Quest’anno nella nostra sezione sono venuti a salutarci tanti coniglietti e due graziose giraffe che ci aiutano a raccogliere fiori per addobbare l’aula .





Quest’anno nella nostra sezione sono venuti a salutarci tanti coniglietti e due graziose giraffe che ci aiutano a raccogliere fiori per addobbare l’aula .
Poesia del pagliaccio Tino con disegni da colorare e da completare con il tratteggio.
Al termine, stampate tutte le pagine e formate un grazioso e divertente libretto di Carnevale.
Per la stampa clicca qui
TINO IL PAGLIACCINO
TINO IL PAGLIACCINO
INDOSSA UN CAPPELLINO
CON UN BEL FIORELLINO
FA UN BUFFO INCHINO
E APRE L’OMBRELLINO
SUONANDO IL VIOLINO
E QUANDO E’ UN PO’ STANCHINO
SI FA UN RIPOSINO
Rita Sabatini
Visto che l’inverno si avvicina portando con sè una delle festività più attese dell’anno ,con stecche di riciclo abbiamo creato dei simpatici cappellini natalizi per i pupazzi di neve che sicuramente i bambini faranno con la neve. Questi semplici lavori potranno essere usati come addobbi natalizi per l’aula o per completare i pupazzi di neve che faremo con materiale vario.
Con le manine tante cose si possono fare:si può creare, immaginare e realizzare tantissime cose animate.In occasione di Halloween e dell’autunno diventano infatti zucche e fantastici fantasmini da utilizzare come addobbo per le aule.
Per la sagoma delle manine clicca qui o semplicemente traccia il contorno delle manine dei bambini.
Buon divertimento!
Appallottolare, ridurre cioè a forma di pallottola, è una delle tantissime attività che si possono fare giocando con la carta. Abbiamo approfittato della stagione invernale per svolgere questa attività ricca di finalità educative e per realizzare un pupazzo di neve che richiama l’inverno.
Appallottolando i bambini hanno potuto sperimentare ciò che le mani possono fare attraverso piccoli gesti, hanno iniziato ad accostarsi al principio di trasformazione, (da una piccola palla è nato un pupazzo di neve), hanno esercitato la coordinazione oculo-manuale e hanno sperimentato il piacere di lavorare insieme.
Ecco una simpatica filastrocca di Natale da completare con dei semplici disegni .
I disegni raccolti formano un piccolo libretto .
Se ti interessa stampare il pdf clicca qui.
FILASTROCCA DI NATALE
FILASTROCCA DI NATALE
FACCIO UN ALBERO SPECIALE
DI PALLINE E CARAMELLE
CON LA POLVERE DI STELLE.
FACCIO UN ALBERO A COLORI
CHE RALLEGRI TUTTI I CUORI
E POI SCRIVO TRA I REGALI
“SIAMO TUTTI QUANTI UGUALI”
Giuseppe Bordi
Affiniamo la motricità fine ripassando il tratteggio per completare gli elementi caratteristici del Natale e addobbare un grazioso alberello per le feste
PREGRAFISMO DI NATALE : da stampare e completare
Per rendere piacevole l’attesa dei doni ci divertiamo a colorare un simpatico libro di Babbo Natale
Ogni tanto mi piace creare per le feste imminenti.
Questa volta è il caso della festa della mamma, pensa e ripensa, ho creato questo biglietto e questo bouquet di fiori per donarlo alla persona più importante della nostra vita.
Sono due risorse da scaricare gratuitamente e completare come più ci piace.
Per la stampa del biglietto o della sagoma del lavoretto devi cliccare sull’immagine corrispondente.
Ciao e buon divertimento!
Tresei mette a disposizione delle risorse gratuite di precalcolo per la scuola dell’infanzia.
La sezione verrà aggiornata settimanalmente con materiale nuovo e utile.
Buona visione!
Mondadori Education accompagna gli insegnanti e gli alunni della Scuola Primaria nella didattica a distanza con materiali per la continuità didattica, esercizi e video di ripasso, spunti disciplinari per una didattica a distanza: in questa pagina l’offerta pensata da Mondadori Education per continuare lo studio da casa.
Ecco alcuni contenuti per la scuola primaria:
L’Uovo Checco: racconto per le classi 1° e 2°
Domenica di Pasqua: racconto con domande per le classi 2° e 3°
Poesia di Buona Pasqua e breve racconto sulla tradizione dell’uovo: per le classi 1° e 2°
L’attesa della Pasqua: racconto con domande di comprensione per la classe 3°
Poesia sulla primavera e lavoretto per realizzare un albero di Pasqua: per le classi 2° e 3°
Uovo alla finestra. Lavoretto per tutte le classi della Scuola Primaria con indicazioni in italiano e in inglese, per ripassare creando.
Uovo di polistirolo decorato. Lavoretto per tutte le classi della Scuola Primaria con indicazioni in italiano e in inglese, per ripassare in maniera originale
Scheda didattica da stampare gratuitamente e completare divertendovi a contare e a scrivere il numero nel cartellino.
Per il pdf ,clicca sull’immagine.
Altre schede di precalcolo qui
Il carnevale sta arrivando…nella nostra sezione fervono i preparativi per addobbare con allegria.
Sono arrivati intanto, due pagliacci che giocano con un palloncino, due bambini e un clown che suonano e danzano al ritmo di una dolce canzone ,un acrobata e tanti colorati coriandoli.
L’accento
L’accento è un segno particolare
su alcune paroline deve stare.
Spari diventa sparì
parti partì
volto voltò
picchio picchiò.
Quando dici sì
metti l’accento sulla i.
Quando dici né
lo metti sulla e.
Su qui quo qua
l’accento non va
ma aggiungilo a lì e là
ed anche a giù e già.
E senza accento due parole lega
è con accento invece spiega.
(Fonte Le schede di Arisimarialuisa )
Per colpa di un accento
Per colpa di un accento
un tale di Santhià
credeva d’essere alla meta
ed era appena a metà.
Per analogo errore
un contadino a Rho
tentava invano di cogliere
le pere da un però.
Non parliamo del dolore
di un signore di Corfù
quando, senza più accento,
il suo cucu non cantò più.
di Gianni Rodari
Filastrocca accento
Su qui e qua l’accento non va
su lì e su là l’accento ci sta
su me e su te l’accento non c’è
e non lo vuol su
ma lo vuol giù
e lo vogliono pure lì, là, più.
http://www.maestraemamma.it
Filastrocca sugli accenti
Nicolò sull’aereo salì
Per un bel viaggio partì
E quando l’ aereo decollò
Che gran divertimento provò!
Ben presto si addormentò
E di essere sulle nuvole sognò.
VA STA FA
VO STO FO
io mai accenterò.
Metterò su egli DÀ
l’accento che ci va.
Niente accento
su QUA QUI,
doppio invece su LÀ LÌ.
Per se stesso
accento il SÉ.
Se mi escludi accento il NÉ,
se mi accetti accento il SÌ
e sorrido tutto il DÌ.
Senza niente lascio il SU,
ha il berretto il signor GIÙ.
Per finire sopra il NO
Mai l’accento metterò!!!
SUL NUMERO TRE L’ACCENTO NON C’È
SUI COMPOSTI DI TRE, L’ACCENTO C’È!!!
SCRIVEREMO PERCIÒ: trentatré, centrotré , novantatré ….
dal web
L’accento
Ahimè c’è stato un imprevisto:
tu l’accento l’hai più visto?
Notte e dì io l’ho cercato,
se lo trovi ti son grato.
Sì sì ecco … è più in là,
tra mimose e lillà.
Ora è lì,
proprio in testa al lunedì.
Io lo scorgo pur lassù
dove canta il mio cucù.
Quell’accento è un discoletto,
e mi scappa per dispetto.
Lui non dà troppa attenzione
quando spiego la lezione,
e poi pensa solo a sé
o si beve un bel tè,
né lui vuole oibò studiare
qui bisogna rimediare!
Anna “dal web”
Como nel comò
Una volta un accento
per distrazione cascò
sulla città di Como
mutandola in comò.
Figuratevi i cittadini
comaschi, poveretti:
detto e fatto si trovarono
rinchiusi nei cassetti.
Per fortuna uno scolaro
rilesse il componimento
e liberò i prigionieri
cancellando l’accento.
Ora ai giardini pubblici
han dedicato un busto
“A colui che sa mettere
gli accenti al posto giusto”.
di Gianni Rodari
L’accento
Non cascare giù dal pero
e non dire “ma però”.
La città si chiama Como,
e il mobile comò.
Nel mio cuore metto te,
nella tazza un buon tè.
In una frase metto un pure,
in un piatto un buon purè.
Non puoi viaggiare in metro
e misurare col metrò.
Non cascare giù dal pero
e non dire “ma però”.
di Giuseppe Bordi
” Fantasmino malatino”
Al mattino, il lunedì,
il fantasma fece: “Etcì!”.
Martedì aveva la tosse,
mercoledì le guance rosse,
giovedì un attacco d’asma:
era un cencio di fantasma!
Ma poi il venerdì sera
trovò una coperta vera
e al calduccio della lana
guarì per il fine-settimana!
(R. Troiano, Tante tante filastrocche, Giunti Junior)
“La pigrizia”
La pigrizia andò al mercato ed un cavolo comprò.
Mezzogiorno era suonato quando a casa ritornò.
Cercò l’acqua, accese il fuoco, si sedette e riposò
ed intanto, a poco a poco,
anche il sole tramontò.
Così, persa ormai la lena,
sola, al buio, ella restò
ed a letto senza cena
la comare andò.
maestraemamma
Oggi in sezione è arrivata una bella famigliola invernale.
Un corvo nero con cappello e sciarpa a righe rosse, delle ochette infreddolite e tantissimi
uccellini che giocano coi pupazzi di neve.
Dal soffitto piovono tantissimi cristalli di neve mentre i bambini cantano la canzone dell’inverno.
TESTO
Il sole si è nascosto per fare un po’ di posto all’inverno col suo gelo, tanto grande è il cielo.
Lungo il viale piante spoglie, tristi sono senza foglie, e la neve silenziosa copre adesso ogni cosa…
Giochiamo sulla neve con la slitta, con i pattini, ma se c’è troppo freddo presto a casa poi si va!
Un gran fuoco nel camino, brucia legna pian pianino, fa felici scalda i cuori e l’inverno resta fuori.
Striscione di Buon Natale da colorare e addobbare l’aula.
Stampa liberamente e colora
ALTRI STRISCIONI QUI
DUE NOVEMBRE
Oggi il camposanto si è vestitto a festa.
Ogni tomba ha un fiore e un lumino acceso.
Il camposanto, oggi,
è un giardino tutto in fiore.
Nella tua pace, Signore,
dormono i morti.
Per i nostri cari defunti una candela/lavoretto con rotoli di carta
Ecco delle zucche animate da fare per Halloween per decorare l’aula o semplicemente per regalarle ai bimbi come lavoretto.
Altri lavoretti qui
Altre poesie qui
Rosa e Carolina Agazzi nascono a Volongo (1866 – 1870), comune Cremonese.
L’infanzia delle due sorelle trascorse nella casa dello zio arciprete tra caldi ideali della famiglia, patria,religione. Dopo aver frequentato studi nella scuola di Brescia iniziano il loro percorso di insegnamento a Nave, borgata rurale della stessa città. Su suggerimento di Pietro Pasquali, il loro direttore, decidono di fondare una nuova scuola materna a Mompiano nel 1896:100 bambini in una sacrestia, dove si stabilisce spontaneamente il principio dell’aiuto reciproco: ogni grandicello aiuta e assiste uno più piccolo.
Gli esercizi di vita pratica conferiscono alla scuola lo spirito e l’atmosfera domestica così come il giardinaggio che i bambini praticavano. I contrassegni, nati a Forcello, rappresentano sussidi di osservazione perchè, a ciascuno di essi, corrispondono cose vere. Negli asili del tempo esistevano già gli armadietti per appendere le cose del bambino e questi armadietti erano contrassegnati da numeri. Rosa Agazzi ebbe l’idea di sostituire i numeri con un simbolo o un oggetto. Simboli e disegni però dovevano essere utilizzati secondo gradualità. Per il bambini piccoli (3 anni) dovevano venire usate le immagini di oggetti vari ma con nome bisillabe. Per i bambini medi (4 anni) oggetti della vita pratica, di parole trisillabe. Infine, per i bambini più grandi (5,6 anni) figure geometriche con parole plurisillabe.Secondo l’Agazzi, l’uso dei contrassegni, abituava il bambino a tenere in ordine e a riconoscere le proprie cose e a sistemare le proprie idee e a sviluppare il linguaggio.
Il modello della loro scuola ebbe molto successo e inaugurò l’era dell’attivismo italiano.
Il bambino per le sorelle Agazzi doveva vivere a scuola un ambiente familiare, deve stimolare la sua creatività mentre l’educatrice riveste un ruolo di madre. A tal proposito Carolina nel 1906 pubblica un opuscolo di consigli alle mamme e sulla collaborazione tra famiglia e scuola in cui esprimeva i compiti dell’asilo che, doveva offriva una vita di movimento ordinata in una forma di educazione in cui i piccoli si muovono continuamente purchè sia “per fare” qualcosa. Era fondamentale l’asilo anche per imparare la lingua italiana e prepararlo così alla scuola elementare. Seguivano poi i compiti della famiglia che, considerato che all’asilo imparavano a lavarsi, a prepararsi a spolverare, non lo doveva sostituire in queste incombenze. Il metodo come esperienza e intuizione è il protagonista di tutto il percorso di apprendimento del bambino. I bambini vengono avvicinati principalmente al giardinaggio e alla cura degli animali, imparano così ad avere un rapporto positivo anche con l’ambiente. Le attività pratiche non si limitano all’educazione al fare ma assumono anche dimensione estetica in quanto, oltre a sviluppare il principio fondamentale dell’ordine, sviluppano anche il senso dell’armonia e della bellezza
La scuola materna deve essere progettata in modo tale che rispecchi l’ambiente familiare, non c’erano banchi, non si alzava la mano, non aveva etichette ed era sciolta dalle convenzioni tradizionali,
quindi organizzata, sotto molti aspetti, come una piccola casa, dove il bambino può svolgere attività domestiche come a casa propria. La scuola materna è una scuola in cui soprattutto si agisce, si parla, si vive come in famiglia.
Il materiale didattico era costituito quindi da:
• un giardino: con animali e piante.
• museo delle cianfrusaglie: una sala adibita a museo che raccoglie materiali ritrovati dai bambini come spaghi, rocchetti e sassolini. Tutto il materiale era riunito per forma,colore,funzione,grandezza e stimolavano l’osservazione,la logica,la classificazione la sensorialità, somiglianza/dissomiglianza, forme geometriche, esercizio linguistico.Il materiale veniva definito dalle sorelle “cianfrusaglie senza brevetto”, proprio perchè era ciò che i bambini possedevano e portavano nelle tasche perciò non preordinato e prestabilito. L’educatrice oltre ad avere un gran cuore e amare i bambini doveva insegnare con ottimismo, avere un gran senso del dovere, di ordine e doveva creare a scuola un clima di sicurezza e stabilità
• Contrassegni di cui sopra.
Riferimenti:
Il metodo delle Sorelle Agazzi Ed. La Scuola
https://it.wikipedia.org/wiki/Sorelle_Agazzi
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