciare in un secondo

Può bastagli un solo sguardo per capirti fino in fondo
Può invadere i pensieri
Andare dritto al cuore
Sederti alle scale
E lasciarti senza parole
L’amore mille steli
L’amore un solo fiore
Può crescere da solo
E svanire come niente
Perché nulla lo trattiene
O lo lega a te per sempre
Può nascere su terre dove non arriva il sole
Apre il pugno di una mano
Cambia il senso alle parole
L’amore non ha un senso
L’amore non ha un nome
L’amore bagna gli occhi
L’amore scalda il cuore
L’amore batte i denti
L’amore non ha ragione
Grande da sembrarti indefinito
Può lasciarti senza fiato
E il suo braccio ti allontanerà per sempre dal passato
L’amore mio sei tu
L’amore mio sei
L’amore non ha senso
L’amore non ha un nome
L’amore non ha torto
L’amore non ha ragione
L’amore batte i denti
L’amore scalda il cuore
Può renderti migliore
Cambiarti lentamente
Ti da tutto ciò che vuole
E in cambio non ti chiede niente
Può nascere da un gesto
Da un accenno di sorriso
Da un saluto o da uno sbaglio
Da un percorso condiviso
L’amore non ha un senso
L’amore non ha un nome
L’amore bagna gli occhi
L’amore scalda il cuore
L’amore batte i denti
L’amore non ha ragione
L’amore non ha un senso
L’amore non ha un nome
L’amore bagna gli occhi
L’amore scalda il cuore
L’amore batte i denti
L’amore non ha ragione
L’amore mio sei tu
L’amore mio sei
L’amore mio sei tu
L’amore mio sei

FRANCESCA MICHIELIN 

Dal web


Aereoplano

Aeroplano che te ne vai lontano da qui chissà cosa vedrai
le luci immense di quelle città quanto grandi non si sa
Aeroplano raccontano che ci sono delle macchine più grandi di te
e delle strade che se sveglio non sei mai più le attraverserai
Ma non so se crederci o no
non ci sono stata mai
tante cose io non vedrò
ma tu me le racconterai
Se capirà che passerai per questo grigio cielo
tu lasciami un po’ di tutta quell’imensità
Se capiterà che passerai ancora in questo cielo
regalerai almeno un po’ di libertà
Aeroplano dimmi un po’ se ci sono dei laghi tanto grandi che
se da una riva io guarderò l’altra sponda non vedrò
E dei boschi che chiunque ci va deve stare attento perchè incontrerà
un orso che come per magia in un attimo lo porta via
Ma non so se crederci o no
non ci sono stata mai
tante cose io non vedrò
ma tu me le racconterai
Se capirà che passerai per questo grigio cielo
tu lasciami un po’ di tutta quell’imensità
Se capiterà che passerai ancora in questo cielo
regalerai almeno un po’ di libertà
Aeroplano che te ne vai lontano da qui chissà cosa vedrai
le luci della sua città
forse lui mi penserà
ma non so se crederci o no
forse non l’ho avuto mai e chissà se lo rivedrò ma tu me lo racconterai
Se capiterà che passerai per questo grigio cielo tu
riportami lui se non vorrà gli parlerai
Se capiterà tu gli dirai
lo rivvorei accanto
seduti qui sognando di volare via
volare via
volare via
via via via via
volare via

Max Pezzali

dal web


 Il maestro

Il maestro è qua ti benedirà puoi esibirti

Sbizzarrirti

È il momento tuo

Lanciati così

Butta fuori il meglio adesso sì

L’anima ce l’hai

Conta su di lei

Puoi sfidare il mondo adesso, o mai!

La mia vita scorre mentre guardo te

Quella voglia di riscatto so cos’è

E nessuno può comprenderti di più

Nessun’altro prova ciò che provi tu

Io ti guardo e sento che puoi farcela…

Maledetta sorte puoi sconfiggerla

Non ti lascerò

Senz’alibi io no

Punta in alto credi a me… guarda avanti!

Ti trasformerai

Tu ti evolverai

Sulla scena il segno lascerai

Mentre io vivrò silenziosa scia

Tu seme della mia pazzia

Prenditi i segreti questa eredità

Altrimenti il mio lavoro sfumerà

C’è bisogno di talenti come te

Troppa volontà che resta lì dov’è… muta

Nuovi stimoli si aspettano da noi

Non possiamo né dobbiamo indietreggiare mai

Ascolta il tuo maestro il mondo è questo

Prima l’arte, la passione e dopo il resto…

Premiami se puoi

Un bel saggio e poi

Un applauso a tutti noi

Che impariamo…

Renato Zero

dal web

 

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Viva la scuola

La mia scuola insieme a te

E’ la mia scuola

Grazie scuola

Poesie per la fine dell’ anno scolastico

INSEGNERAI A VOLARE
Insegnerai a Volare, ma non voleranno il Tuo Volo.
Insegnerai a Sognare, ma non  sogneranno il Tuo Sogno.
Insegnerai a Vivere, ma non vivranno la Tua Vita.
Ma in ogni Volo, in ogni Sogno e in ogni Vita,
rimarrà per sempre l’impronta dell’ insegnamento ricevuto.

Madre Teresa di Calcutta

Addio!

Scoletta mia, di cuore ti saluto
saluto i cartelloni e la lavagna,
i banchi, le finestre,… e vo in campagna.
lo ti saluto e me ne vado via
allegramente, sai, scoletta mia!
Ma ti ringrazio, veh! Perché ho goduto
qui dentro molte belle e buone cose;
racconti lieti, lezioni amorose,
e il piacer d’imparare.
Ora vo via,
ma non ti scorderò, scoletta mia.

 Camilla Del Soldato
………………………………………….

Ti auguro tempo
 
Non ti auguro un dono qualsiasi,
ti auguro soltanto quello che i più non hanno.
Ti auguro tempo, per divertirti e per ridere;
se lo impiegherai bene potrai ricavarne qualcosa.
Ti auguro tempo, per il tuo fare e il tuo pensare,
non solo per te stesso, ma anche per donarlo agli altri.
Ti auguro tempo, non per affrettarti a correre,
ma tempo per essere contento.
Ti auguro tempo, non soltanto per trascorrerlo,
ti auguro tempo perché te ne resti:
tempo per stupirti e tempo per fidarti e non soltanto per guadarlo sull’orologio.
Ti auguro tempo per guardare le stelle
e tempo per crescere, per maturare.
Ti auguro tempo per sperare nuovamente e per amare.
Non ha più senso rimandare.
Ti auguro tempo per trovare te stesso,
per vivere ogni tuo giorno, ogni tua ora come un dono.
Ti auguro tempo anche per perdonare.
Ti auguro di avere tempo, tempo per la vita.
Elli Michler
 ———————————————————
SE TU
Se . . . . tu entri in classe come si entra in famiglia;
 
se . . . . il tuo cuore batte più veloce rivedendo i tuoi allievi;
 

se . . . . ogni viso è per te un’anima da amare;

se . . . . tu riprendi con gioia il dialogo sospeso;

se . . . . ogni tua ora passata è troppo presto fuggita;

se . . . . tu ami meglio il tuo lavoro a ogni anno che passa;

se . . . . la tua opera ti sembra incompleta;

se . . . . Dio è in ogni giorno il tuo grande confidente;

se . . . . le dita irrequiete e i piedi rumorosi ti sono sinfonia;

se . . . . le tue punizioni sono rare come le piogge in luglio;

se . . . . le inevitabili difficoltà ti trovano sorridente;

se . . . . i queruli genitori e i fanciulli ti riconoscono gentile;

se . . . . la tua giustizia sa fasciarsi di comprensione;

se . . . . combatti il male, ma non il peccatore;

se . . . . tu predichi la virtù e la sai praticare;

se . . . . ogni giorno che passa ti trova migliore;

se . . . . senza essere schiavo, tu segui un metodo;

se . . . . sapendo tante cose, tu non ti credi sapiente;

se . . . . tu sai ristudiare ciò che credevi di sapere;

se . . . . al posto di interrogare, tu sai soprattutto rispondere;

se . . . . tu sai essere fanciullo pur restando maestro;

se . . . . davanti alla bellezza tu sai meravigliarti;

se . . . . la tua vita è lezione e le tue parole silenzio;

se . . . . la tua vita è preghiera e la tua fede splendente;

e se . . . . i tuoi allievi vogliono assomigliarti

allora tu sei maestro!

da A. Gille, “Bulletin des écoles”.

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Ormai siete grandi

Ormai siete grandi
la vita vi aspetta,
vivetela piano
non andate di fretta!
I passi da fare son tanti
ma giorno per giorno
andate avanti.
Tenete con voi
la vostra allegria
nessuno dovrà mai
portarvela via.
Siate voi stessi
in ogni momento
e il vostro cuore
sarà contento.
L’augurio che vi vogliamo fare
è che dagli sbagli possiate imparare
e così costruire la vostra vita,
rendetela unica e … saporita.

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QUELLO CHE RESTA

E adesso non sono più la tua maestra,
ma rimarrai qui, dentro la testa,
dentro il mio cuore e in mezzo ai miei pensieri
anche quando io sarò per te già ieri.
Per me sei ieri, oggi e anche domani,
sei stato il bimbo dato alle mie mani
per diventare ragazzo e uomo vero,
per fare cose di cui puoi andare fiero.
Ma in fondo io so già quello che resta
sarò per te per sempre la maestra
e tu per me non uno dei tanti,
ma il più importante, come tutti quanti.

di Germana Bruno

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Quello che resta

PDF

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Biglietto con fiori

Pdf

biglietto con cuori

Pdf

saluti alla maestra

Stampa saluto alle maestra

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CHIAMAMI MAESTRA

Sono orgogliosa di essere maestra
che dottrina o disciplina non professa,
non insegna in licei o università,
ma ai piccini con pazienza tanto dà.
E per mano li accompagna ogni giorno
sostenendoli nel passo ancora incerto,
preparandoli ad affrontare il mondo
superando mari, monti e anche il deserto.
Chiamami allora soltanto maestra,
non professore e nemmeno insegnante,
perché davvero è quel che mi resta
di un compito tanto grande e importante.

Germana Bruno

———————-

Vieni alla festa di fine anno

In vacanza è ora di andare,

prima però vi dobbiamo salutare.

La festa di fine anno

è il giorno più bello: tutti lo sanno

Con le maestre festeggeremo

e tutti quanti promossi saremo.

Mirò editori( Emma Valli)

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diploma fine anno 2

Stampa Diploma

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diplomando

Stampa diploma con cuori 

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diploma colorato

Stampa diploma colorato

pergamna

Clicca sull’ immagine

Invito manifestazione fine anno scolastico

                       Cari genitori ,
                       cari parenti,
un invito sorprendente vi voglio fare:
“Alla festa di fine anno vi voglio invitare,
    con tutti gli amici vi voglio salutare ,
e quello che ho imparato vi voglio mostrare”.

                               Giocoliereitaly

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diploma laurea

Stampa Diploma 1

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A TE MAESTRA MIA

IN UN PRATO PIENO DI COLORI

OGGI HO COLTO DEI BELLISSIMI FIORI

A TE MAESTRA MIA, LI VOGLIO DONARE

PER AVERMI SAPUTO TANTO TANTO AMARE.

IN UN BOSCO TUTTO INCANTATO

OGGI HO COLTO  LE MAGIE DEL CREATO

A TE MAESTRA MIA LE VOGLIO DONARE

PER AVERMI SEMPRE INSEGNATO A SOGNARE.

IN UN CAMPO TUTTO FIORITO

OGGI HO COLTO LA GIOIA DI UN SORRISO

A TE MAESTRA MIA LO VOGLIO DONARE

PER AVERMI SAPUTO SOPPORTARE.

NELLA FAVOLA DELLA NATURA

OGGI HO SMARRITO LA MIA PAURA

A TE MASETRA MIA VOGLIO RINGRAZIARE

PER AVERMI SAPUTO INSEGNARE A VOLARE.

NELLA FIABA CHE MI HAI RACCONTATO

NON MI AVEVI DETTO CHE TI AVREI LASCIATO

NEL MONDO OGNI COSA HA UN SUO PERCHE’

ED IO COME FARO’ SENZA UNA  MAESTRA COME TE.

ALLORA , DOPO LE FAVOLE VIENE LA VITA VERA

DA TE VOLERO’ VIA IN MONGOLFIERA

NEL CUORICINO MIO SEMPRE TU SARAI

MAESTRA MIA DI ME NON TI SCORDARE MAI.

Giusy Staropoli Calafati

…………………………………………………

Ai nostri cuccioli

Visi impauriti, sguardi nel vuoto,

pensiero fisso verso la mamma,

e ore a chiedere del suo arrivo.

Giorno dopo giorno

lo sguardo si è acceso ,

gli occhi si sono illuminati

e tanti giochi sono stati inventati.

Tanti amici avete trovato,

E mille  sorrisi sgargianti

hanno sostituito le lacrime

sul vostro viso.

Al mattino

con un bacetto salutate la mamma

e a capofitto vi immergete nei giochi.

Siete cresciuti!

Con noi, dei piccoli ometti

e signorine

siete diventati,

adesso però, vi  dobbiamo lasciare.

Vi auguriamo ogni bene e vi promettiamo

di rimanere sempre nel nostro cuore.

Che i vostri sogni possano avere ali grandi!

Le vostre maestre

126maestramaria

——————————-

FILASTROCCA DELLE BUONE MAESTRE

Maestra,insegnami il fiore ed il frutto

“Col tempo, ti insegnerò tutto!”

Insegnami fino al profondo dei mari

“Ti insegno fin dove tu impari”:

Insegnami il cielo, più su che si può

“Ti insegno fin dove io so”.

E dove non sai?

“Da lì andiamo insieme

Maestra e scolaro, dall’ albero al seme.

Insegno ed imparo, insieme perchè

Io insegno se imparo con te!”.

Bruno Tognolini

————————————————————

Filastrocca di fine scuola,

quando la maestra si sente un pò sola.

Compila scartoffie, sposta materiale,

ma ripensa ancora al lungo abbraccio finale.

Guarda le aule, vuote e senza vita;

sorride, ricordando tutta la fatica!

E quando davvero il lavoro sarà finito,

anzichè dedicarsi al suo hobby preferito;

ai armerà di quaderni e matite,

fogli, libri e penne colorate,

per progettare gioiosa un nuovo anno

che a tutti i suoi alunni LASCERA’ IL SEGNO!

Maestri attivi fra le nuvole

—————————————————–

Estate

Dopo un anno di fatica e impegno,

di andare in vacanza forse son degno!

E’ tempo di giochi, mare e solleone

e allegra mene sto sotto l’ ombrellone.

questa stagione era quella che aspettavo

e che finisse la scuola tanto speravo:

ora, assai mi voglio divertire

perché tra poco si dovrà ripartire!

Il trenino delle stagioni

V. Contaldo- G .Ortolani

————————————————————

   Saluto alla maestra

Addio alla Scuola dell’ Infanzia

Cara maestra ti dobbiamo salutare

ormai passiamo in prima elementare!

Ma non vedi come siamo cresciuti?

È arrivato il momento dei saluti…

Siamo felici di essere promossi

e davvero siamo tutti un po’ commossi

ma questo è giorno di gioia, e in effetti,

basta lacrime! basta fazzoletti!

Simona Maiozzi

wwwletturacheavventura.it

—————————————————–

Se non puoi essere un pino….

Se non puoi essere un pino sulla vetta del monte,
sii una canna  nella valle,
ma sii la migliore, piccola canna
sulla sponda del ruscello.
Se non puoi essere un albero,
sii un cespuglio.
Se non puoi essere un’autostrada
sii un sentiero.
Se non puoi essere il sole,
sii una stella.
Sii sempre il meglio
di ciò che sei.
Cerca di scoprire il disegno
che sei chiamato ad essere,
poi mettiti a realizzarlo nella vita.”

(M.L.King)

——————————————————-

IL TEMPO COI BAMBINI

Coi bimbi non s’invecchia, si cresce solamente.
È grande il mistero che dentro cela il tempo,
passano i giorni, gli anni, e a te sembra un momento.
Lo ripetiamo sempre e sempre ci stupisce
questa magia che, a volte, ci duole e ci intristisce.
Si dice che, se bello, il tempo scorra in fretta,
perché, se stiamo male, lo scorrere si aspetta
e lento più che mai procede il suo cammino,
ma fugge lesto assai se stai con un bambino.
Coi bimbi, per incanto, ogni attimo già vola
nel cuore è un minuto, nell’orologio un’ora,
ma se, per paradosso, percorri con la mente
ogni attimo trascorso, ti sembra sorprendente
veder che col pensiero diventano più lenti
tutti quei momenti più densi e divertenti.
Del tempo coi bambini hai strana percezione,
anche se dura un soffio è stato una lezione
e sai, infine, qual è la cosa sconvolgente?
Coi bimbi non s’invecchia, si cresce solamente.

di Germana Bruno

——————————————————-

Diritto all’educazione
Se mi insegni, io lo imparo,
se mi parli, mi è chiaro
…..se lo fai, mi entra in testa
se con me tu impari, resta.

Bruno Tognolini


Ciao maestra

Che allegria,che festa ,

niente compiti da fare,

cara maestra ti voglio salutare,

l’anno prossimo poi, rincontrare.

Baci e saluti ti voglio donare

e per le vacanze mi vado a preparare!

Maestramaria

Un anno è già passato,
ed io sono più grande…
di cose nuove e belle,
ne ho fatte proprio tante!
Adesso siamo a giugno,
ed in vacanza andrò,
così più riposato
a settembre tornerò.
di Gemma Fanara


Un pensiero speciale alla maestra

Tra le pagine del mio quaderno
scritto con il pensiero,
c’è l’inchiostro più indelebile e sincero,
ho scritto Grazie per la pazienza,
per la costanza,
per la tua silenziosa vicinanza,
per il sostegno e la perseveranza.
Durante questi anni
ricchi di affanni ed emozioni,
non ho imparato solo la lezione,
tu hai saputo colorare ogni stagione

Rosalba


IN PRIMA ANDRO’
Ultimi giorni di scuola

RICORDO IL PRIMO GIORNO
CHE SON VENUTO QUA
MI CI HAN PORTATO
LA MIA MAMMA E IL MIO PAPÀ.
IO PIANGEVO , NON CI VOLEVO STARE
E ADESSO CHE SON GRANDE
NON ME NE VOGLIO ANDARE.
PRIMA NON AVEVO MOLTI AMICI,
ADESSO SIAMO TANTI E SIAMO FELICI.
A SETTEMBRE IN PRIMA ANDREMO
MA TANTI I RICORDI CHE CI PORTEREMO:
LE RISATE E L’ALLEGRIA
NESSUNO CE LE PORTERÀ VIA.
IMPAREREMO A LEGGERE
IMPAREREMO A CONTARE
MA QUI ABBIAMO IMPARATO
A SAPERCI ACCETTARE.
ADESSO SAPPIAMO COS’É
UN SENTIMENTO
É CIÒ CHE PROVIAMO
IN QUESTO MOMENTO,
É IL GRAN BENE
ED IL GRANDE AFFETTO
PER LE NOSTRE MAESTRE
CHE CI HANNO AMATO
E A VOLTE PROTETTO.
FACCIAMOCI FORZA
E ANDIAMO AVANTI
CHE I PASSI DA FARE
SON PROPRIO TANTI…
STRINGIAMO INSIEME
LE NOSTRE MANI
E ANDIAMO INCONTRO
AL NOSTRO DOMANI
La maestra Francy

……………………………………………………….

IL TEMPO COI BAMBINI
di Germana Bruno

È grande il mistero che dentro cela il tempo,
passano i giorni, gli anni, e a te sembra un momento.
Lo ripetiamo sempre e sempre ci stupisce
questa magia che, a volte, ci duole e ci intristisce.
Si dice che, se bello, il tempo scorre in fretta,
perché, se stiamo male, lo scorrere si aspetta
e lento più che mai procede il suo cammino,
ma fugge lesto assai se stai con un bambino.
Coi bimbi, per incanto, ogni attimo già vola
nel cuore è un minuto, nell’orologio un’ora,
ma se, per paradosso, percorri con la mente
ogni attimo trascorso, ti sembra sorprendente
veder che col pensiero diventano più lenti
tutti quei momenti più densi e divertenti.
Del tempo coi bambini hai strana percezione,
anche se dura un soffio è stato una lezione
e sai, infine, qual è la cosa sconvolgente?
Coi bimbi non s’invecchia, si cresce solamente.

………………………………………………..

Care bambine
bambini cari
voi sietedei diamanti
preziosi e rari.
Noi maestre
dirvi vogliamo
che nel cuore
vi portiamo.
La vostra allegria
e la vostra dolcezza
conserveremo
con gran tenerezza.
E se fin qui con noi
avete volato
sappiate che
il vostro viaggio
è appena iniziato.
D’ora in poi
continuerà
offrendo a voi
nuove opportunità.
È giunto il momento
dei nostri saluti
ma non dimenticheremo
certo gli anni belli
con voi vissuti.
Aprite ora le vostre ali
e volate attenendovi
ai vostri ideali.
Ricordate costantemente
che più in alto
volerete e più lontano
voi vedrete.
Rosetta Cavallo

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…………………………..

Volate nel cielo

Tre anni son passati,

questo tempo è volato,

con noi siete cresciuti, 

 grandi siete diventati.

Adesso volate!

Volate nel cielo 

fino alle stelle,

ma sappiate che

il tempo trascorso insieme

nessuno lo cancella.

maestramaria

A te,

mia cara maestra,

un forte bacio voglio donare

insieme a un sorriso grande come il mare

e a un grazie per avermi

saputo amare.

Tante coccole e abbracci

mi hanno consolato

quando alla mamma ho pensato

e baci in quantità son volati

ad ogni ora della giornata.

Alla scoperta delle cose

mi hai guidato,

 insieme a me hai gioito

quando ho imparato

che è bello scoprire le cose del creato

maestramaria

A te maestra mia

Pdf biglietto con cuori

Invito festa di fine anno. colorato jpg

invito festa di fine anno da colorare

Il tuo cuore lo porto con me.

Lo porto nel mio

Non me ne divido mai.

Dove vado io, vieni anche tu, mia amata;

qualsiasi cosa sia fatta da me,

la fai anche tu, mia cara.

Non temo il fato

perché il mio fato sei tu, mia dolce.

Non voglio il mondo, perché il mio,

il più bello, il più vero sei tu.

tu sei quel che luna sempre fu

e quel che un sole sempre canterà sei tu

Questo è il nostro segreto profondo

radice di tutte le radici

germoglio di tutti i germogli

e cielo dei cieli

di un albero chiamato vita,

che cresce più alto

di quanto l’anima spera,

e la mente nasconde.

Questa è la meraviglia che le stelle separa.

Il tuo cuore lo porto con me,

lo porto nel mio.
Edward Estlin Cummings

………………………………

A VOI I BAMBINI

VI ABBIAMO CRESCIUTI PER TRE ANNI

ADESSO VOLATE IN ALTO COME AQUILONI

E GUARDATE IL MONDO CON OCCHI NUOVI.

OGNI TANTO PERO’,

PENSATE A NOI

CHE VI ABBIAMO SEMPRE

NEI NOSTRI CUORI.

Maestramaria

………………………………………

GRAZIE

GRAZIE

PER AVERCI REGALATO

MOMENTI DI GIOIA

E PER AVERCI RIPAGATO

CON SODDISFAZIONE DI TUTTO

IL LAVORO SVOLTO!

LE MAESTRE…..

Maestramaria

Leggende sui mesi dell’ anno

LA LEGGENDA DEI MESI

C’erano una volta due fratelli, uno povero e l’altro ricco. Un giorno, quello povero venne invitato nella casa dei mesi, che vollero sapere che cosa si diceva di loro nel mondo.

Si dice bene! – rispose l’ospite. E di ogni mese disse ciò che ha di buono. Per esempio che gennaio nasconde il pane sotto la neve, che febbraio fa divertire, che marzo porta la primavera, che aprile fa godere dolci sonni, che maggio dona le rose…

I mesi, soddisfatti, gli regalarono una tovaglia che aveva la proprietà di far comparire qualsiasi cibo ogni volta che veniva distesa.


Quando il fratello ricco lo venne a sapere, andò subito alla casa dei mesi. E questi anche a lui chiesero:

Che cosa si dice di noi nel mondo?

Si dice male! – rispose l’ospite. E di ogni mese disse ciò che ha di cattivo. Per esempio che gennaio regala i geloni, che febbraio dà la febbre, che marzo è pazzo…

I mesi gli regalarono allora una scopa dicendo che, per avere qualche cosa bastava dirle : – Dà!

Ritornò a casa con la scopa in spalla.

Una scopa? – domandò la moglie. Per tutta risposta, il marito disse: – Dà! – e la scopa si mise a battere l’uno e l’altra, che se non si riparavano presto dentro un armadio, chissà quante botte avrebbero preso.
Quando furono ben sicuri che la scopa si era quietata, uscirono dall’armadio e, guardandosi le lividure, capirono la lezione.

I mesi dell’anno sono pur buoni disse il marito Moglie mia, siamo già ricchi, non cerchiamo altre ricchezze!

Da “Favole e fantasia


I dodici mesi

C’ era una volta una vedova che aveva due figlie: Helen, la figlia che aveva avuto dal marito morto e Marouckla, la figlia che egli aveva avuto dalla prima moglie.
Amava Helen, ma odiava la povera orfana perché era ben più graziosa della propria figlia.
Marouckla non capiva perché la matrigna la guardasse male, non comprendeva perché fosse sempre arrabbiata con lei. Le affidava i lavori più pesanti: pulire le stanze, cucinare, lavare, cucire, filare, tessere, portare il fieno, mungere la mucca… e tutto questo senza alcun aiuto.
Helen, intanto, non faceva niente, ma era sempre ben vestita e passava da un divertimento all’altro.

Ma Marouckla non si lamentò mai; sopportava i rimproveri e le cattiverie della matrigna e della sorella con il sorriso sulle sue labbra e con la pazienza di un agnello, ma questo comportamento angelico non le aveva ammorbidite. Anzi, diventarono ancora di più tiranne e scontrose verso Marouckla che diventava ogni giorno più bella, mentre Helen imbruttiva sempre più .
La matrigna allora, decise di sbarazzarsi di Marouckla; finché lei fosse rimasta in casa, nessuno avrebbe mai chiesto la mano dell’altra figlia. La fame e ogni genere di privazioni vennero utilizzate per rendere sempre più miserabile la vita della ragazza.

Un giorno, nel bel mezzo dell’inverno, Helen decise che voleva delle viole.
“Ascoltami”, ordinò a Marouckla, “devi andare sulla montagna e trovarmi delle viole. Voglio usarle per abbellire il mio vestito. Devono essere fresche e profumate, capito?”
“Ma, cara sorella, chi ha mai sentito parlare di viole che fioriscono nella neve?” ripose la povera orfana.
“Miserabile creatura! Osi disobbedirmi?” gridò Helen “non un’altra parola. Se non mi porterai un mazzolino di viole dalla foresta sulla montagna, ti ucciderò !”
La matrigna aggiunse anche le sue minacce a quelle di Helen, spinse fuori la figliastra e chiuse la porta alle sue spalle.

La ragazza si avviò piangendo per il sentiero che si inerpicava sulla montagna.
La neve era alta e non c’era alcuna traccia di esseri umani. Camminò a lungo senza meta, finché si perse nella foresta; era affamata, tremava per il freddo e desiderava morire!

Improvvisamente vide una luce in lontananza e si incamminò in quella direzione, finché raggiunse la cima della montagna.
Sul picco più alto bruciava un grande fuoco, circondato da dodici blocchi di pietra sui quali erano seduti dodici pastori; di questi i primi tre avevano i capelli bianchi, altri tre erano di mezza età , tre erano giovani e belli ed gli altri ancora più giovani.
Sedevano silenziosi, guardando il fuoco.

Erano i dodici mesi dell’anno.

Gennaio sedeva un po’ più in alto degli altri; i suoi capelli e la barba erano bianchi come neve e teneva in mano una bacchetta di legno. All’inizio Marouckla era impaurita, ma poi raccolse tutto il suo coraggio e chiese:
” Signori, posso scaldarmi al vostro fuoco? Il freddo dell’inverno mi congela!”
Gennaio sollevò lo sguardo e rispose: “Che cosa ti ha portato qui, figliola, che cosa cerchi?”
“Cerco delle viole” rispose la ragazza. “Non è stagione di viole. Non vedi che c’è neve dappertutto?” disse Gennaio.
“Lo so bene, ma mia sorella Helen e la mia matrigna mi hanno ordinato di portare loro le viole della vostra montagna. Se torno a casa senza, mi uccideranno. Vi prego, buoni pastori, ditemi dove posso trovarne!”
Il vecchio Gennaio si alzò , si avvicinò al più giovane dei Mesi e gli diede la sua bacchetta magica dicendo: “Fratello Marzo, è lavoro per te”.

Marzo obbedì e agitò la bacchetta sopra il fuoco. Immediatamente le fiamme si alzarono verso il cielo, la neve iniziò a sciogliersi e gli alberi e gli arbusti a germogliare. Spuntò l’erba verde, e tra i fili d’erba ecco sbirciare una pallida primula: era primavera, ed i prati erano blu e viola.
“Raccoglile velocemente, Marouckla,” disse Marzo.
Gioiosamente la fanciulla si affrettò a cogliere i fiori, e dopo averne raccolto un grande mazzo, ringraziò e corse a casa.

Helen e la matrigna alla vista dei fiori, al loro profumo che riempiva la casa, rimasero stupite. “Dove le hai trovate?” chiese Helen. “Sotto gli alberi, sul versante della montagna,” rispose Marouckla.
Helen prese i fiori per sé e sua madre, senza neanche ringraziare la sorellastra che glieli aveva portati.

L’indomani desiderò delle fragole.
“Corri,” intimò a Marouckla “e trovami delle fragole selvatiche. Devono essere dolci e mature.”
“Ma, cara sorella, chi ha mai sentito parlare di fragole che maturano nella neve?” esclamò la fanciulla.
“Tieni a freno la lingua, non rispondermi in questo modo. Se non avrò le mie fragole t’ucciderò ,” rispose Helen.
Poi la matrigna spinse fuori Marouckla e sprangò la porta.

L’infelice ragazza si incamminò di nuovo verso la montagna e verso il grande cerchio di fuoco dove erano seduti i Dodici Mesi.
Gennaio sedeva un po’ più in alto degli altri.
“Signori, posso scaldarmi al vostro fuoco? Il freddo dell’inverno mi congela!”
Gennaio sollevò lo sguardo e rispose: “Che cosa ti ha portato qui, figliola, che cosa cerchi?”
“Cerco delle fragole” rispose la ragazza.
“Siamo nel mezzo dell’inverno,” rispose Gennaio, “le fragole non crescono nella neve.”
“Lo so,” disse la ragazza tristemente, “ma mia sorella e la mia matrigna mi hanno ordinato di portar loro delle fragole. Se non lo faccio mi uccideranno. Vi prego, buoni pastori, ditemi dove posso trovarne!”
Il vecchio gennaio si alzò e si avvicinò al Mese di fronte a lui e gli diede la sua bacchetta magica dicendo: “Fratello Giugno, è lavoro per te”.

Giugno obbedì , e come fece ondeggiare la sua bacchetta sopra il fuoco, le fiamme salirono verso il cielo.
Immediatamente la neve si sciolse, la terra si coprì di verde, gli alberi si coprirono di foglie, gli uccelli cominciarono a cantare, e tutta la foresta fiorì .
Era l’estate. Sui cespugli, i bianchi fiori a forma di stella si erano tramutati in fragole mature che avevano coperto la radura, facendola assomigliare ad un mare di sangue.
“Raccoglile velocemente, Marouckla,” disse Giugno.
Gioiosamente la fanciulla ringraziò i Mesi e, riempito il suo grembiule, cose felice verso casa.

Helen e sua madre, al vedere le fragole che riempivano la casa con la loro fragranza deliziosa, si domandarono: “Ma dove le avrà trovate?” “Su fra le montagne”, rispose Marouckla, “quelle sotto gli alberi di faggio non sono cattive”.
Helen ne diede qualcuna alla madre e si mangiò il resto. Non ne offrì nemmeno una alla sorellastra.

Stanca delle fragole, il terzo giorno desiderò delle mele fresche, rosse.
“Corri, Marouckla, e portami delle mele fresche e rosse dalla montagna.”
“Mele in inverno, sorella? Gli alberi non hanno né foglie né frutti”
“Vai immediatamente, se non mi porterai le mele ti ucciderò “.
Come le altre volte, la matrigna l’afferrò e la cacciò fuori di casa.

La povera ragazza se ne andò piangendo su per la montagna, nella neve profonda, verso il cerchio di fuoco dove stavano i Dodici Mesi.
Erano lì , seduti immobili, e sulla più alta pietra era seduto il vecchio Gennaio.
” Signori, posso scaldarmi al vostro fuoco? Il freddo dell’inverno mi congela!” disse ella avvicinandosi.
Gennaio sollevò lo sguardo e rispose: “Che cosa ti ha portato qui, figliola, che cosa cerchi?”
“Cerco delle mele rosse” rispose Marouckla.
“Siamo in inverno, non è stagione per le mele rosse” osservò Gennaio.
“Lo so,” rispose la ragazza, “ma mia sorella e la mia matrigna mi hanno mandato a prendere delle mele rosse sulla montagna, se ritorno senza mi uccideranno. Vi prego, buoni pastori, ditemi dove posso trovarne!”
Il vecchio gennaio si alzò e si avvicinò ad uno dei mesi anziani e gli diede la sua bacchetta magica dicendo: “Fratello Settembre, è lavoro per te”.

Settembre salì sulla pietra più alta e agitò la bacchetta sopra il fuoco.
Tutto intorno brillò una luce di fiamme rosse, la neve scomparve, le sbiadite foglie che tremavano sugli alberi furono spazzate via da un freddo vento di nord-est che le radunò in gialli mucchi nella radura; sui rami rimasero solo pochi striminziti fiori autunnali.
Marouckla aguzzava invano lo sguardo per cercare le mele rosse.
Poi scorse un albero grandissimo, dai rami pendevano frutti lucidissimi, rossi. Settembre la esortò a raccoglierli in fretta e lei scosse l’albero.
Cadde una mela, poi un’altra.
“Basta,” disse Settembre, “torna a casa in fretta”. Marouckla ringraziò i Mesi e ritornò allegramente verso casa.

“Dove le hai trovate?” chiesero Helen e la matrigna alla vista dei frutti.
“Ce ne sono tante là , sulla vetta”
“Perché non ne hai portate di più ?” chiese irosamente la sorellastra. “Le hai mangiate sulla strada del ritorno, stupida ragazza!”
“No cara, non le ho neanche assaggiate.” disse Marouckla “Ho scosso l’albero due volte e ogni volta ne è caduta una mela. I pastori non hanno permesso che lo scuotessi ancora e mi hanno detto di tornarmene a casa”

“Presto, madre,” disse Helen. “Dammi il mio mantello. Andrò io stessa a prendere le mie mele. Sono capace di trovare la montagna e l’albero. I pastori possono piangere, ma non me ne andrò senza aver preso tutte le mele!”

Ignorando il consiglio contrario della madre, si avvolse nella sua pelliccia, tirò su il caldo cappuccio e si avviò verso la montagna.

La neve copriva ogni cosa e ben presto Helen si perse e cominciò a vagare senza sapere dove andava.
Dopo un po’ vide una luce lassù in alto e seguendo quella indicazione raggiunse la vetta.

C’erano il fuoco ardente, i dodici blocchi di pietra, ed i Dodici Mesi.
Dapprima si spaventò ed esitò , poi si avvicinò e si riscaldò la mani. Non chiese permesso, né rivolse loro una parola educata.
“Che cosa ti ha portato qui, che cosa cerchi?” le chiese Gennaio con fare severo.
“Non sono obbligata a dirvelo, vecchio barbone. Non sono affari vostri.” rispose sdegnosamente, allontanandosi dal fuoco e avviandosi verso la foresta.

Il vecchio Gennaio aggrottò la fronte e agitò la sua bacchetta sopra la testa.
Immediatamente il cielo si coprì di nuvoloni, il fuoco si spense, cominciarono a scendere grossi fiocchi di neve mentre un vento ghiacciato ululava tutto intorno alla montagna.
Nella furia della tempesta Helen inciampò e perse la pelliccia; era tutta intirizzita.

La madre l’aspettava alzata. Guardava dalla finestra, guardava dalla porta, ma la figlia non tornava. Lentamente le ore passavano, ma la figlia non tornava.
“Possibile che per delle mele si sia dimenticata della sua casa?” pensava. Infine, prese la sua pelliccia e il suo cappuccio e uscì alla ricerca della figlia.
La neve era caduta abbondantissima e aveva coperto ogni cosa. Errò a lungo di qua e di là; il vento ghiacciato di nord-est fischiava sulla montagna, ma nessuna voce rispondeva al suo richiamo.

Il giorno dopo Marouckla lavorò tutto il giorno, aspettando e pregando per la matrigna e la sorella, ma esse non tornarono. Erano state rapite dal gelo sulla montagna!

Marouckla ereditò la piccola casa, il campo e la mucca e un giorno sposò un onesto contadino e vissero felici e contenti.

L’ angolo di Carla


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Poesie sui mesi

Il treno dei mesi

 

I MESI DELL’ ANNO

mesi

Inauguriamo questa nuova raccolta di poesie sui mesi con una bellissima leggenda!

LA LEGGENDA DEI MESI

C’erano una volta due fratelli, uno povero e l’altro ricco. Un giorno, quello povero venne invitato nella casa dei mesi, che vollero sapere che cosa si diceva di loro nel mondo.

Si dice bene! – rispose l’ospite. E di ogni mese disse ciò che ha di buono. Per esempio che gennaio nasconde il pane sotto la neve, che febbraio fa divertire, che marzo porta la primavera, che aprile fa godere dolci sonni, che maggio dona le rose…

I mesi, soddisfatti, gli regalarono una tovaglia che aveva la proprietà di far comparire qualsiasi cibo ogni volta che veniva distesa.


Quando il fratello ricco lo venne a sapere, andò subito alla casa dei mesi. E questi anche a lui chiesero:

Che cosa si dice di noi nel mondo?

Si dice male! – rispose l’ospite. E di ogni mese disse ciò che ha di cattivo. Per esempio che gennaio regala i geloni, che febbraio dà la febbre, che marzo è pazzo…

I mesi gli regalarono allora una scopa dicendo che, per avere qualche cosa bastava dirle : – Dà!

Ritornò a casa con la scopa in spalla.

Una scopa? – domandò la moglie. Per tutta risposta, il marito disse: – Dà! – e la scopa si mise a battere l’uno e l’altra, che se non si riparavano presto dentro un armadio, chissà quante botte avrebbero preso.
Quando furono ben sicuri che la scopa si era quietata, uscirono dall’armadio e, guardandosi le lividure, capirono la lezione.

– I mesi dell’anno sono pur buonidisse il maritoMoglie mia, siamo già ricchi, non cerchiamo altre ricchezze!

Da “Favole e fantasia



I mesi dell’anno
C’erano una volta due fratelli, uno ricco e l’altro povero.
Il primo faceva il mercante e guadagnava fior di quattrini; il secondo non faceva nulla e non possedeva nemmeno un centesimo. Disse questi un giorno: -Voglio andare in giro a cercare fortuna.
Cammina cammina, vide una sera su un monte un lumicino. Quando arrivò alla casa, la porta era aperta; si affacciò e vide dodici persone sedute a mensa.
Bussò. – Avanti!
Il povero entrò.
Chi sei?
Sono un poverello in cerca di fortuna. E voi chi siete?
Siamo i dodici mesi dell’anno. Hai fame?
Ho fame e sete.
Bevi e mangia, perché ce n’è abbastanza.
Il poverino mangiò e bevve a crepapelle.
Quando ebbe finito: – Beh! – gli domandò Gennaio – Che si dice di noi, compare, nel mondo degli uomini?
Si dice bene.
Di me che si dice?
Che sei un bel mese. Un po’ freddo, ma il freddo giova agli uomini, li rinvigorisce e giova anche alle bestie e alle piante. Porti la neve, è vero, ma sotto la neve c’è il pane,
E di me che si dice? – domandò Febbraio.
Anche di te si dice bene. Porti la pioggia, ma riempi d’acqua i pozzi e le cisterne. Allaghi anche i campi, ma fai sparire le nevi. Se non altro, sei un mese che passa presto.
E di me? – saltò su Marzo.
Oh, con te vengono i primi fiori. Sei ventoso, ma il vento asciuga, sgombra le nuvole e sparge i semi.
E di me? – chiese Aprile.
Tu di fiori incoroni tutta la campagna; tessi i nidi e fai cantare gli uccelli. Maggio, poi! E Giugno, che indora il grano! e Luglio, e Agosto…
Insomma, quel poveretto fece gli elogi di tutti i mesi dell’anno, fino a Dicembre; tanto che decisero di ricompensarlo con un regalo.
Eccoti una tovaglia – dissero – stendila quando hai bisogno e chiedile quello che vuoi.
E il poveraccio se ne tornò a casa sua:
Moglie mia! Moglie mia!
Che! – gridò dalla soglia la moglie inviperita, col mestolo in mano. -l o sono qui che muoio dalla fame, e tu mi porti da mangiare una tovaglia vuota?
Sta’ zitta e prepara le mandibole.
Stese la tovaglia e ordinò: – Antipasto!
E giu sardine e filetti d’alice, panini ripieni, imburrati, imbottiti… Giù minestra, arrosto, vini, frutta, dolci… Mangiarono tutt’e due a piu non posso.
Ma il fratello ricco lo venne a sapere.
Voglio andare anch’io – disse.
Si travesti da poverello. Arrivò alla casa dei dodici mesi, mangiò e bevve alla loro mensa.
Poi Gennaio gli domandò: – Beh, amico! Cosa si dice di me nel. mondo?
Ohibò! Che si deve dire? Che sei un mese terribile, con geloni e con valanghe; beato chi si salva.
Gennaio si trasse da parte. Venne avanti, pieno di speranza, Febbraio, e chiese: – E di me che cosa dicono gli uomini?
Di te si dice peggio. Fortuna che sei corto.
E di me? – disse Marzo.
Tu non saresti né bello né brutto, ma non si sa come la pensi. Oggi freddo, oggi caldo…
E di me? – azzardò Aprile.
Tu, e anche Maggio, avete i fiori e avete i canti; ma è forse con i canti e con i fiori che si saziano
E lo sciocco mercante seguitò a dire peste e corna di tutti.
Toh – gli dissero indignatissimi tutti i mesi non vogliamo che tu parta da qui a mani vuote.
Eccoti una scopa, e quando vuoi qualche cosa, dille: «Da’!».
Moglie mia! Moglie mia! – tornò a casa allegro il mercante. – Apparecchia subito la tavola!
Che cosa hai avuto?
Vedrai!
Fu apparecchiata una gran tavola, con piatti, scodelle, padelle… Quando tutto fu pronto:
Da’! – intimò alla scopa il mercante.
Non l’avesse mai detto! La scopa gli sfuggì di mano, volò per la cucina, e giu botte da orbi.
Ahi, ahi, ahi! – strillavano i due infelici.
Da allora, non parlarono male di nessuno e si accontentarono di quello che avevano.

A. Farini

Fonte

La favola dei mesi
C’era una volta una povera vecchietta che viveva sola. Una notte la luna era splendente, così la vecchietta decise di fare una passeggiata. Si diresse verso la campagna e la passeggiata le piacque così tanto che non si rese conto di essere entrata nella foresta. Dopo un po’, si rese conto di essersi persa.
“Oh no! Ora dove mi fermerò a riposare per la notte?” si disse. Ma, d’improvviso, la vecchietta vide una minuscola luce in lontananza. Si sentì sollevata quando la vide e cominciò a camminare verso di essa. Presto, si rese conto che la luce che aveva visto veniva dalla finestra di una piccola casetta tra gli alberi. La vecchietta non impiegò molto ad arrivare alla porta dell’abitazione. Bussò e un giovane vivace aprì la porta. “Di cosa hai bisogno, nonnina?” chiese il giovane appena la vide … e la vecchietta gli disse immediatamente come aveva perso la strada nella foresta e che non aveva un posto dove trascorrere la notte.
“Non preoccuparti,” disse il giovane. “Puoi passare la notte qui con noi … con me e i miei fratelli”.
La vecchietta entrò in casa e vide dodici ragazzi.
“Buona sera, nonnina,” dissero i giovani.
“Buona sera a voi, figlioli,”, rispose la vecchietta. Uno di loro le portò un po’ di cibo e qualcosa da bere, e quando ebbe mangiato, la vecchietta si sedette su una poltrona tra di loro.
“Nonnina, cosa ne pensi di gennaio?” chiese il giovane che aveva aperto la porta. “Be’, gennaio è pieno di benedizioni e di pace,” rispose la vecchietta. “Porta la pioggia e fa crescere le nostre verdure. E non c’è niente di più bello del sole di gennaio. Gli anziani una volta dicevano ‘quando il sole splende a gennaio, avrai estate in abbondanza!’”
Il giovane sembrava soddisfatto delle parole della vecchietta. Tutt’a un tratto, un altro giovane intervenne e le chiese:
“Cosa puoi dirci di febbraio?”
“Febbraio riempie i pozzi!” disse la vecchietta. “E nel mese di febbraio sugli alberi iniziano a crescere le foglie e i fiori per prepararsi ai frutti. Febbraio è un mese molto utile.”
“E marzo? Cosa ne pensi di marzo?” chiese un altro giovane.
“Marzo è il mese della primavera,” sorrise la vecchietta, “la natura è piena di vita. Si iniziano a vedere le farfalle e gli uccelli costruiscono i loro nidi.” Uno dopo l’altro, ogni giovane le chiese dei mesi dell’anno e la vecchietta trovava qualcosa di bello in ogni mese. Disse che aprile è il mese dei giorni pieni di sole quando diventa chiaro che le giornate si stanno allungando. Chiamò maggio il mese delle rose e dei fiori, e giugno il mese dell’abbondanza quando i contadini mietono il grano nei loro campi. Disse loro che luglio è il mese del mare e dei pesci. Agosto è il mese più bello perché ci dà tanti frutti. Disse che settembre è il mese della vendemmia, dei melograni e di San Martino. Ottobre e novembre sono i mesi in cui le famiglie si riuniscono mentre dicembre è il mese delizioso del Natale. Tutti i giovani si divertivano a sentire queste parole quando all’improvviso la vecchietta si rese conto che l’alba stava nascendo.
“Ti accompagnerò fino ai margini della foresta,” disse il giovane più grande, “ma prima che tu vada, vorremmo darti questo!” E con queste parole il giovane le diede un bastone da passeggio.
“Quando arrivi a casa, tieni il bastone da passeggio in mano e digli: ‘Fai ciò che devi’. E quando vuoi che smetta, basta dire: ‘Vai a posto!’”
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Poesia sui mesi dell’anno

Gennaio ci copre di neve.
Febbraio è il mese più breve.
Marzo s’avanza col vento;
ed ecco, in april, fiori a cento
Maggio di canti risuona.
Giugno le messi ci dona.
In luglio il grano è riposto.
Al mar ce ne andiamo in agosto.
Settembre ci fa vendemmiare.
Ottobre ci chiama a studiare.
Un mese per chi non c’è più.
Ma ecco, festoso, dicembre,,
che porta il Bambino Gesù.

(De Colò)

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I mesi dell’anno

Gennaio fiocchetti di neve,
febbraio gioioso ma breve,
marzo un pò d’acqua, un pò di sole
aprile cestini di viola,
maggio la rosa fiorisce,
giugno la scuola finisce,
luglio ci son nuovi frutti,
agosto vacanze per tutti,
settembre bei grappoli d’oro,
ottobre bambini a lavoro,
novembre si prega di più,
dicembre si aspetta Gesù.

Da: infanziaweb

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“I mesi dell’anno”

Gennaio porta gelo e nevicate,
Febbraio grandi balli e mascherate,
Marzo vento e delicate viole,
Aprile l’erba per le capriole,
Maggio ci dà rose profumate,
Giugno spighe secche e ben dorate,
Luglio ha la trebbia e sempre gran lavoro,
Agosto buona frutta e rami d’oro,
Settembre mette l’uva giù nel tino,
Ottobre cambia il mosto in un buon vino,
Novembre butta giù tutte le foglie,
Dicembre per il fuoco le raccoglie.

(di O. Turchetti)

————————–

I mesi dell’anno
I bimbi lo sanno
che i mesi dell’anno
tra grandi e piccini
son dodici in tutto.
Se ognuno ha il suo fiore
se ognuno ha il suo frutto
nessuno è tra loro
più bello o più brutto.
Son tutti fratelli
ognuno ha un mestiere
chi cura i piselli
chi porta un paniere
chi pota, chi innesta,
chi ara, chi miete,
chi porta una brocca
di acqua a chi ha sete;
chi versa uno scroscio
di pioggia lucente.
Nessuno sta in ozio
guardando la gente.
Più bella famiglia
nessun vedrà mai.
Son dodici mesi,
e tutti operai.

(R. Pezzani)

———————————————
Le stagioni

Prima viene Primavera
con i fiori sulla pianta,
poi Estate calda e chiara
quando la cicala canta,
poi Autunno bruno e quieto
con castagne e foglie rosse,
poi Inverno infreddolito
con starnuti, gelo e tosse.

(di R. Piumini)

——————————————-

I dodici fratelli
Gennaio vien tremando
col cappotto e lo scaldino
vien febbraio schiamazzando
in costume d’Arlecchino
marzo porta vento a iosa,
una rondine e due viole
porta aprile un pesco rosa
che ti desta al nuovo sole
maggio canta e da lontano,
tre usignoli fanno coro
giugno tiene nella mano
una spiga tutta d’oro
luglio porta ceste piene
di susine e pesche bionde
porta agosto due sirene
che si specchiano nell’onde
se settembre si fa bello
con tre pampini di vite
reca ottobre un gran fardello
di castagne abbrustolite
poi novembre viene stanco
per la nebbia che l’assale
vien dicembre tutto bianco
con l’abete di Natale.
Sono dodici fratelli
che si tengono per mano
tutti buoni tutti belli,
anno nuovo ti aspettiamo.

(G. Noseda)

————————————–

I mesi dell’anno
Gennaio porta epifania,
febbraio sciala in maschera per via,
marzo per mano tien la primavera,
aprile d’ogni verde s’imbandiera.
Maggio i giardini sogna delle fate,
giugno dispensa l’oro dell’estate,
luglio ed agosto nella gran calura
godon beati la villeggiatura.
Settembre s’affaccenda per il vino,
ottobre rompe ricci di castagne,
novembre fa canute le montagne,
dicembre esulta davanti al Bambino.

(I. Drago)

————————–

I mesi dell’anno
Gennaio mette ai monti la parrucca,
febbraio grandi e piccoli imbacucca;
marzo libera il sol di prigionia.
April di bei color gli orna la via;
maggio vive tra musiche d’uccelli,
giugno ama i frutti appesi ai ramoscelli;
luglio falcia le messi al solleone,
agosto, avaro, ansando le ripone;
settembre i dolci grappoli arrubina,
ottobre di vendemmia empie la tina;
novembre ammucchia aride foglie in terra,
dicembre ammazza l’anno e lo sotterra.

(A. S. Novaro)

—————————————–

I mesi dell’anno
Gennaio porta gelo e nevicate,
febbraio grandi balli e mascherate,
marzo arriva col vento e le viole,
aprile ha l’erba per le capriole.
Maggio ci dà le rose profumate,
giugno le spighe dal bel sol dorate,
luglio ha le trebbie e sempre gran lavoro,
agosto buone frutta rosse e d’oro.
Settembre mette l’uva giù nel tino,
ottobre cambia il mosto in un buon vino,
novembre butta giù tutte le foglie,
dicembre per il fuoco le raccoglie.

(O. Turchetti)

———————————–

I mesi
Aprendo la sua porta
gennaio tira tira.
Febbraio gamba corta,
lo segue e gira gira.
Va marzo pazzerello
col vento nel cestello.
E sparge i fiori aprile,
sì gaio e sì gentile.
Il maggio par che voli
fra rondin e usignoli.
Poi giugno va beato
di spighe inghirlandato.
E luglio porta il sacco
di candida farina.
Agosto ha la sua sporta
di frutta sopraffina.
S’aggirano settembre
e ottobre dentro il tino.
E mesto va novembre
coi fiori e il lumicino.
Dicembre chiude l’anno
in una stanza oscura.
Ma, furbo, capodanno,
vi scopre una fessura.
Gennaio fa passare
per poi ricominciare
il giro giro tondo
che dura quanto il mondo.

(F. Manisco)

Febbraio

Nè amato nè inviso
tu giungi, o febbraio:
ci mostri il tuo viso
più triste che gaio.
Sorridi talvolta,
ma è un riso di scherno
nell’aria sconvolta
dal rigido inverno.
E il timido sole
che splende non piace:
c’è sempre chi vuole
scaldarsi alla brace.

(L. Ruber)

……………………………………………………

Solicello di febbraio

Solicello di febbraio
che sorridi lieve lieve,
sulle siepi e sulle case
già si liquefa la neve.
Dopo i giorni cupi e tetri
il tuo raggio com’è gaio
com’è dolce il tuo tepore
solicello di febbraio!
Tu, riscaldi i poverelli
solicello chiaro e mite
più non tremano gli uccelli
sulle piante intirizzite
e i vecchietti freddolosi
siedon già sulle panchine
mentre sciamano s’intorno
variopinte mascherine.
Solicello di febbraio
già la livida bufera
si allontana e cede il passo
alla rosea primavera;
già si schiudono le gemme
canta il passero sul tetto
solicello di febbraio
solicello benedetto!

(P. Ruocco)

…………………………………………..

Speranza

C’è un grande albero spoglio
in mezzo all’orto; pare
che soffra e non si possa
coprire e riscaldare.
Vola sui rami nudi
un passero sperduto
e cinguetta più forte
in segno di saluto.
Geme l’albero: “Un tempo
fui giovane e fui bello;
candidi fiorellini
erano il mio mantello…
Il passero cinguetta:
“O vecchio albero, spera…
Si sciolgono le nevi;
verrà la primavera.

(M. Dandolo)

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Febbraio
Questo è febbraio: tipo di mese
corto e amaro, spesso scortese.
Folate fredde taglian la faccia,
Agli usci aperti danno la caccia;
van brontolando dentro i camini,
fermano il volo degli uccellini,
e, se furiose soffian sul mare,
lo fan di spume tutto arricciare.
Neanche un fiore sopra la terra…
E quelle rose? Sono di serra.
Forse lontano, sotto i bei cieli
del mezzogiorno, gemmano i meli,
ma a tramontana con l’aria greve
neppure l’ombra di un bucaneve.
E’ meglio quindi stare al riparo…
Questo è febbraio corto ed amaro.

(G. Folgore)

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Febbraio
Nuvoli, vento, neve, acqua, tempesta!
E’ arrivato febbraio, febbraietto!
“Ah, febbraietto, corto e maledetto”
gli gridan tutti: “Vattene alla lesta!”
Corre via febbraietto e sembra dire:
“Allegri, chè l’inverno è per finire!”
E allegro per il colle e per il piano,
ora pota le viti il buon villano,
mentre le vie, le piazze cittadine,
empie un gaio vociar di mascherine.

.(U. Ghiron)

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Febbraio
Ecco qua il più piccino,
gaio, breve, mingherlino,
tutto trilli e sonatine,
canti, balli, mascherine,
tutto frizzi ed allegria
che spumeggia e corre via.
Ecco, appena cominciato
già è passato…
In un soffio se ne va
e di tutto quel frastuono,
nulla, nulla resterà.

(Hedda)

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Febbraio
Se ridi, o febbraio piccino,
col sole sia pure d’un dì,
è un riso che dura pochino,
pochino pochino così.
Appena quel tanto che basta
a fare cantare le gronde
dell’acqua mutevole e casta
che lascia la neve che fonde.
Ma basta quel primo turchino,
quel po’ d’intravvista speranza
a dare una nuova fragranza
al cuore e al destino.

(R. Pezzani)

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La prima viola
E’ nata la prima violetta
tra la fresca erbetta
del prato
e ha detto facendo l’inchino:
“Cantate,
il bel tempo è vicino!”

(B. Marini)

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Vien febbraio
Vien febbraio
mese gaio
che folleggia
che passeggia
con la maschera sul viso,
con la celia, col sorriso
che fa il chiasso per le strade
mentre ancor la neve cade.

(Malfatti Petrini)

……………………………………………..

Febbraio
Oh febbraio piccolino,
non è vero che tu sia
proprio un mese malandrino.
Fra i tuoi giorni di bufera
e di freddo, tu ci porti
un pochin di primavera.
Se nel cielo ride il sole,
spuntan subito, sul greppo,
una primula e due viole.
Poi tu allunghi la giornata
più di un’ora e ci regali
qualche bella mascherata.
Non sei dunque malandrino,
o febbraio piccolino.

(T. R. Correggi)

…………………………………………..

Febbraio
Se ti dicon, febbraietto,
che sei corto e maledetto,
non avertene per male:
è un proverbio che non vale.
Il tuo gelido rovaio,
un ricordo di gennaio,
presto viene e presto va
e paura non ci fa.
Oh, nemmen quella tua neve
ci sgomenta, così lieve
che un respiro di tepore
basta a scioglierne il rigore.
E se ancor ti coglie il gelo
e s’addensan nubi in cielo,
basta un raggio del tuo sole
a dar vita alle viole.
Poco dura la bufera
se alle porte è primavera;
non è vero, febbraietto,
che sei corto e maledetto.

(F. Castellino)

………………………………………………..

Febbraio
Febbraio, bizzoso,
cattivo, cattivo,
perchè tante nubi?
Perchè tanto gelo?
Eppure nel cuore
tu sogni e racchiudi
il tenero azzurro
d’un lembo di cielo
e porti negli occhi
un raggio di sole
ch’è più luminoso
più bello che mai.
Febbraio bizzoso,
dov’è primavera?
Oh, dimmelo piano!
Tu ridi: lo sai.

(G. Aimone)

…………………………………………

Febbraio
Oh febbraio piccolino,
non è vero che tu sia
proprio un mese malandrino.
Fra i tuoi giorni di bufera
e di freddo, tu ci porti
un pochin di primavera.
Se nel cielo ride il sole,
spuntan subito, sul greppo,
una primula e due viole.
Poi tu allunghi la giornata
più di un’ora e ci regali
qualche bella mascherata.
Non sei dunque malandrino,
o febbraio piccolino.

(T. R. Correggi)

…………………………………………..

Febbraio
Se ti dicon, febbraietto,
che sei corto e maledetto,
non avertene per male:
è un proverbio che non vale.
Il tuo gelido rovaio,
un ricordo di gennaio,
presto viene e presto va
e paura non ci fa.
Oh, nemmen quella tua neve
ci sgomenta, così lieve
che un respiro di tepore
basta a scioglierne il rigore.
E se ancor ti coglie il gelo
e s’addensan nubi in cielo,
basta un raggio del tuo sole
a dar vita alle viole.
Poco dura la bufera
se alle porte è primavera;
non è vero, febbraietto,
che sei corto e maledetto.

(F. Castellino)

……………………………………

I doni

Primavera vien danzando,
vien danzando alla tua porta.
Sai tu dirmi che ti porta?
Ghirlandette di farfalle,
campanelle di vilucchi,
quali azzurre, quali gialli;
e poi rose, a fasci e a mucchi.

E l’estate vien cantando,
vien cantando alla tua porta.
Sai tu dirmi che ti porta?
Un cestel di bionde pesche
vellutate, appena tocche,
e ciliegie lustre e fresche,
ben divise a mazzi e a ciocche.

Vien l’autunno sospirando,
sospirando alla tua porta.
Sai tu dirmi che ti porta?
Qualche bacca porporina,
nidi vuoti, rame spoglie,
e tre gocciole di brina,
e un pugnel di morte foglie.

E l’inverno vien tremando,
vien tremando alla tua porta.
Sai tu dirmi che ti porta?
Un fastel d’aridi ciocchi,
un fringuello irrigidito;
e poi neve, neve a fiocchi
e ghiacciuoli grossi un dito.

La tua mamma vien ridendo.
vien ridendo alla tua porta,
sai tu dirmi che ti porta?
Il suo vivo e rosso cuore,
e lo colloca ai tuoi piedi,
con in mezzo, ritto, un fiore:
Ma tu dormi e non lo vedi…

(di Angelo Silvio Novaro)

Le stagioni, i mesi, le settimane, i giorni

Ebbe la primavera coi bei fiori.
Ebbe l’estate con i suoi colori.
Ebbe l’autunno coi grappoli d’oro.
Ebbe l’inverno, con il suo lavoro
di trine e di merletti: erano i bianchi
ghiaccioli e neve, a fiocchi lenti e stanchi.
Fu un anno come gli altri, coi suoi mesi,
con le stagioni e con le settimane:
una fila di giorni che rimane
nel ricordo di chi li ha bene spesi

(di Gioia Vanni)

————————————

Le stagioni

Prima viene Primavera
con i fiori sulla pianta,
poi Estate calda e chiara
quando la cicala canta,
poi Autunno bruno e quieto
con castagne e foglie rosse,
poi Inverno infreddolito
con starnuti, gelo e tosse.

(di R. Piumini)

—————————————

Febbraio

E’ febbraio monellaccio molto allegro e un po’ pagliaccio;
ride, salta, balla, impazza,
per le vie forte schiamazza;
per le vie e per le sale
accompagna il Carnevale.
Se fra i mesi suoi fratelli
ve ne sono di più belli,
il più allegro e birichino,
sempre è lui, ch’è il più piccino.
(M. Vanni)
………………………………………………………………………………………..
 
FEBBRAIO
Vengo subito dopo la merla,
il mio freddo è come una sberla,
sono il mese dei travestimenti,
balli, canti e divertimenti.
Colombina ed Arlecchino
Balanzone e Meneghino,
Pantalone e Pulcinella,
scegli la maschera quella più bella.
Sono il più piccolo dei miei fratelli,
per arrivare faccio balzelli.
Ogni quattr’anni, mi allungo di un giorno,
ma l’anno dopo piccino ritorno.
Non sono un sarto, non son calzolaio
non sono dottore e non porto il saio,
ma delle chiacchiere son buongustaio
è stato un piacere, io sono Febbraio.
 
http://www.educabimbi.it/filastrocca-di-febbraio/

Poesie e filastrocche per il nuovo anno

Augurio

Ecco l’anno misterioso
col cappuccio sopra gli occhi,
che tra un turbine di fiocchi
viene avanti pensieroso.

Viene e bussa ad ogni tetto
il viandante giovinetto,
viene e bussa ad ogni cuore,
forse in cerca di tepore.

Io lo prego che sia buono,
porti pace, amor, lavoro,
che ogni giorno rechi un dono…
che sia un anno dal cuor d’oro!

L. Salvatore

——————–

Ode al primo giorno dell’anno

Lo distinguiamo dagli altri
come se fosse un cavallino
diverso da tutti i cavalli.
Gli adorniamo la fronte
con un nastro,
gli posiamo sul collo sonagli colorati,
e a mezzanotte
lo andiamo a ricevere
come se fosse
un esploratore che scende da una stella.

Come il pane assomiglia
al pane di ieri,
come un anello a tutti gli anelli: i giorni
sbattono le palpebre
chiari, tintinnanti, fuggiaschi,
e si appoggiano nella notte oscura.

Vedo l’ultimo
giorno
di questo
anno
in una ferrovia, verso le piogge
del distante arcipelago violetto,
e l’uomo
della macchina,
complicata come un orologio del cielo,
che china gli occhi
all’infinito
modello delle rotaie,
alle brillanti manovelle,
ai veloci vincoli del fuoco.

Oh conduttore di treni
sboccati
verso stazioni
nere della notte.
Questa fine dell’anno
senza donna e senza figli,
non è uguale a quello di ieri, a quello di domani?

Dalle vie
e dai sentieri
il primo giorno, la prima aurora
di un anno che comincia,
ha lo stesso ossidato
colore di treno di ferro:
e salutano gli esseri della strada,
le vacche, i villaggi,
nel vapore dell’alba,
senza sapere che si tratta
della porta dell’anno,
di un giorno scosso da campane,
fiorito con piume e garofani.

La terra non lo sa: accoglierà questo giorno
dorato, grigio, celeste,
lo dispiegherà in colline
lo bagnerà con frecce
di trasparente pioggia
e poi lo avvolgerà
nell’ombra.

Eppure
piccola porta della speranza,
nuovo giorno dell’anno,
sebbene tu sia uguale agli altri
come i pani
a ogni altro pane,
ci prepariamo a viverti in altro modo,
ci prepariamo a mangiare, a fiorire,
a sperare.

Ti metteremo
come una torta
nella nostra vita,
ti infiammeremo
come un candelabro,
ti berremo
come un liquido topazio.

Giorno dell’anno nuovo,
giorno elettrico, fresco,
tutte le foglie escono verdi
dal tronco del tuo tempo.

Incoronaci
con acqua,
con gelsomini aperti,
con tutti gli aromi spiegati,
sì,
benché tu sia solo un giorno,
un povero giorno umano,
la tua aureola palpita
su tanti cuori stanchi
e sei,
oh giorno nuovo,
oh nuvola da venire,
pane mai visto,
torre permanente!

Pablo Neruda


Felice nuovo anno

Nella notte di magia
l’anno vecchio scappa via;
non sei neppure addormentato
che uno nuovo è già arrivato:
bello, ricco di giornate,
sia d’inverno, che d’estate.

Anno allegro e fortunato
sia quest’anno appena nato!

K. Jackson


Anno Nuovo

“Indovinami, Indovino,
tu che leggi nel destino:
l’anno nuovo come sarà?
Bello, brutto o metà e metà?”.
“Trovo stampato nei miei libroni
che avrà di certo quattro stagioni,
dodici mesi, ciascuno al suo posto,
un Carnevale e un Ferragosto
e il giorno dopo del lunedì
sarà sempre un martedì.
Di più per ora scritto non trovo
nel destino dell’anno nuovo:
per il resto anche quest’anno
sarà come gli uomini lo faranno!”.

G.Rodari
——————-
L’anno nuovo

L’anno vecchio se ne va
e mai più ritornerà,
io gli ho dato una valigia
di capricci e impertinenze,
di lezioni fatte male,
di bugie e disubbedienze,
Anno nuovo, avanti ,avanti!
Ti fan festa tutti quanti!
D’esser buono ti prometto,

anno nuovo benedetto.
A.S.Novaro
——————-

O anno nuovo

O anno nuovo, che vieni a cambiare
il calendario sulla parete,
ci porti sorprese dolci o amare?
Vecchie pene o novità liete?
Dodici mesi vi ho portati,
nuovi di fabbrica, ancora imballati;
trecento e passa giorni ho qui,
per ogni domenica il suo lunedì;
controllate, per favore:
ogni giorno ha ventiquattr’ore.
Saranno tutte ore serene
se voi saprete usarle bene.
Vi porto la neve: sarà un bel gioco
se ognuno avrà la sua parte di fuoco.
Saranno una festa le quattro stagioni
se ognuno avrà la sua parte di doni.
G.Rodari

Filastrocche di CAPODANNO

Indovinami, indovino,
tu che leggi nel destino:

l’anno nuovo come sarà?

Bello, brutto o metà e metà ?

Trovo stampato nei miei libroni

che avrà di certo quattro stagioni,

dodici mesi, ciascuno al suo posto,

un carnevale e un ferragosto,

e il giorno dopo il lunedì

sarà sempre un martedì.

Di più per ora scritto non trovo

nel destino dell’anno nuovo:

per il resto anche quest’anno

sarà come gli uomini lo faranno

G. Rodari

Il giorno di Capodanno
Il primo giorno dell’anno
Lo distinguiamo dagli altri
come se fosse un cavallino
diverso da tutti i cavalli.
Gli adorniamo la fronte con un nastro,
gli posiamo sul collo sonagli colorati,
e a mezzanotte lo andiamo a ricevere
come se fosse un esploratore
che scende da una stella.

Come il pane, assomiglia al pane di ieri.
Come un anello a tutti gli anelli.
La terra accoglierà questo giorno
dorato, grigio, celeste,
lo dispiegherà in colline,
lo bagnerà con frecce di trasparente pioggia
e poi, lo avvolgerà nell’ombra.
Eppure,
piccola porta della speranza,
nuovo giorno dell’anno,
sebbene tu sia uguale agli altri
come i pani a ogni altro pane,
ci prepariamo a viverti in altro modo,
ci prepariamo a mangiare, a fiorire, a sperare.

Pablo Neruda

…………………….
Filastrocca di Capodanno

Filastrocca di capodanno:
fammi gli auguri per tutto l’anno:
voglio un gennaio col sole d’aprile,
un luglio fresco, un marzo gentile;
voglio un giorno senza sera
voglio un mare senza bufera;
voglio un pane sempre fresco,
sul cipresso il fiore del pesco;
che siano amici il gatto e il cane,
che diano latte le fontane.
Se voglio troppo, non darmi niente,
dammi una faccia allegra solamente.

di Gianni Rodari

…………………….

Che sia un buon inizio

All’inizio del nuovo anno
prego il Signore
di concedere la pace, la concordia,
la tranquillità nell’ordine
e nel rispetto dei diritti
di ogni persona umana,
senza cui il mondo
non può avanzare
verso traguardi
di progresso e di civiltà

Giovanni Paolo II

…………………………..

Anno vecchio e anno nuovo
L’anno vecchio se ne va
e mai più ritornerà.
lo gli ho dato una valigia
di capricci e impertinenze,
di lezioni fatte male,

di bugie, disobbedienze,
e gli ho detto: – Porta via,
questa è tutta roba mia.
Anno nuovo, avanti avanti, avanti!
Ti fan festa tutti quanti.
Tu la gioia e la salute
porta ai cari genitori,
ai parenti ed agli amici,
rendi lieti tutti i cuori.
D’esser buono ti prometto,
anno nuovo, benedetto.

di A. Cuman Pertile

…………………………………………


L’anno nuovo
Con il tren di mezzanotte,
puntualissimo, in orario,
ecco il nuovo calendario.
E’ arrivato un treno merci
con un solo passeggero
piccolissimo, ma fiero.
Tra gli evviva dei ragazzi
l’Anno nuovo mostra, gaio,
il suo grande bagagliaio,
pien di gioia e di dolori,
di successi e d’amarezze.
Su, ragazzi, son per voi,
queste merci, e si vedrà
chi ben scegliere saprà.
di E. Zedda
…………………………
L’ anno nuovo

L’anno vecchio se ne va, e mai più ritornerà,
io gli ho dato una valigia di capricci e impertinenze,
di lezioni fatte male, di bugie e disubbidienze,
e gli ho detto: “Porta via! questa è tutta roba mia”.

Anno nuovo, avanti avanti,
ti fan festa tutti quanti,
tu la gioia e la salute porta ai cari genitori,
ai parenti ed agli amici rendi lieti tutti i cuori,
d’esser buono ti prometto, anno nuovo benedetto.

Silvio Novaro

———————————

Ode al primo giorno dell’ anno

Lo distinguiamo dagli altri
come se fosse un cavallino
diverso da tutti i cavalli.
Gli adorniamo la fronte
con un nastro,
gli posiamo sul collo sonagli colorati,
e a mezzanotte
lo andiamo a ricevere
come se fosse
un esploratore che scende da una stella.

Come il pane assomiglia
al pane di ieri,
come un anello a tutti gli anelli: i giorni
sbattono le palpebre
chiari, tintinnanti, fuggiaschi,
e si appoggiano nella notte oscura.

Vedo l’ultimo
giorno
di questo
anno
in una ferrovia, verso le piogge
del distante arcipelago violetto,
e l’uomo
della macchina,
complicata come un orologio del cielo,
che china gli occhi
all’infinito
modello delle rotaie,
alle brillanti manovelle,
ai veloci vincoli del fuoco.

Oh conduttore di treni
sboccati
verso stazioni
nere della notte.
Questa fine dell’anno
senza donna e senza figli,
non è uguale a quello di ieri, a quello di domani?

Dalle vie
e dai sentieri
il primo giorno, la prima aurora
di un anno che comincia,
ha lo stesso ossidato
colore di treno di ferro:
e salutano gli esseri della strada,
le vacche, i villaggi,
nel vapore dell’alba,
senza sapere che si tratta
della porta dell’anno,
di un giorno scosso da campane,
fiorito con piume e garofani.

La terra non lo sa: accoglierà questo giorno
dorato, grigio, celeste,
lo dispiegherà in colline
lo bagnerà con frecce
di trasparente pioggia
e poi lo avvolgerà
nell’ombra.

Eppure
piccola porta della speranza,
nuovo giorno dell’anno,
sebbene tu sia uguale agli altri
come i pani
a ogni altro pane,
ci prepariamo a viverti in altro modo,
ci prepariamo a mangiare, a fiorire,
a sperare.

Ti metteremo
come una torta
nella nostra vita,
ti infiammeremo
come un candelabro,
ti berremo
come un liquido topazio.

Giorno dell’anno nuovo,
giorno elettrico, fresco,
tutte le foglie escono verdi
dal tronco del tuo tempo.

Incoronaci
con acqua,
con gelsomini aperti,
con tutti gli aromi spiegati,
sì,
benché tu sia solo un giorno,
un povero giorno umano,
la tua aureola palpita
su tanti cuori stanchi
e sei,
oh giorno nuovo,
oh nuvola da venire,
pane mai visto,
torre permanente!

Pablo Neruda

LA FINESTRA DI COLOMBINA

 

  Per divertirsi

Basta un cappello vecchio,

due baffoni,

disegnato sul viso coi carboni

e una gran pancia fatta col guanciale

per divertirsi tanto a Carnevale

da COME GIOCO,Marzocco

 

La signora Colombina

si affaccia alla finestra

con la corona in testa

Passan tre fanti

con tre cavalli bianchi, bianca è al sella

bianco il mantello,

bianca la piuma sul cappello.

Il bimbo si maschera da Pirata,

da Toro seduto, da Astronauta,

da Sceriffo,da Torero,

da Zorro, da Pistolero,

e da Tarzan(eroe selvaggio)

perchè ama gli eroi del coraggio.

Non si maschera da Calimero

Calimero (pulcino nero)

 

è solo un eroe della pubblicità,

e, a dire la verità,

non è eroe nemmeno per metà,

E il bimbo più piccolino?

Ha un debole per Arlecchino

tutto rosso, verde, giallo, turchino.

Luigi Grosso

 

PULCINELLA AVEVA UN GALLO

Pulcinella aveva un gallo

che volava  a passo di ballo:

vola da Roma fino alla Spezia,

Pulcinella arriva a Venezia

A Venezia incontra Arlecchino

con Brighella che suona il violino

poi c’è Florindo che suona la viola

e Colombina che torna da scuola

suonando la tromba

il corno e il trombone

per far dispetto a papà Pantalone.

Solo Rosaura non viene alla festa

perchè in laguna  ha perso la testa;

ha perso la testa per Pulcinella,

ma senza la testa non è tanto bella

Larga la foglia,

stretta la via

con un inchino, con cortesia

Pulcinella saluta e va via

E.LUZZATI

Canzonetta di carnevale

Pulcinella aveva un gallo,

tutto il giorno vi andava a cavallo

con la briglia e con la sella,

viva il galletto di Pulcinella!

 

Pulcinella aveva un gatto,

tutto il giorno saltava da matto,

suonando una campanella,

viva il gatto di Pulcinella!

 

Pulcinella aveva un cane,

che mangiava solo pane,

qualche volta una ciambella,

viva il cagnetto di Pulcinella!

 

Pulcinella aveva un’ oca,

inseguita dalla cuoca,

con in mano una padella,

viva l’ oca di Pulcinella!

 

 

IL GIOCO DEI “SE”

Se comandasse Arlecchino

 il cielo sai come lo

vuole?

A toppe di cento colori

Cucite con un raggio di sole

Se Gianduia diventasse

Ministro dello Stato,

farebbe le case di zucchero

con le porte di cioccolato

Se comandasse Pulcinella

la legge sarebbe questa:

a chi ha brutti pensieri

sia data una nuova testa.

G. Rodari

Origini di PULCINELLA
ORIGINILa maschera di Pulcinella è stata inventata ufficialmente dall’attore Silvio Fiorillo nella seconda metà del Cinquecento. Le origini di Pulcinella sono però molto più antiche. Le ipotesi sono varie: c’è chi lo fa discendere da “Pulcinello” un piccolo pulcino perché il naso adunco; c’è chi sostiene che un contadino di Acerra, Puccio d’Aniello, nel ‘600 si unì come buffone ad una compagnia di girovaghi di passaggio nel suo paese. Altri ancora vanno ancora più indietro nel tempo fino al IV secolo e sostengono che Pulcinella discende da Maccus, personaggio delle Atellane che si esprimeva in un dialetto campano, l’osco; Maccus rappresentava una tipologia di servo dal naso lungo e la faccia bitorzoluta, ventre prominente, che indossava una camicia larga e bianca e il volto era coperto da mezza maschera.http://it.wikipedia.org/wiki/Pulcinella

 

 

VORREI UNA MASCHERA

 

Vorrei una maschera

così spaventosa,

che tremi la gente

più coraggiosa;

da strega o da fantasma,

da mostro o da vampiro,

da scheletro bianco,

che vangoli in giro

tra gli alberi spogli,

nel lume lunare

così che la gente

si metta ad urlare.

E nessuno sappia

che il più spaventoso

di tutti i costumi

ce l’ ha il timoroso

Kathrin Jackon

 
 
 
 

IL VESTITO DIARLECCHINO

C’era una volta un bambino, chiamato Arlecchino, molto povero che viveva  con la sua mamma in una misera casetta.  Per carnevale la maestra organizzò una bella festa e propose a tutti i bambini di vestirsi in maschera. Gli amici di Arlecchino decisero di vestirsi in maschera l’ultimo giorno di carnevale con gli abiti cuciti dalle loro mamme. Arlecchino era triste perché la madre, che era vedova e povera, non poteva comperare la stoffa per il suo vestito. Le mamme degli amici di Arlecchino le regalarono allora gli avanzi di stoffa così la mamma di Arlecchino poté cucirgli il vestito. La mattina del martedì grasso, quando Arlecchino entrò in classe lo accolsero con un fragoroso applauso perché il suo vestito, non solo era il piu’ bello ma anche il piu’ Originale.

Da questo testo è nata l’ idea di impegnare i bambini a “cucire” un abitino ad Arlecchino

Con la carta crespa hanno fatto delle palline colorate

che hanno incollato su una sagoma precedentemente preparata

Lo scopo era quello di sensibilizzarli verso i meno fotunati,a sviluppare il senso di amicizia e a sviluppare e consolidare la motricità fine della mano

 ED ECCO COME I BIMBI HANNO RAPPRESENTATO LA STORIA DI QUESTA MASCHERA

 

SITI CON SEZIONE SPECIALE DEDICATA AL CARNEVALE

www.lagirandola.it;

http://www.infanziaweb.it/feste/bam_carnevale.htm;

http://www.scuola-gabryportal.com/disegni_da_colorare/carnevale/

http://www.dienneti.it/feste/carnevale.htm

http://www.albertopiccini.it/

 

 
La maschera di Pulcinella è stata inventata ufficialmente dall’attore Silvio Fiorillo nella seconda metà del Cinquecento. Le origini di Pulcinella sono però molto più antiche. Le ipotesi sono varie: c’è chi lo fa discendere da “Pulcinello” un piccolo pulcino perché il naso adunco; c’è chi sostiene che un contadino di Acerra, Puccio d’Aniello, nel ‘600 si unì come buffone ad una compagnia di girovaghi di passaggio nel suo paese. Altri ancora vanno ancora più indietro nel tempo fino al IV secolo e sostengono che Pulcinella discende da Maccus, personaggio delle Atellane che si esprimeva in un dialetto campano, l’osco; Maccus rappresentava una tipologia di servo dal naso lungo e la faccia bitorzoluta, ventre prominente, che indossava una camicia larga e bianca e il volto era coperto da mezza maschera.http://it.wikipedia.org/wiki/Pulcinella
  
  
VORREI UNA MASCHERA

  

Vorrei una maschera

così spaventosa,

che tremi la gente

più coraggiosa;

da strega o da fantasma,

da mostro o da vampiro,

da scheletro bianco,

che vangoli in giro

tra gli alberi spogli,

nel lume lunare

così che la gente

si metta ad urlare.

E nessuno sappia

che il più spaventoso

di tutti i costumi

ce l’ ha il timoroso

Kathrin Jackon

 
 

 

 

COME FARE IL CAPPELLO DI ARLECCHINO

Materiali

Cartoncino bristol nero

Carta velina o crespa colorata

Procedimento

Tagliare a forma di rettangolo il bristol, piegarlo a metà e rivoltare come si fa per le barchette di carta.

I bambini incolleranno  i pezzett i di carta che hanno tagliato in un primo momento

Carnevale vecchio e pazzo

Carnevale vecchio e pazzo
s’è venduto il materasso
per comprare pane, vino,
tarallucci e cotechino.
E mangiando a crepapelle
la montagna di frittelle
gli è cresciuto un gran pancione
che somiglia ad un pallone.
Beve, beve all’improvviso
gli diventa rosso il viso
poi gli scoppia anche la pancia
mentre ancora mangia, mangia.
Così muore il Carnevale
e gli fanno il funerale:
dalla polvere era nato
e di polvere è tornato.

da Scuola Materna, LA SCUOLA 

 

Disegni da colorare

Angelo

Ape

Ape

Aragosta e granchio

Autunno

Autunno

Bandiera

Biglietto di saluto alla maestra

Cane

Cappello pagliaccio

Carnevale (vari)

Castagna

Cestino di Pasqua

Ciclo dell’ acqua

Ciclo dell’ acqua 2

Coniglio

Coniglio

Corpo (vari)

Corredo scuola

Contrassegni

Contrassegni 1

Diploma primaria/ infanzia fine anno

Diploma primaria /infanzia

DIRITTI DEI BAMBINI

Elicottero

Estate(vari)

Fantasmino

Festa delle donne

Festa delle donne

Festa della Repubblica

Forme geometriche

Gallina

Giorni della settimana

Granchio

HI-HO

INVERNO vari

Locomotiva

Luna

Lumaca

Madonnina

Maialino

Mascherina coniglio

Medaglia

Mela

Mongolfiera

NATALE vari

Numeri

Occhiali del pagliaccio

Ombrello

Orso

Pagliaccio 1

Pagliaccio 2

Pagliaccio 3

Papaveri

Pasqua(vari)

Pesciolino

Pesciolino arancione

Pigna

Pipistrello

Pulcino

Pulcino 2

Primavera(vari)

Primavera1

Quadrifoglio

Rana

Semaforo

Semina

Semina 2(La storia del chicco di grano)

Schede sui cinque sensi

Schede sul gusto

Schede sull’ olfatto

Schede sul tatto

Schede sull’ udito

Schede sulla vista

Stella cometa

Simboli della Pasqua

Storia di Babbo Natale

Storiella per halloween

Tartarughe

Tartaruga

Trenino

Uva

Uccellino

Uva 2

Vendemmia

Vocali animate

Vocali 2

Zucca

 

POESIE

Raccolta di poesie suddivise per tematica e ricorrenza perché… “la poesia apre la mente, presta grazia alla saggezza e rende ereditarie le eroiche virtù”.

Walter Scott

Accoglienza

Anno vecchio-anno nuovo

Autunno

Befana

Bullismo e cyberbullismo

Carnevale

Capodanno

Cinque sensi

Colori

Commemorazione dei defunti

Corpo umano,igiene e salute

 Diritti dei bambini.

Educazione alimentare

Educazione ambientale

Educazione stradale

Emozioni

Estate

Febbraio

Festa del papà

Festa dell’ albero

Festa degli angeli

Festa della donna

Festa della liberazione

Festa della mamma

Festa della Repubblica

Figure geometriche

Fine anno scolastico

Gentilezza

Halloween

Inverno

Legalità

Madonna

Mesi dell’ anno

Natale

Nonni

Numeri

Primavera

San Francesco

San Martino

San Valentino

Santa Lucia

Santa Pasqua

Settimana

Vocali e alfabeto

Saluti alla scuola

Il mio corpo cresce (1)
Ti auguro tempo
 
Non ti auguro un dono qualsiasi,
ti auguro soltanto quello che i più non hanno.
Ti auguro tempo, per divertirti e per ridere;
se lo impiegherai bene potrai ricavarne qualcosa.
Ti auguro tempo, per il tuo fare e il tuo pensare,
non solo per te stesso, ma anche per donarlo agli altri.
Ti auguro tempo, non per affrettarti a correre,
ma tempo per essere contento.
Ti auguro tempo, non soltanto per trascorrerlo,
ti auguro tempo perché te ne resti:
tempo per stupirti e tempo per fidarti e non soltanto per guadarlo sull’orologio.
Ti auguro tempo per guardare le stelle
e tempo per crescere, per maturare.
Ti auguro tempo per sperare nuovamente e per amare.
Non ha più senso rimandare.
Ti auguro tempo per trovare te stesso,
per vivere ogni tuo giorno, ogni tua ora come un dono.
Ti auguro tempo anche per perdonare.
Ti auguro di avere tempo, tempo per la vita.
Elli Michler
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SE TU
Se . . . . tu entri in classe come si entra in famiglia;
 
se . . . . il tuo cuore batte più veloce rivedendo i tuoi allievi;
 

se . . . . ogni viso è per te un’anima da amare;

se . . . . tu riprendi con gioia il dialogo sospeso;

se . . . . ogni tua ora passata è troppo presto fuggita;

se . . . . tu ami meglio il tuo lavoro a ogni anno che passa;

se . . . . la tua opera ti sembra incompleta;

se . . . . Dio è in ogni giorno il tuo grande confidente;

se . . . . le dita irrequiete e i piedi rumorosi ti sono sinfonia;

se . . . . le tue punizioni sono rare come le piogge in luglio;

se . . . . le inevitabili difficoltà ti trovano sorridente;

se . . . . i queruli genitori e i fanciulli ti riconoscono gentile;

se . . . . la tua giustizia sa fasciarsi di comprensione;

se . . . . combatti il male, ma non il peccatore;

se . . . . tu predichi la virtù e la sai praticare;

se . . . . ogni giorno che passa ti trova migliore;

se . . . . senza essere schiavo, tu segui un metodo;

se . . . . sapendo tante cose, tu non ti credi sapiente;

se . . . . tu sai ristudiare ciò che credevi di sapere;

se . . . . al posto di interrogare, tu sai soprattutto rispondere;

se . . . . tu sai essere fanciullo pur restando maestro;

se . . . . davanti alla bellezza tu sai meravigliarti;

se . . . . la tua vita è lezione e le tue parole silenzio;

se . . . . la tua vita è preghiera e la tua fede splendente;

e se . . . . i tuoi allievi vogliono assomigliarti

allora tu sei maestro!

da A. Gille, “Bulletin des écoles”.

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IN PRIMA ANDRO’
Ultimi giorni di scuola

RICORDO IL PRIMO GIORNO
CHE SON VENUTO QUA
MI CI HAN PORTATO
LA MIA MAMMA E IL MIO PAPÀ.
IO PIANGEVO , NON CI VOLEVO STARE
E ADESSO CHE SON GRANDE
NON ME NE VOGLIO ANDARE.
PRIMA NON AVEVO MOLTI AMICI,
ADESSO SIAMO TANTI E SIAMO FELICI.
A SETTEMBRE IN PRIMA ANDREMO
MA TANTI I RICORDI CHE CI PORTEREMO:
LE RISATE E L’ALLEGRIA
NESSUNO CE LE PORTERÀ VIA.
IMPAREREMO A LEGGERE
IMPAREREMO A CONTARE
MA QUI ABBIAMO IMPARATO
A SAPERCI ACCETTARE.
ADESSO SAPPIAMO COS’É
UN SENTIMENTO
É CIÒ CHE PROVIAMO
IN QUESTO MOMENTO,
É IL GRAN BENE
ED IL GRANDE AFFETTO
PER LE NOSTRE MAESTRE
CHE CI HANNO AMATO
E A VOLTE PROTETTO.
FACCIAMOCI FORZA
E ANDIAMO AVANTI
CHE I PASSI DA FARE
SON PROPRIO TANTI…
STRINGIAMO INSIEME
LE NOSTRE MANI
E ANDIAMO INCONTRO
AL NOSTRO DOMANI
La maestra Francy

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Vieni alla festa di fine anno
In vacanza è ora di andare,
prima però vi dobbiamo salutare.
La festa di fine anno<>
è il giorno più bello: tutti lo sanno
Con le maestre festeggeremo
e tutti quanti promossi saremo.
Mirò editori( Emma Valli)
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Pensiero per la maestra

Ciao maestra
Che allegria,che festa
niente compiti da fare,
cara maestra ti voglio salutare,
l’anno prossimo poi, rincontrare.
Baci e saluti ti voglio donare
e per le vacanze mi vado a preparare!
saluti alla maestra

STAMPA “Saluto alla maestra

DIPLOMA  FINE ANNO SCOLASTICO

diploma laurea

Stampa Diploma 

diploma fine anno 2

STAMPA Diploma1

diploma colorato

 Stampa Diploma colorato

diplomando

 Stampa  Diploma con cuori

 Invito manifestazione fine anno scolastico
Cari genitori ,
cari parenti,
un invito sorprendente vi voglio fare:
“Alla festa di fine anno vi voglio invitare,
con tutti gli amici vi voglio salutare ,
e quello che ho imparato vi voglio mostrare”.

pergamna

Biglietto fine anno scolastico con dedica

Biglietto con frase per le maestra di tuttodisegni 

Lavoretto fine anno scolastico

Lavoretto per fine anno scolastico di lavoretticreativi

diploma fine anno scolastico

Diploma fine anno della maestra Dada Pasticciona
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A TE MAESTRA MIA
IN UN PRATO PIENO DI COLORI
OGGI HO COLTO DEI BELLISSIMI FIORI
A TE MAESTRA MIA, LI VOGLIO DONARE
PER AVERMI SAPUTO TANTO TANTO AMARE.
IN UN BOSCO TUTTO INCANTATO
OGGI HO COLTO  LE MAGIE DEL CREATO
A TE MAESTRA MIA LE VOGLIO DONARE
PER AVERMI SEMPRE INSEGNATO A SOGNARE.
IN UN CAMPO TUTTO FIORITO
OGGI HO COLTO LA GIOIA DI UN SORRISO
A TE MAESTRA MIA LO VOGLIO DONARE
PER AVERMI SAPUTO SOPPORTARE.
NELLA FAVOLA DELLA NATURA
OGGI HO SMARRITO LA MIA PAURA
A TE MAESTRA MIA VOGLIO RINGRAZIARE
PER AVERMI SAPUTO INSEGNARE A VOLARE.
NELLA FIABA CHE MI HAI RACCONTATO
NON MI AVEVI DETTO CHE TI AVREI LASCIATO
NEL MONDO OGNI COSA HA UN SUO PERCHE’
ED IO COME FARO’ SENZA UNA  MAESTRA COME TE.
ALLORA , DOPO LE FAVOLE VIENE LA VITA VERA
DA TE VOLERO’ VIA IN MONGOLFIERA
NEL CUORICINO MIO SEMPRE TU SARAI
MAESTRA MIA DI ME NON TI SCORDARE MAI.
Giusy Staropoli Calafati
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“FILASTROCCA DELLE BUONE MAESTRE ”

Maestra insegnami il fiore e il frutto

Col tempo ti insegnero’ tutto

Insegnami fino al profondo del mare

Ti insegno fin dove tu impari

Insegnami il cielo, piu’ su che si puo’

Ti insegno fin dove io so

E dove non sai ?

Da lì andiamo insieme

Maestra e scolaro, un albero e un seme

Insegno ed imparo,

insieme perche’ io insegno se imparo con te.

(B.Tognolini)

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Saluto alla maestra

Addio alla Scuola dell’ Infanzia
Cara maestra ti dobbiamo salutare
ormai passiamo in prima elementare!
Ma non vedi come siamo cresciuti?
È arrivato il momento dei saluti…
Siamo felici di essere promossi
e davvero siamo tutti un po’ commossi
ma questo è giorno di gioia, e in effetti,
basta lacrime! basta fazzoletti!

Simona Maiozzi
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IL TEMPO COI BAMBINI

Coi bimbi non s’invecchia, si cresce solamente.
È grande il mistero che dentro cela il tempo,
passano i giorni, gli anni, e a te sembra un momento.
Lo ripetiamo sempre e sempre ci stupisce
questa magia che, a volte, ci duole e ci intristisce.
Si dice che, se bello, il tempo scorra in fretta,
perché, se stiamo male, lo scorrere si aspetta
e lento più che mai procede il suo cammino,
ma fugge lesto assai se stai con un bambino.
Coi bimbi, per incanto, ogni attimo già vola
nel cuore è un minuto, nell’orologio un’ora,
ma se, per paradosso, percorri con la mente
ogni attimo trascorso, ti sembra sorprendente
veder che col pensiero diventano più lenti
tutti quei momenti più densi e divertenti.
Del tempo coi bambini hai strana percezione,
anche se dura un soffio è stato una lezione
e sai, infine, qual è la cosa sconvolgente?
Coi bimbi non s’invecchia, si cresce solamente.
di Germana Bruno

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Se non puoi essere un pino….
Se non puoi essere un pino sulla vetta del monte,
sii una canna  nella valle,
ma sii la migliore, piccola canna
sulla sponda del ruscello.
Se non puoi essere un albero,
sii un cespuglio.
Se non puoi essere un’autostrada
sii un sentiero.
Se non puoi essere il sole,
sii una stella.
Sii sempre il meglio
di ciò che sei.
Cerca di scoprire il disegno
che sei chiamato ad essere,
poi mettiti a realizzarlo nella vita.”

(M.L.King)


Alto materiale qui

Risorse per l’accoglienza degli alunni della scuola dell’ infanzia:Striscioni di benvenuto,poesie,filastrocche,lavoretti, cartelli,canti e altro

Tante manine allegre e colorate per un dolce Benvenuto o Bentornato a scuola.

manine per l' accoglienza (6)

manine per l' accoglienza (5) manina benvenuti

E per rimanere in tema di “manine”, ecco un lavoro da mettere in aula per accogliere tuuttiii i bambini.

Allegro, colorato, multietnico e semplice da realizzare !

manina5 manine0_n manina6

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AQUILONI DI BENVENUTO/BENTORNATO

aquilone arancionegruppo aquilonitris aquiloni

Spiegazione qui

Poesia/biglietto per i primi giorni di scuola

biglietto primo giorno di scuola


elefantinielefantino rosa

Tutti a bordo con questo lavoretto per i primi giorni di scuola

elico.lavoretti

Istruzioni qui


Cartelli per le porte dell’aula e per un “Benvenuti a scuola”cartello primaria da colorarecartello infanzia coloratocartello per infanzia da colorareCartellone aula scuola primariamargherite benvenuto coloratobenvenuto margherite bianco nero

Apette di Benvenuti

apett BenvenutoApe Benvenuti

Stampa schema APE

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Scritta per porta

scrutta gufi

Stampa il gufetto

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Scatolina a forma di fiore piena di caramelle

scatolina Bentornatofiore bentornato

Pdf scatolina fiore 

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Striscioni per l’ accoglienza:

Benvenuti colorato con corredo scolastico

striscione matite colorato

 –Benvenuti-da-colorare   con corredo scolastico

-Striscione di Benvenuti a scuola con mongolfiera, macchinina e aereo

W LA SCUOLA BANDIERINE CON PALLONCINO

WA

Benvenuti 2015 colorato

striscione colorato 2015

 

– Benvenuti 2015 da colorare

Benvenuti 2015

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Schermata 2019-07-09 alle 09.57.22

Bentornati 2016

Striscione con palloncini da colorare qui

Benvenuti 2016 colorato

Striscione colorato con palloncini qui

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tartarughetartarughe2 tartarughe3

 –Striscione tartarughine

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SEZ

cartello per porta

Stampa   Cartello per la sez.

Stampa  Cartello per la classe


Orsetto per l’ accoglienza

orsettoorsetto aperto

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routines2

Tanti palloncini per salutare il nuovo giorno e rendere i bambini partecipe di uno dei momenti che scandiscono la giornata scolastica.

routines4

Ogni mattina i piccoli alzano il cappellino al proprio palloncino e salutano amici e routines

compagni .Al termine i bambini conteranno i palloncini coperti per sapere il numero  degli assenti.

contrassegni 2014 contrassegni 3 contrassegni 1 contrassegni 2

STAMPA i Contrassegni 2014

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Matitone  per augurare un dolce Bentornato ai bambini

matitone

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Ecco un   semplice striscione, pronto per l’ accoglienza, creato con Power Point.

(stampa le lettere e colora)

Utilizzando le forme offerte da questa applicazione, è  possibile creare immagini carine per abbellire e personalizzare,tempo permettendo, il materiale scolastico

ED ECCO IL    LAVORO COMPLETATO

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Striscione arcobaleno di BENTORNATI!

arcobalenobentornati a scuola (3)

Coccarda di Bentornato a scuola.

coccarda bentornati a scuola (1) coccarda bentornati a scuola (2)

STAMPA


Coccarda semplice e veloce per un dolce Benvenuto a scuola

Nuvoletta benvenuto a scuola

Apetta   di buongiorno da attaccare alla porta

Copertina quaderno

Copertina2

Copertina bruchetto

Mare

Clicca sull’ immagine

Disegno per ricordare l’ estate e il mare

Altri disegni nella sezione Pregrafismo estivo

L’ angolino dei colori

Dolce benvenuto

L ‘ angolo delle poesie

L ‘angolo degli avvisi

palloncini a fiori Palloncici a fiori

Link utili:

Sito utilissimo per creare diplomini di fine anno scolastico o benvenuti per il primo giorno di scuola.

http://www.diplomamaker.nl/

Mamma e bambini
Maestra Gemma

 Maestramery
MIDISEGNI

Lavoretti e decorazioni

Contrassegni

 GIOCHIDIELIO.

  Sezione canti

 Giochi per i primi giorni di scuola

 Rosalbacorallo