Il cyberbullismo
Sempre più spesso si sente parlare di cyberbullismo e delle conseguenze, talvolta, devastanti che ne derivano.
L’uso delle nuove tecnologie e dei social network è ormai parte integrante della nostra vita. La loro fruizione è cresciuta in maniera considerevole e non sempre in modo positivo.
Il suo diffondersi anche tra i giovanissimi ha incrementato il propagarsi del bullismo virtuale: il cyberbullismo.
Cos’è il cyberbullismo?
Il cyberbullismo è un atto aggressivo, violento, disprezzante, intimidatorio, volontario, continuato e ingiustificato nei confronti di una persona presa di mira. Di solito la vittima è considerata “diversa”, perché più sensibile, perché più debole, perché veste in modo diverso dal gruppo, perché non si adegua alla massa, perché fuori dai canoni estetici, in altre parole fuori dagli schemi. Insomma, i motivi possono essere svariati e futili.
Le conseguenze sono, invece, devastanti per chi subisce:
perdita di fiducia in sé, depressione, danni psicologici indelebili, isolamento, autolesionismo e in casi estremi, istigazione al suicidio.
Il cyberbullismo si differenzia dal bullismo perché non offre ripari da gesti inconsulti, può essere anonimo e non circoscritto in un determinato contesto come ad esempio quello scolastico.
L’anonimato è una caratteristica di questo fenomeno che, spesso, spinge anche i più deboli a molestare una persona e fingersi, nella vita reale, amico del cuore e persona fidata.
Nonostante le tracce lasciate da ogni passaggio in rete siano tante, la vittima non ha la possibilità di risalire facilmente al prevaricatore se non con l’aiuto della Polizia Postale e delle Comunicazioni.
La vittima non ha la possibilità di rifugiarsi tra le mura di casa, di sentirsi al riparo e protetto dai propri cari, perché la rete non ha confini né temporali e né spaziali.
Con il digitale i comportamenti aggressivi entrano in casa e in qualsiasi momento!
Le molestie e le conseguenze che ne derivano vengono, dai cyberbulli, sottovalutate e non considerate con la giusta attenzione perché sono considerate non reali.
Il mondo virtuale e tutto ciò che passa per la rete annulla il senso di responsabilità, le conseguenze degli atti sono considerate non concrete e non gravi come quelle reali.
Lo schermo agisce da filtro, non permette di cogliere le emozioni e le reazioni della vittima, di provare compassione e di instaurare un rapporto di empatia tra vittima e cyberbullo.
La responsabilità delle proprie azioni viene imputata a personalità virtuali.
Gli atti di molestia virtuale sono tanti, tra questi:
Exclusion: esclusione della vittima da un gruppo, da una chat o da altre realtà digitali.
Considerata l’importanza dei giovani ad avere molti contatti online, l’esclusione diventa una violenza molto sentita e sofferta.
Denigration: denigrazione di una persona con insulti, con diffamazioni, con menzogne, con foto, con messaggi, con SMS, con post su blog o sui social.
Doxing: diffusione dei dati sensibili e delle informazioni personali attraverso il web.
Cyberstalking: molestie con false accuse, con minacce e con modalità diverse fino a generare nella vittima uno stato crescente di preoccupazione e terrore.
Tutte le forme di bullismo in rete sono regolamentate dalla legge n.1261 “Disposizione a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del cyberbullismo” approvata il 17 maggio 2017.
Considerato il numero crescente di questi episodi nel contesto scolastico, tra preadolescenti e adolescenti, l’art.4 della legge affida alla scuola, nell’ambito dell’autonomia, il compito di prevenire e contrastare questo fenomeno mediante azioni educative rivolte ai minori coinvolti, avvalendosi anche della collaborazione delle Forze di polizia nonché delle associazioni e dei centri di aggregazione giovanile presenti sul territorio”.
“Il dirigente scolastico che venga a conoscenza di atti di bullismo o cyberbullismo” ha il compito di informare la famiglia dei minori coinvolti e attivare azioni educative personalizzate, di rieducazione e di sostegno.
La scuola deve formare cittadini responsabili e rispettosi della propria e dell’altrui dignità educando: alla legalità, al rispetto degli altri e delle altrui idee, alla collaborazione, alla cooperazione, al dialogo e alla tolleranza.
Altro compito importante affidato all’istituzione scolastica è quello di educare “all’uso consapevole della rete internet, quale elemento trasversale alle diverse discipline curricolari, anche mediante la realizzazione di apposite attività progettuali aventi carattere di continuità tra i diversi gradi di istruzione”.
Alla famiglia si consiglia di ascoltare con più attenzione i ragazzi e instaurare un rapporto basato sul dialogo e la disponibilità.
É importante osservare e saper cogliere i cambiamenti di umore, il calo del rendimento scolastico, gli atteggiamenti anomali e l’improvvisa introversione, per prevenire ed intervenire
È fondamentale rassicurare i ragazzi, mostrare il nostro supporto e fargli capire che possono contare su noi genitori per risolvere problemi e paure insormontabili.
Ecco dal web alcune guide utili per genitori ed insegnanti:
• Cyberbullismo,5 consigli per i genitori;
• Manuale per insegnanti ;
• Prevenire il Cyberbullismo e la navigazione on line a rischio-linee guida per docenti, per studenti e genitori
•Bullismo e cyberbullismo: che fare?
• Opuscolo”Occhio ragazzi” realizzato dalla Questura di Lecco
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