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Lavoretti e addobbi di carnevale
La finestra sul carnevale
I pagliacci erano pronti così come la finestra, mancavano solo le tende, qualche coriandolo, qualche fiorellino e qualche piccola mascherina…..
Ecco la nostra finestra sul carnevale completa!

Clicca per lo schema dei Fiori per carnevale
E per non farci mancar niente, abbiamo riciclato i contenitori della mensa per questo pagliaccio chiamato Mangione
LA FINESTRA DI COLOMBINA
Per divertirsi
Basta un cappello vecchio,
due baffoni,
disegnato sul viso coi carboni
e una gran pancia fatta col guanciale
per divertirsi tanto a Carnevale
da COME GIOCO,Marzocco
La signora Colombina
si affaccia alla finestra
con la corona in testa
Passan tre fanti
con tre cavalli bianchi, bianca è al sella
bianco il mantello,
bianca la piuma sul cappello.
Il bimbo si maschera da Pirata,
da Toro seduto, da Astronauta,
da Sceriffo,da Torero,
da Zorro, da Pistolero,
e da Tarzan(eroe selvaggio)
perchè ama gli eroi del coraggio.
Non si maschera da Calimero
Calimero (pulcino nero)
è solo un eroe della pubblicità,
e, a dire la verità,
non è eroe nemmeno per metà,
E il bimbo più piccolino?
Ha un debole per Arlecchino
tutto rosso, verde, giallo, turchino.
Luigi Grosso
PULCINELLA AVEVA UN GALLO
Pulcinella aveva un gallo
che volava a passo di ballo:
vola da Roma fino alla Spezia,
Pulcinella arriva a Venezia
A Venezia incontra Arlecchino
con Brighella che suona il violino
poi c’è Florindo che suona la viola
e Colombina che torna da scuola
suonando la tromba
il corno e il trombone
per far dispetto a papà Pantalone.
Solo Rosaura non viene alla festa
perchè in laguna ha perso la testa;
ha perso la testa per Pulcinella,
ma senza la testa non è tanto bella
Larga la foglia,
stretta la via
con un inchino, con cortesia
Pulcinella saluta e va via
E.LUZZATI
Canzonetta di carnevale
Pulcinella aveva un gallo,
tutto il giorno vi andava a cavallo
con la briglia e con la sella,
viva il galletto di Pulcinella!
Pulcinella aveva un gatto,
tutto il giorno saltava da matto,
suonando una campanella,
viva il gatto di Pulcinella!
Pulcinella aveva un cane,
che mangiava solo pane,
qualche volta una ciambella,
viva il cagnetto di Pulcinella!
Pulcinella aveva un’ oca,
inseguita dalla cuoca,
con in mano una padella,
viva l’ oca di Pulcinella!
IL GIOCO DEI “SE”
Se comandasse Arlecchino
il cielo sai come lo
vuole?
A toppe di cento colori
Cucite con un raggio di sole
Se Gianduia diventasse
Ministro dello Stato,
farebbe le case di zucchero
con le porte di cioccolato
Se comandasse Pulcinella
la legge sarebbe questa:
a chi ha brutti pensieri
sia data una nuova testa.
G. Rodari
Origini di PULCINELLA
ORIGINILa maschera di Pulcinella è stata inventata ufficialmente dall’attore Silvio Fiorillo nella seconda metà del Cinquecento. Le origini di Pulcinella sono però molto più antiche. Le ipotesi sono varie: c’è chi lo fa discendere da “Pulcinello” un piccolo pulcino perché il naso adunco; c’è chi sostiene che un contadino di Acerra, Puccio d’Aniello, nel ‘600 si unì come buffone ad una compagnia di girovaghi di passaggio nel suo paese. Altri ancora vanno ancora più indietro nel tempo fino al IV secolo e sostengono che Pulcinella discende da Maccus, personaggio delle Atellane che si esprimeva in un dialetto campano, l’osco; Maccus rappresentava una tipologia di servo dal naso lungo e la faccia bitorzoluta, ventre prominente, che indossava una camicia larga e bianca e il volto era coperto da mezza maschera.http://it.wikipedia.org/wiki/Pulcinella
VORREI UNA MASCHERA
Vorrei una maschera
così spaventosa,
che tremi la gente
più coraggiosa;
da strega o da fantasma,
da mostro o da vampiro,
da scheletro bianco,
che vangoli in giro
tra gli alberi spogli,
nel lume lunare
così che la gente
si metta ad urlare.
E nessuno sappia
che il più spaventoso
di tutti i costumi
ce l’ ha il timoroso
Kathrin Jackon
IL VESTITO DIARLECCHINO
C’era una volta un bambino, chiamato Arlecchino, molto povero che viveva con la sua mamma in una misera casetta. Per carnevale la maestra organizzò una bella festa e propose a tutti i bambini di vestirsi in maschera. Gli amici di Arlecchino decisero di vestirsi in maschera l’ultimo giorno di carnevale con gli abiti cuciti dalle loro mamme. Arlecchino era triste perché la madre, che era vedova e povera, non poteva comperare la stoffa per il suo vestito. Le mamme degli amici di Arlecchino le regalarono allora gli avanzi di stoffa così la mamma di Arlecchino poté cucirgli il vestito. La mattina del martedì grasso, quando Arlecchino entrò in classe lo accolsero con un fragoroso applauso perché il suo vestito, non solo era il piu’ bello ma anche il piu’ Originale.
Da questo testo è nata l’ idea di impegnare i bambini a “cucire” un abitino ad Arlecchino
Con la carta crespa hanno fatto delle palline colorate
che hanno incollato su una sagoma precedentemente preparata
Lo scopo era quello di sensibilizzarli verso i meno fotunati,a sviluppare il senso di amicizia e a sviluppare e consolidare la motricità fine della mano
ED ECCO COME I BIMBI HANNO RAPPRESENTATO LA STORIA DI QUESTA MASCHERA
SITI CON SEZIONE SPECIALE DEDICATA AL CARNEVALE
http://www.infanziaweb.it/feste/bam_carnevale.htm;
http://www.scuola-gabryportal.com/disegni_da_colorare/carnevale/
http://www.dienneti.it/feste/carnevale.htm
Vorrei una maschera
così spaventosa,
che tremi la gente
più coraggiosa;
da strega o da fantasma,
da mostro o da vampiro,
da scheletro bianco,
che vangoli in giro
tra gli alberi spogli,
nel lume lunare
così che la gente
si metta ad urlare.
E nessuno sappia
che il più spaventoso
di tutti i costumi
ce l’ ha il timoroso
Kathrin Jackon
COME FARE IL CAPPELLO DI ARLECCHINO
Materiali
Cartoncino bristol nero
Carta velina o crespa colorata
Procedimento
Tagliare a forma di rettangolo il bristol, piegarlo a metà e rivoltare come si fa per le barchette di carta.
I bambini incolleranno i pezzett i di carta che hanno tagliato in un primo momento
Carnevale vecchio e pazzo
Carnevale vecchio e pazzo
s’è venduto il materasso
per comprare pane, vino,
tarallucci e cotechino.
E mangiando a crepapelle
la montagna di frittelle
gli è cresciuto un gran pancione
che somiglia ad un pallone.
Beve, beve all’improvviso
gli diventa rosso il viso
poi gli scoppia anche la pancia
mentre ancora mangia, mangia.
Così muore il Carnevale
e gli fanno il funerale:
dalla polvere era nato
e di polvere è tornato.
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