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La Befana
La befana cammina in silenzio
La scopa è di legno
Ma il cuore d’ argento
I regali lei porta di notte
E visita lesta tutta la porte
E’ vecchietta ma felice di poco
Di un sorriso per un semplice gioco
O se un pò di carbone lei dona
Con tristezza di certo lo fa
La befana viene il 6 di gennaio
Ed in ciel si dice che voli
Ma dove lei vivi e dimori
Fino ad oggi nessuno lo sa
Luciano Galassi
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ALLA BEFANA
Mi hanno detto, cara Befana,
che tu riempi la calza di lana,
che tutti i bimbi, se stanno buoni,
da te ricevono ricchi doni.
Io buono sono sempre stato
ma un dono mai me l’hai portato.
Anche quest’anno nel calendario
tu passi proprio in perfetto orario,
ma ho paura, poveretto,
che tu viaggi in treno diretto:
un treno che salta tante stazioni
dove ci sono bimbi buoni.
Io questa lettera ti ho mandato
per farti prendere l’accelerato!
O cara Befana, prendi un trenino
che fermi a casa d’ogni bambino,
che fermi alle case dei poveretti
con tanti doni e tanti confetti.
RODARI GIANNI
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Viene Viene la Befana
Viene viene la Befana
Da una terra assai lontana,
così lontana che non c’è…
la Befana, sai chi è?
La Befana viene viene,
se stai zitto la senti bene:
se stai zitto ti addormenti,
la Befana più non senti.
La Befana, poveretta,
si confonde per la fretta:
invece del treno che avevo ordinato
un po’ di carbone mi ha lasciato.
Rodari Gianni
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La Befana
Viene viene la Befana
vien dai monti a notte fonda.
Come è stanca! La circonda
neve, gelo e tramontana.
Viene viene la Befana.
Ha le mani al petto in croce,
e la neve è il suo mantello
ed il gelo il suo pannello
ed il vento la sua voce.
Ha le mani al petto in croce.
E s’accosta piano piano
alla villa, al casolare,
a guardare, ad ascoltare
or più presso or più lontano.
Piano piano, piano piano.
Che c’è dentro questa villa?
Uno stropiccìo leggero.
Tutto è cheto, tutto è nero.
Un lumino passa e brilla.
Che c’è dentro questa villa?
Guarda e guarda…tre lettini
con tre bimbi a nanna, buoni.
guarda e guarda…ai capitoni
c’è tre calze lunghe e fini.
Oh! tre calze e tre lettini.
Il lumino brilla e scende,
e ne scricchiolan le scale;
il lumino brilla e sale,
e ne palpitan le tende.
Chi mai sale? Chi mai scende?
Co’ suoi doni mamma è scesa,
sale con il suo sorriso.
Il lumino le arde in viso
come lampada di chiesa.
Co’ suoi doni mamma è scesa.
La Befana alla finestra
sente e vede, e s’allontana.
Passa con la tramontana,
passa per la via maestra,
trema ogni uscio, ogni finestra.
E che c’è nel casolare?
Un sospiro lungo e fioco.
Qualche lucciola di fuoco
brilla ancor nel focolare.
Ma che c’è nel casolare?
Guarda e guarda… tre strapunti
con tre bimbi a nanna, buoni.
Tra la cenere e i carboni
c’è tre zoccoli consunti.
Oh! tre scarpe e tre strapunti…
E la mamma veglia e fila
sospirando e singhiozzando,
e rimira a quando a quando
oh! quei tre zoccoli in fila…
Veglia e piange, piange e fila.
La Befana vede e sente;
fugge al monte, ch’è l’aurora.
Quella mamma piange ancora
su quei bimbi senza niente.
La Befana vede e sente.
La Befana sta sul monte.
Ciò che vede è ciò che vide:
c’è chi piange e c’è chi ride;
essa ha nuvoli alla fronte,
mentre sta sul bianco monte.
di Giovanni Pascoli
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Voglio fare un regalo alla Befana
La Befana cara vecchietta,
va all’antica, senza fretta.
Non prende mica l’aeroplano
per volare dal monte al piano,
si fida soltanto, la cara vecchina,
della sua scopa di saggina:
è così che poi succede
che la Befana… non si vede!
Ha fatto tardi fra i nuvoloni,
e molti restano senza doni!
Io quasi, nel mio buon cuore,
vorrei regalarle un micromotore,
perché arrivi dappertutto
col tempo bello o col tempo brutto…
Un po’ di progresso e di velocità
per dare a tutti la felicità!
che fermi a casa d’ogni bambino,
che fermi alle case dei poveretti
con tanti doni e tanti confetti.
Gianni Rodari
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La befana
Ecco pronta la befana
che di toppe ha la sottana,
deve consegnar dolcetti
ma la scopa fa i dispetti .
Ora sale , ora scende,
mille direzioni prende;
sopra nubi, sotto il mare,
vuol far quello che le pare.
Sgroppa come un cavallino,
non sta ferma un momentino,
gira salta, piroetta,
non le vuole dare retta.
Strilla e sbuffa la befana,
ma la scopa resta strana.
“Su facciamoci coraggio,
forse vuole un bel massaggio!”
Prende l’olio da cucina
e anche un po’ di glicerina
poi comincia a massaggiare
fin che tutto va a brillare.
Or che è bella e profumata,
tutta quanta lucidata ,
questa scopa vanitosa
si vuol metter pure in posa.
Ride adesso la befana prende il sacco e in groppa sale:
” Su sbrighiamoci scopetta , sennò qui, vien carnevale !
A. Turchetti
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I tre santi Re
I tre santi Re Magi d’Oriente
chiedevano sostando a ogni città:
“Oh bimbe, oh donne, ci sapreste dire
la strada per Betlemme dove va?”
Nè giovani nè vecchi lo sapevano
ed essi riprendevano il cammino
ma una cometa dalla chioma d’oro
or li guidava come un lumicino.
La stella sulla casa di Giuseppe
ristette e i santi tre Re Magi entrar;
muggiva il bove, gridava il bambino,
ed i Re Magi presero a cantar.
E. Heine
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La befana
Vien da lontano, per le vie nevose,
lascia giù, al cancello del giardino,
il somarello, e tra le sue calzette
una ne sceglie per ciascun bambino
e gliela porta: e sal dritta e sicura
per ogni stanza, sia pur chiusa e scura.
In ogni stanza di bambini buoni
entra pian piano, e il loro sonno spia:
e ai piedi del lettino lascia i suoi doni.
Piero Calamandrei
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I Re Magi
Una luce vermiglia
risplende nella pia
notte e si spande via
per miglia e miglia e miglia.
O nova meraviglia!
O fiore di Maria!
Passa la melodia
e la terra s’ingiglia.
Cantano tra il fischiare
del vento per le forre,
i biondi angeli in coro;
ed ecco Baldassarre
Gaspare e Melchiorre,
con mirra, incenso ed oro.
Gabriele D’Annunzio
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I re magi
Era una notte azzurra
con tante stelle in cielo;
sopra le dune sparse
palme dal lungo stelo.
Dolce silenzio. I Magi
sopra cammelli bianchi
seguivan la cometa…
Felici e un poco stanchi,
venivan di lontano,
da regni d’oltremare –
scrutavan l’orizzonte
desiosi d’arrivare.
Ecco Betlemme alfine;
ecco, nella capanna,
un tenero bambino
in braccia alla sua Mamma.
I vecchi Re si prostrano i!
ed ognuno di loro ,
offre un suo dono splendido:
incenso, mirra ed oro.
Cantano intorno gli Angeli:
All’umile Giudeo
s’inchinano i potenti:
Gloria in excelsis Deo!
G. Fanciulli
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Persero un giorno la stella.
Com’è possibile perdere la stella?
Per averla fissata troppo a lungo…
I due re bianchi,
ch’ erano due sapienti di Caldea,
col bastone tracciarono sul suolo grandi cerchi.
Si misero a far calcoli, si grattarono il mento…
Ma la stella era scomparsa
come
scompare un’idea,
e quegli uomini, l’anima dei quali
aveva sete di essere guidata,
piansero drizzando le tende di cotone.
Ma il povero re nero, disprezzato dagli altri,
disse a se stesso: “Pensiamo alla sete
che non è la nostra.
Occorre dar da bere, lo stesso, agli animali”.
E mentre reggeva il suo secchio,
nello spicchio di cielo
in cui si abbeveravano i cammelli
egli scorse la stella d’oro che danzava silente.
Edmond Rostand
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Sempre lei
“Nonna, ai tuoi tempi c’era la Befana?”
E la nonna sorride e dice: “Sì.
Se mi ricordo! L’alba era lontana,
era ancor notte, non spuntava il dì:
ma presto andavo accanto al focolare
dov’era la mia calza ad aspettare…”
“Mamma, ai tuoi temi la Befana c’era?”
E la mamma sorride e dice: “Sì.
Era d’inverno, ma come primavera,
Mi pareva che fosse quel bel dì…
Mi alzavo quasi all’alba, in tutta fretta
e correvo a cercar la mia scarpetta…”
E passa il tempo, e il mondo avanti va:
e la Befana antica è ancora qui;
Per monti valli e isole e città
ritorna come un tempo, in questo dì;
è sempre lei, non può mutare più
perchè c’è sempre al mondo gioventù.
A. Galante Garrone
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La befana
Discesi dal lettino
son là presso il camino,
grandi occhi estasiati,
i bimbi affaccendati
a metter la calzetta
che invita la vecchietta
a portar chicche e doni
per tutti i bimbi buoni.
Ognun chiudendo gli ochi,
sogna dolci e balocchi;
e Dori, il più piccino,
accosta il suo visino
alla grande vetrata
per veder la sfilata
dei Magi, su nel cielo,
nella notte di gelo.
Quelli passano intanto
nel lor gemmato manto,
e li guida una stella
nel cielo, la più bella.
Che visione incantata,
nella notte stellata!
E la vedono i bimbi,
come vedono i nimbi
agli Angeli festanti
ne’ lor candidi ammanti.
G. Gozzano
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La burla della Befana
Presso la nera cappa del camino,
una calzina in grande attesa sta.
Con il suo sacco ed il suo lumicino
a notte la Befana scenderà.
Ma un tormento sta in cuore a Tino e a Tina:
“Ci vorrebbe la calza di una donna,
la nostra è troppo corta e piccolina!”
“Appendiamoci quella della nonna!”.
Vanno al mattino i piccoli bricconi
alla scoperta dei sognati doni.
Ma che c’è nella calza lunga e nera?
Un paio d’occhiali e una dentiera…
G. Vaj Pedotti
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Zitti zitti, presto a letto
Zitti, zitti presto a letto
la Befana è qui sul tetto,
sta guardando dal camino
se già dorme ogni bambino,
se la calza è ben appesa,
se la luce è ancora accesa!
Quando scende, appena è sola,
svelti, svelti sotto alle lenzuola!
Li chiudete o no quegli occhi!
Se non siete buoni niente dolci né balocchi,
solo cenere e carbone!
dal web
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