I diritti dei bambini

Filastrocca dei diritti dei bambini
Sono un bambino, tutti zitti
ora vi elenco i miei diritti
ho diritto a un nome mio
perché sono unico, son io
ho diritto a una famiglia
all’amore, alla meraviglia
ho diritto a un’istruzione
al piacere di una canzone
ho diritto a giorni felici
a una vita senza nemici
ho diritto a crescere sano
forza, tendimi la mano!

di Giuseppe Bordi

Altre poesie

Attività e schede varie

Canti

Altre attività

 

I diritti dei bambni

I colori dei diritti dei bambini

Il diritto all’uguaglianza
è giallo sole
che illumina la mia stanza.
Per imparare le parole
ho il diritto di studiare.
I bambini di tutto il mondo
hanno il diritto di mangiare
e di fare un girotondo
tutti uniti, senza litigare.
Se ogni bambino ha la sua famiglia
vive come perla nella conchiglia.
(Classi I e II, Scuole elementari di Dormelletto)

Diritto al gioco I

C’è un diritto elementare
che è quello di giocare:
ogni bambino deve trovare
il suo spazio per giocare.
Può divertirsi con gli amici,
stare insieme allegri e felici.
Ma c’è un paese sbagliato
dove il gioco è vietato,
qualche bambino deve lavorare
degli altri il fratellino devono curare.
Alcuni i palloni devono cucire
e non si possono mai divertire.
Quando i bambini vogliono giocare
i grandi il loro diritto devono rispettare.
(Classi I e II, Scuole elementari di Dormelletto)

Diritto al gioco II

C’è un diritto elementare
che è quello di giocare.
E’ bello stare al mare
dove si può anche nuotare.
E se avete una palla
potete stare a galla.
Con due amici a nascondino
puoi andare dietro a un pino
e poi fare un riposino
bevendo il cappuccino.
Ogni giorno all’intervallo
noi facciamo un bel ballo,
ogni sera con mia sorella
io gioco a fare la bidella.
La filastrocca qui tace
e a noi molto piace.
(Classe II B, Scuola elementare “Dante Alighieri”)

Diritto al gioco – Acrostico

Ditemi voi gente del mondo
I diritti di bambini e bambine,
Ripeteteli alle terre lontane e vicine.
Impariamo un bel gioco:
Tutti insieme
Teniamoci per mano
Oppure
Alleniamoci a tirare
Lentamente solo
Gessetti leggerissimi,
Indistruttibili,
O palline
Colorate a chi non ci ascolta
O non rispetta i nostri diritti.
(Nicola e Kevin)

Diritto alla dignità
1.
Ogni giorno vado di là
dalla mamma e dal papà,
dico al caro paparino:
sai, papino…
E lui risponde:
va’ in giardino!
Allora vado dalla mamma
e dico: sai, mammina…
Lasciami stare,
che devo andare
a prendere la tua sorellina!
Ogni giorno è sempre così,
allora taccio tutto il dì!
(Luana)

Papà, paparino…
Sta’ zitto, devo innaffiare
i fiori in giardino!
Mamma, mammina…
Va’ via, devo andare dalla zia Pina!
Nessuno mi ascolta. Basta!
Mai più io parlerò!
Mamma, papà, mai più vi ascolterò!
(Claudio)
I bambini che lavorano
1.
Alcuni bambini del mondo
non possono fare il girotondo,
lo sapete perché?
Perché devono lavorare,
non si possono fermare.
Devono lavorare,
altrimenti il padrone li può bastonare.
(Jessica e Luana, classe V)
2.
I bambini che sono schiavi:
non è proprio giusto!
Al telegiornale ho visto qualcosa
di brutto: un mare
impetuoso, un cielo grigio,
e dei bambini sopra un gommone
per sbarcare
al mercato degli schiavi!
Forse un bimbo ha scoperto tutto
e gli è sceso un lacrimone.
Questo mi dispiace
e vorrei un rimedio efficace.
Forse la cura è la volontà del cuore,
cioè l’amore.
(Maria Pia, classe III)

Diritto alla libertà e alla pace

Di diritti ce ne sono tanti
Importanti ma diversi.
Recitiamoli insieme,
Impariamoli bene
Tutti quanti,
Teniamoli a mente,
Ordiniamo di rispettarli.
Alla libertà c’è il diritto,
La libertà è importante,
La libertà del mondo intero,
A lei chiediamo di non lasciarci.
Liberi,
Insieme
Balliamo felici
E diventiamo amici.
Raramente ciò succede:
Tanti sono costretti
Ad andare in guerra.
E c’è anche chi l’elemosina chiede.
Alla pace c’è il diritto:
La pace è per tutti.
La pace è lì che ci aspetta.
A lei chiediamo la speranza.
Per tutti la chiediamo,
A grandi e piccini.
Ce n’è per tutti se vogliamo
E insieme la chiediamo.
Diritto all’uguaglianza
Io sono italiano
tu sei africano,
lui è francese
lei è inglese.
Io mi chiamo Antonella
tu t’appelles Gabrielle,
her name is Isabel.
Io sono cristiana
tu sei musulmana,
lui è buddista
lei è induista.
Siamo tutti diversi
e siamo tutti uguali.
(Classe V, Scuola elementare di Dormelletto)

Diritto alla vita e allo sviluppo
1.
Molti bambini sono sfruttati
a causa dei soldati
nei loro Paesi inviati.
Sono costretti a lavorare,
non possono mai giocare.
Questi bambini maltrattati
devono essere liberati!
A casa i soldati
devono essere inviati.
Abbasso la guerra,
eliminiamola dalla terra!

2.
Ogni bimbo deve essere amato,
rispettato, adorato!
Tutti i loro genitori
devono essere buoni educatori,
per difenderli dalla violenza,
donare loro salute ed assistenza.
Tutti i bambini hanno diritto
all’istruzione,
all’informazione,
alla propria opinione.
Ogni bambino ha diritto
al gioco e al riposo,
alla pace e al cibo.
(Sara e Valentina)

Fonte:http://www.filastrocche.it/contempo/bellini/rime/diritti_it.asp

I diritti dei bambini:PROTEZIONE e uguaglianza

Il trenino dei diritti

Un lungo trenino nella nostra sezione

sta a ricordare di una bella lezione,

quando intorno ad un mappamondo

abbiamo fatto un girotondo.

Ognuno di noi era un vagoncino,

ci tenevamo per mano come un trenino.

Su ogni vagoncino, così per giocare,

facevamo salire chi voleva girare,

chi voleva con noi in un Paese arrivare

dove c’erano bambini che stavano a guardare.

La cosa più bella che abbiamo notato,

con la fantasia di cui ognuno è dotato,

che tutti i bambini sono tutti uguali

siano essi cinesi, africani o italiani.

Abbiamo girato con grande baldanza

imparando che nel mondo

 ci deve essere uguaglianza.

(Giovanna Corsi)

Casette nel mondo

Nella capanna di creta, il negretto,

dorme alla mamma stretto stretto.

I bambini esquimesi dormono buoni

nella loro casa di freddi mattoni.

In un triangolo tutto colorato

il piccolo indiano dalla mamma è coccolato.

In una casa alta fino al cielo

il bimbo americano dorme sereno.

Il bambino italiano, nella sua casetta,

tiene la mano della mamma stretta stretta.

In ogni casa ci sono i lettini

dove sognare fate e trenini,

nel grattacielo o nella capanna

ci sono bimbi che fanno la nanna.

(Giovanna Corsi)

Al centro dell’attenzione

Sono un bambino ma sono importante

sono protetto da molta gente.

A casa la mamma e con lei il papà

i nonni, le zie, il perché, chi lo sa?

Forse a scuola sarò libero un po’.

Ma che dico! Anche lì non si può.

Ci sono  le maestre, la collaboratrice,

insieme a loro la direttrice.

Ad un lungo suono di campanella

dobbiamo uscire come una catenella.

Andiamo in cortile  tutti quanti in fila

la maestra ci conta dal capofila.

Poi fa l’appello e scrive qualcosa

che poi dà al bidello che raccoglie ogni cosa.

Torniamo in sezione e ci dà spiegazione

abbiamo diritto alla protezione.

Tutti devono essere vigili e attenti

che ai bambini non capiti niente.

(Giovanna Corsi)

http://www.confantasia.it/le_filastrocche_dei_diritti.htm

Il giuramento dei bambini di Madre Teresa di Calcutta

 

Il giorno più bello? OGGI

L’ostacolo più grande? LA PAURA

La cosa più facile? SBAGLIARSI

L’errore più grande? RINUNCIARE

La radice di tutti i mali? L’EGOISMO

La distrazione migliore? IL LAVORO

La sconfitta peggiore? LO SCORAGGIAMENTO
I migliori professionisti? I BAMBINI

Il primo bisogno? COMUNICARE

La felicità più grande? ESSERE UTILI AGLI ALTRI

Il mistero più grande? LA VITA

Il difetto peggiore? IL MALUMORE
La persona più pericolosa? QUELLA CHE MENTE
 
 

Il sentimento più brutto? IL RANCORE

Il regalo più bello? IL PERDONO

Quello indispensabile? LA FAMIGLIA

La rotta migliore? LA VIA GIUSTA

La sensazione più piacevole? LA PACE INTERIORE

L’accoglienza migliore? IL SORRISO

La miglior medicina? L’OTTIMISMO

La soddisfazione più grande? IL DOVERE COMPIUTO
La forza più grande? LA FEDE

La cosa più bella del mondo? L’AMORE
Madre Teresa di Calcutta
Altre poesie sulla pace e i diritti dei bambini:https://126maestramaria.wordpress.com/2010/10/25/364/

La marcia dei diritti

La marcia dei diritti

Un-due, un-due, un-due, un-due.
È la marcia dei diritti dei bambini.
Della Carta dei Diritti dei bambini… Marsch!

Ho aperto un libricino
e ho letto che un bambino
da mangiare non ce l’ha.
E c’è chi non ha da bere
con il rischio di morire:
senza acqua come fa?
Ma come fanno, io non ci credo.
Non si può fare, io non ci credo.

Ho sfogliato bene bene
quelle foto di bambine
invecchiate dal lavoro.
E di quelli senza un tetto
e di quelli senza affetto
senza un poco di decoro.
Ma come fanno, io non ci credo.
Non si può fare, io non ci credo. Non si può.

I diritti sono di tutti,
l’ha spiegato la maestra
c’è una carta scritta apposta
per difendere i bambini.
Tutti i capi delle nazioni
hanno fatto le riunioni:
hanno detto e hanno scritto
sui diritti dei bambini
Allora perché? Allora perché?

Quando gioco al girotondo,
penso che su questo mondo
c’è qualcosa che non va.
Che ci sono dei bambini,
sulle strade abbandonati
senza mamma né papà.
Ma come fanno, io non ci credo.
Non si può fare, io non ci credo.

Poi da un’altra parte ancora
c’è chi non può andare a scuola.
Chi giocattoli non ha.
E c’è pure chi si ammala
e gli manca quella cura
che il suo medico non ha.
Ma come fanno, io non ci credo.
Non si può fare, io non ci credo. Non si può.

I diritti sono di tutti,
l’ha spiegato la maestra
c’è una carta scritta apposta
per difendere i bambini.
Tutti i capi delle nazioni
hanno fatto le riunioni:
hanno detto e hanno scritto
sui diritti dei bambini.
Allora perché? Allora perché?
Allora perché?

C’è un bambino che lavora,
chi subisce una tortura.
Chi è venduto come schiavo.
Chi è costretta per le strade
già per vendere l’amore
da qualcuno assai cattivo.
Ma come fanno, io non ci credo.
Non si può fare, io non ci credo.

C’è chi muore appena nato:
non è stato vaccinato.
C’è chi cresce malnutrito.
C’è chi viene emarginato,
c’è chi un handicap ha avuto.
C’è chi viene malmenato.
Ma come fanno, io non ci credo.
Non si può fare, io non ci credo. Non si può.

I diritti sono di tutti,
l’ha spiegato la maestra
c’è una Carta scritta apposta
per difendere i bambini.
Tutti i capi delle nazioni
hanno fatto le riunioni:
hanno detto e hanno scritto
sui diritti dei bambini
Con la Carta, il futuro migliore sarà.

Un-due, un-due, un-due, un-due.
È la marcia dei diritti dei bambini.
Della Carta dei Diritti dei bambini.

Dallo spettacolo “Hanno ragione i bambini” – Testo e musiche di Francesco Rinaldi – Paoline Editoriale Audiovisivi, Roma, 2000

 

Altre poesie e filastrocche sui Diritti dell’ infanzia e sulla pace al seguente indirizzo :https://126maestramaria.wordpress.com/2010/10/25/364/

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Filastrocche e poesie per i primi giorni di scuola

Un anno a colori

Il nuovo anno è appena iniziato

pagine bianche sparse sul prato,

pagine bianche, che se ci lavori,

puoi decorarle con mille matite,

sarebbe un peccato lasciarle pulite.

Con l’arancione dei sentimenti

crei giorni speciali, sempre differenti,

con il verde del grande impegno

su ciascun foglio fai un bel disegno.

Con il rosso del gran coraggio

puoi chiudere la porta e rimetterti in viaggio,

con l’azzurro della pazienza

saprai donare la tua presenza.

Con il giallo della determinazione

trasformi ogni foglio in un cartellone,

con il rosa del rispetto

darai l’amore, darai affetto,

e con matite d’argento e d’oro

farai di ogni giorno un capolavoro.

Anche se non sarai perfetto e preciso

metti su ogni foglio almeno un sorriso.

Monica Sorti

http://www.favolefantasia.com

Amica scuola

Quando piango, andando a scuola,

la maestra mi consola.

Il mio pianto dura poco

 e poi rido, canto e gioco.

 

Faccio sempre un po’ a ciascuno

e non picchio mai nessuno.

A chi è bravo spesso dico:

“Voglio essere tuo amico!”

 

Se qualcuno poi mi sputa

non gli dico: “Testa vuota!”

ma lo guardo e all’improvviso

gli regalo un bel sorriso.

Sopra i fogli poi dipingo

e non graffio e neanche spingo.

Quando mangio assaggio tutto,

 anche quello che è un po’ brutto.

 

La mia scuola a volte è chiusa:

forse è stanca e si riposa,

così a casa posso stare…

ma ho già voglia di tornare!

Fonte

L’ amico

“Mamma, a scuola ho un amico

ma un amico, sapessi!

Parla con me,mi dice

tante cose carine!

Mamma, son felice!”

“Mi fa piacere, caro, che

tu abbia trovato un amico.

E, dimmi, come si chiama?”

“Senti,mamma,davvero:

non so come si chiama,

e allora gli ho messo un nome

che ho inventato.

corto così,

ma lui mi risponde lo stesso.

Gli ho dato nome: TU”

Da : mammaebambini


C’è una scuola grande

come il mondo.

Ci insegnano maestre,

professori,avvocati, 

muratori,televisori,

giornali,cartelli stradali,

il sole, i temporali,le stelle.

Ci sono lezioni facilie

 lezioni difficili,

brutte, belle e così così.
Ci si impara a parlare,

a giocare,a dormire,

a svegliarsi,

a voler bene

e perfino ad arrabbiarsi.
Ci sono esami

tutti i momenti,

ma non ci sono ripetenti:

nessuno può fermarsi a dieci anni,

a quindici, a venti,

e riposare un pochino.

Di imparare non si finisce mai,

e quel che non si sa

è sempre più importante

di quel che si sa già.

Questa scuola è il mondo intero

quanto è grosso:

apri gli occhi e anche tu sarai promosso.
(Gianni Rodari
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Sveglia

Chicchirichì fa il galletto,
cì cì cì fa l’uccelletto,
din don dan fa la campana
sia vicina, sia lontana,
annunciandoci il ritorno
del radioso nuovo giorno.
Si alzan tutti a questo coro
e si avviano al lavoro;
si alza presto il contadino:
va nei campi dal mattino.
Si alza presto l’operaio:
la fatica lo fa gaio.
Si alza pure dal lettino
e va a scuola ogni bambino.
Resta solo nella culla
il piccin che non fa nulla.

( L. Scardaccione)

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Inizia la scuola
 
Marianna
si mette una gonna,
si mette un maglione,
si infila i calzini
e fa colazione
con fette biscottate e marmellata
per cominciare bene la giornata.
Si avvia di buon passo
e col cuore in gola,
perché stamattina
comincia la scuola.
Marianna,
nella sua cartella
ha messo i pastelli,
l’astuccio, i quaderni,
i libri ed i righelli,
e aggiunge anche uno spuntino
per la merenda di metà mattino.
Marianna
Sulla porta
l’accoglie la bidella:
-Svelta Marianna!
Suona la campanella-.

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SI RIPARTE
di Germana Bruno

Mare, boschi, campi e monti,
son finite le vacanze,
per la scuola siamo pronti,
che si aprano le danze.
Di quei luoghi straordinari
porto in cuore le emozioni,
cambieranno gli scenari,
tra dettati ed addizioni.
Con il vento e il sole caldo,
l’acqua limpida del mare,
son più carico e spavaldo,
sono pronto ad imparare.
Sono pronto alla partenza,
ho una gran valigia in mano,
piena di nuova esperienza
per andare più lontano
su di un treno in cui i vagoni
sono colmi di persone
con cui vivere emozioni
fino a prossima stazione.

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E DOPO L’ESTATE?    
 
Come  aquiloni
spinti dagli ultimi venti d’estate
tornano i bambini al primo giorno di scuola.
Sui banchi si aprono freschi ricordi:
il caldo sapore del sole,
battaglie con onde di mare,
castelli e fossati di fragile sabbia.
Punte di sassi che sfiorano il cielo,
fragili ed uniche stelle di monti,
musi di vita sognati tra i boschi.
In questo primo giorno di scuola
vive ancora l’estate.
Esplodono,
nel vociare convulso ma allegro,
nelle risate fragorose ma vere,
tutti i sogni vissuti o pensati
in un ultimo addio all’estate.
E domani…?
Ricomincia la scuola.
 

Di Vincenzo Riccio

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La scuola

di Roberto Piumini

Vado a Scuola, vedo amici,
gioco, parlo, imparo, rido,
più si è, più si è felici:
degli amici io mi fido.
La maestra ha bei capelli
è un’amica un po’ più grande
lei ci insegna ritornelli,
lei risponde alle domande.
vado a Scuola, vedo cose,
le disegno con colori,
sento storie misteriose,
e alla fine torno fuori.

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Le maestre salutano così
(da:”Una scuola intorno a noi” Tresei)
 
A tutti va il nostro saluto
ed un lieto benvenuto
al bambino e al genitore
che hanno forse il batticuore
una carezza e una stretta di mano
ed insieme andremo lontano
qui a scuola sotto un unico tetto
piano piano passetto passetto.
Le maestre salutano così
la mattina di ogni dì!
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Cortile silenzioso

Ma ch’è stato? Ch’è avvenuto?

Incantesimo? Prodigio?

Il cortile s’è fatto muto,

muto e triste, solo e grigio.

Son tornati tutti a scuola,

sono intenti ad imparare,

le vacanze son qualcosa,

già lontane  da sognare……

Filippo Falsina

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A scuola 

Tu non sai, ma gli uccellini
hanno il cuor come i bambini:
come i bimbi vanno a scuola
sopra i pini
sopra i peri.
Se non sanno la lezione
(che sarebbe una canzone
sempre nuova)
prendon certi brutti zeri
tondi tondi come l’ova.
E nell’ora della sera,
quando suona n le campane,
sopra i borghi sulle piazze,
con un dolce pigolio
dicon tutti la preghiera
che va su nel cielo a Dio:
buona, docile, leggera.

 Renzo Pezzani 

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Primo giorno di scuola

Primo giorno, tutti in festa!

I volti emozionati dei bambini,

ancora coloriti dall’ estate,

angelici come tanti serafini!

le voci son cinguettii d’ uccelli,

pigolii felici di pulcini.

In ogni petto i palpiti più belli,

presto un cuor solo, si sentono fratelli.

Filippo Falsina

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A scuola

A scuola siamo in tanti,

si fanno giochi e canti,

racconti  e burattini:

la scuola è dei bambini.

Nel parco c’è chi corre,

chi va sopra la torre,

chi fa lo scivolone,

chi mangia torrone.

Nel gioco del mercato

io compro e dopo vendo;

quello che ho guadagnato

di nuovo me lo spendo.

Con il mio corpo-palla

rotolo e poi rimbalzo

affondo e torno a galla

mi abbasso e poi mi alzo.

Da qui, da lì, da là

uscite un pò di casa!

A scuola ci si sta!

A scuola è un’ altra cosa!

L’ albero azzurro

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Finalmente ecco la scuola

 Il giorno dell’inizio è già arrivato
e indossi il grembiulino di bucato.
I bimbi hanno cestini o zainetti.
E dentro tu lo sai cosa ci metti;
la gomma, le matite colorate,
le forbici con le punte arrotondate.
In classe la lavagna trovi pure
e i cartelloni pieni di figure.
si ritaglia, si incolla, si colora,
così si cambia gioco ad ogni ora.
E che divertimento la lettura,
che usto con i conti e la scrittura!
quante scoperte splendide da fare,
quante storie stupende da ascoltare!
E poi è bello stare in compagnia
di amici vecchi e nuovi, in allegria.
Con loro parli, ridi e canti in coro.
Allora buona scuola… e buon lavoro!

Vivian Lamarque

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Questa mattina nello zainetto

 sai tu che cosa ci metto?
 Non i quaderni e l’astuccio firmato,
 né per merenda il cioccolato.
 Prova a guardare con attenzione,
 vi troverai forse un pallone?
 Quel che mi serve per questa avventura
 sarà per te novità sicura:
 un fascio lucente di FANTASIA,
 un pizzico o più di ALLEGRIA,
 tanta AMICIZIA da regalare
 e tanta VOGLIA di IMPARARE!
 
 

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Di nuovo insieme

Vado a scuola

come a una festa

con tante idee

dentro la testa:

idee nuove

da pionieri

per tracciare

grandi sentieri

idee forti

da guerriero

per conquistare il mondo intero.

E se una cosa

oggi va storta

a me che importa?

Proverò domani

con un’ idea

di scorta.

Patrizia Ceccarelli

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Ciao mamma

 Ciao mamma, vado a scuola,

ma non ti lascio sola.

Quando a casa tornerò,

tanti baci ti darò.

Ciao mamma,  vado a scuola!

HO indossato già il grembiule

i balocchi ho riposto nel baule.

Lo zainetto è pieno zeppo di pastelli,

quaderni, penne e pennarelli

Non farò mai più capricci

e non combinerò pasticci!

Mai più farò il monello

ma sarò un alunno modello!

Elisa Coppola

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FILASTROCCA DI CASA E DI SCUOLA 

A casa io gioco
A scuola io faccio
A casa è il mio fuoco
A scuola è il mio abbraccio
A casa c’è Mamma
A scuola Maestra
A casa TV
A scuola finestra
A casa io sono
A scuola divento
A casa c’è sole
A scuola c’è vento
A casa io chiedo
A scuola rispondo
A casa c’è il nido
A scuola c’è il mondo

 Bruno Tognolini

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Filastrocca delle maestre

Maestra, insegnami il fiore ed il frutto
Col tempo, ti insegnerò tutto
Insegnami fino al profondo dei mari
Ti insegno fin dove tu impari
Insegnami il cielo, più su che si può
Ti insegno fin dove io so
E dove non sai? – Da lì andiamo insieme
Maestra e scolaro, un albero e un seme
Insegno ed imparo, insieme perché
Io insegno se imparo con te

 Bruno Tognolini

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Filastrocca settembrina

 Filastrocca settembrina,

già l’autunno si avvicina,

già l’autunno per l’aria vola

fin sulla porta della scuola.

Sulla porta c’è il bidello,

che fischietta un ritornello,

poi con la faccia scura scura

prova la chiave nella serratura,

prova a suonare la campanella…

Bambino, prepara la cartella!

 G. RODARI

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Il primo giorno di scuola

Suona la campanella
scopa scopa la bidella,
viene il bidello ad aprire il portone,
viene il maestro dalla stazione
viene la mamma, o scolaretto,
a tirarti giù dal letto…
Viene il sole nella stanza:
su, è finita la vacanza.
Metti la penna nell’astuccio,
l’assorbente nel quadernuccio,
fa la punta alla matita
e corri a scrivere la tua vita.
Scrivi bene, senza fretta
ogni giorno una paginetta.
Scrivi parole diritte e chiare:
Amore, lottare,lavorare

Gianni Rodari

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LA scuola

Vado a Scuola, vedo amici,
gioco, parlo, imparo, rido,
più si è, più si è felici:
degli amici io mi fido.
La maestra ha bei capelli
è un’amica un po’ più grande
lei ci insegna ritornelli,
lei risponde alle domande.
vado a Scuola, vedo cose,
le disegno con colori,
sento storie misteriose,
e alla fine torno fuori.

Roberto Piumini

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 FILASTROCCA SCACCIA-TRISTEZZA

Gli alunni della classe prima della Scuola Primaria di Vighizzolo di Montichiari (BS)

Se la tristezza vuoi scacciare,

ecco cosa devi fare:

1   Suona una chitarra vera,

ti senirai più leggera.

2   Apri con la chiave il cuore

perchè dentro troverai tanto amore

3   Trova amici e amiche

perchè sono più felici

4Ascolta il gallo fare chicchirichì

al sorgere di ogni dì

5   Compra una racchetta

a forma di forchetta

6  Metti dei bianchi occhiali:

vedrai tutti speciali

7  non pensare ai chili

quando tutti son gentili

8  Esci dalla tua stanza

e fai una grande danza!!!!!!!!!!

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 Le maestre salutano così

A tutti va il nostro saluto
ed un lieto benvenuto
al bambino e al genitore
che hanno forse il batticuore
una carezza e una stretta di mano
ed insieme andremo lontano
qui a scuola sotto un unico tetto
piano piano passetto passetto.
Le maestre salutano così
la mattina di ogni dì!

(da:”Una scuola intorno a noi” Tresei)

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Filastrocca della scuola

Filastrocca della scuola
piena di bimbi non è mai sola.
Qui tante cose tu puoi imparare
e con gli amici insieme “volare”.
È tanto bello quando si è amici,
crescere insieme, sentirsi felici.
Mille bambini di mille nazioni
insieme vivono tante emozioni

Fonte

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        Un posto per tutto

Un posto per le matite, i fogli, i colori,
uno per i libri e i loro lettori.
Un posto per le auto, i pupazzi e i soldatini,
un posto per le bambole, gli orsi e i cuscini.
Un posto per il collage, il pongo, gli acquerelli,
uno per la plastilina e uno per i pastelli.
Uno spazio per i salti e per una capriola.
Quanti posti nella classe…
e che bello andare a Scuola!

                    (Corinne Albaut)

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Filastrocca della scuola

Filastrocca della Scuola
dove il tempo passa, vola!
Si sta bene con gli amici
sui quaderni a far cornici,
a giocar nell’intervallo
a inventare un nuovo ballo,
ad attender la pagella,
anche se non troppo bella,
perché è “super”, in compagnia,
condivider l’allegria! 

Marzia Cabano

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Una giornata alla scuola dell’infanzia

Alla mattina la sveglia è suonata,

inizia presto la mia giornata,

indosso la tuta e il grembiulino,

bevo il latte con un panino,

mi infilo le scarpe e metto il giubbino

poi salgo veloce sul mio pulmino.

A scuola gioco in allegria,

canto e rido in compagnia,

dipingo e incollo con attenzione,

alleno la mia concentrazione.

A mezzogiorno è ora di mangiare

poi tutti a nanna a riposare

fino all’ora della merendina

quando arriva la mia mammina!

Rita Sabatini

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Una scuola strepitosa

Andare a scuola è strepitoso,

ogni giorno è avventuroso:

puoi dipingere con i pennelli,

con le dita e gli acquerelli,

puoi incollare carte e cartine,

puoi modellare le ciotoline,

puoi ascoltare storie bellissime

con principesse elegantissime,

puoi fare mille esperimenti,

puoi conoscere nuovi argomenti.

Allora cosa aspetti ad arrivare?

Presto, tutti pronti ad imparare!

Rita Sabatini

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Bambini a scuola

Oh, l’ala del tempo ben rapida vola!…
finita è l’estate, si torna alla scuola.
Bisogna lasciare i laghi tranquilli,
le verdi vallate dai freschi zampilli,
le morbide rene, i tuffi nell’onde
che il vento ricama di trine gioconde,
i colli beati smaltati di fiori,
le vigne fragranti, i boschi canori,
le corse frementi per prati ed aiuole!
Bambini, bambine: si apron le scuole!
Su via, non torcete le bocche soavi;
non fate le bizze: vi voglio più savi.
Se dopo il lavoro più lieto è il piacere,
è giusto che a questo poi segua il dovere.

Or dunque togliete dai vostri cassetti
i bianchi quaderni, i libri, i righetti,
le penne, i compassi, ed ilari e franchi,
correte a sedervi sui soliti banchi.
La scuola, materna, le braccia vi schiude
e al dolce suo seno felice vi chiude.
E voi salutatela col cuore canoro:
è bello in letizia tornare al lavoro.
Io, giunto alla fine di questo preludio,
depongo la penna…
Bambini, buon studio.

Poesia di Gino Striuli

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Compagni di banco

Oh, Poggiolini! Lo rivedo ancora
con quel suo mite sguardo di fanciulla,
e lo risento chiedermi un nonnulla
con una voce che… non so… m’accora.
Che cosa vuoi? Son pronto a darti tutto:
un pennino, un quaderno, un taccuino,
purché tu venga per un po’ vicino
al cuore che ti cerca dappertutto.
Oh non venirmi accanto come sei
ora: avvocato, chimico, tenente,
ché cercheresti invano nella mente
il mio ricordo dandomi del lei!
lo non voglio saper, fratello, come
passaron gli anni sopra la tua vita:
voglio l’occhiata timida e smarrita
che rispondeva, un giorno, al tuo cognome.
Voglio che tu mi renda per un’ora
la parte del mio cuor che tu non sai
di posseder, da tanto tempo ormai!
e noi saremo i due compagni ancora!
Noi siederemo ad uno stesso banco
riordinando i libri a quando a quando,
e rileggendo un compito, e guardando
sul tavolino un grande foglio bianco…
Il registro, a cui tutti eran diretti,
quando c’interrogavano, gli sguardi;
io lo sapevo a mente… Leonardi,
Massari, Mauri, Méngoli, Moretti…
Il registro coi voti piccolini
nelle caselle dietro i nomi grandi,
tu lo sapevi a mente… Nolli, Orlandi,
Ostiglia, Paggi, Poggi, Poggiolini…
Dio, che tristezza ricordare questi
nomi d’ignoti a cui demmo del tu!
nomi che non si scorderanno più,
perché in fila così, perché modesti!
O Poggiolini, che fai tu, che pensi?
Forse tu vivi in una tua casina
odorata di latte e di cedrina,
e sguardi e baci ai figli tuoi dispensi!
Forse la sera giuochi la partita
fino alle dieci e mezzo (anche più in là!)
con la moglie, la suocera… e chissà,
forse con Poggi o Méngoli! …La vita!
lo nulla. Quello che fu mio lo persi
strada facendo, quasi inavvertitamente;
e adesso, se ho un foglio e una matita,
faccio – indovina un po’ – faccio dei versi!

Poesia di Marino Moretti

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Ritorno a scuola

Oh, sì! prendiamo la cartella scura,
il calamaio in forma di barchetta,
i pennini, la gomma e la cannetta,
la storia sacra e il libro di lettura…
Andiamo, andiamo! Il tema è messo in bella!
Andiamo, andiamo! Il tema è messo in buona!
Dio, com’è tardi! La campana suona…
Fra poco suonerà la campanella…
Ma che dico? E’ domenica, è vacanza!
non c’è scuola, quest’oggi: solamente
c’è da imparare un po’ di storia a mente,
soli, annoiati, nella propria stanza… 

Poesia di Marino Moretti

IL primo giorno di scuola per i bambini, in modo particolare per quelli di tre anni al loro primo ingresso,è traumatico e stressante .Sarebbe carino ridurre lo stato di ansia addobbando l’ aula con tanti palloncini colorati e con tanti personaggi creati con gli stessi.

Simpatica è l’idea di inserire musica di sottofondo di cartoni animati , dello zecchino d’ oro e di sigle televisive amate dai bambini.

La musica servirebbe anche a ridurre l’ agitazione dei genitori ,molto più preoccupati dei piccini e desiderosi di rassicurazioni da parte dell’ insegnante.

UNITA’ DIDATTICA:ACCOGLIENZA

  Progettare il momento dell’accoglienza permette ai bambini di affrontare il nuovo anno scolastico con positività

Affinchè i bambini non si sentano esclusi ed isolati dagli altri, è necessario far conoscere il proprio nome

A tale scopo proponiamo giochi di presentazione:

Io sono…e mi piace

-Facciamo disporre i bambini seduti in cerchio

-Chiediamo loro di alzarsi e gridare il loro nomee la cosa che preferiscono(uno alla volta)

-La prima ad alzarsi sarà l’insegnante

Per facilitare l’inserimento e i primi approcci di socializzazione si possono proporre canti e giochi con il girotondo

Conosciuto in tutto il mondo, il girotondo rappresenta il primo contatto di comunicazione ed è adatto anche ai più piccoli

LA BELLA LAVANDAIA

La bella lavandaia

che lava i fazzoletti

per i poveretti di tutta la città.

Fai un salto,

fanne un altro,

fai la giravolta

falla un’altra volta.

Guarda in su,

guarda in giù

dai un bacio a chi vuoi tu

Facciamo disporre i bambini in cerchio per mano

facendo il girotondo cantano

Un bambino più grande impersona la lavandaia mettendosi al centro del cerchio

Il bambino al centro del cerchio imita le azioni indicate da canto

IL bambino che viene baciato impersona la lavandaia

Ricomincia il girotondo

E’ di estrema importanza acquisire la capacità di orientarsi e familiarizzare con l’ambiente -scuola e creare  un legame affettivo ed emotivo positivo con esso

Proponiamo LA DANZA DEL SERPENTE

L’insegnante presenta la storia di un serpente che scende dalla montagna per ritrovare i pezzettini smarriti della sua coda

-I bambini disposti in fila formano il serpentello

-Durante il percorso cantano:

Questa è la danza del serpente

che vien giù dalla montagna

per ritrovare la sua coda

che perse un dì

-Entrando in un ambiente chiedono

E’ forse qui

quel pezzettin

del mio codin?

Durante la visita all’ edificio, l’ insegnante presenterà la funzione e la caratteristica di ogni ambiente

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DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI

 

Domani 10 dicembre ricorre il 60° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani

La Dichiarazione è composta da 30 articoli che sanciscono i diritti di ogni persona senza distinzione di sesso, cultura, etnia e religione

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

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