La festa della donna si avvicina e noi non ci facciamo trovare impreparate, tante sono le cose che si possono preparare insieme ai bambini ,basta scegliere tra le tante risorse presenti a questo link!
Ti do la mia mano, tu dammi la tua, così, come siamo, prendiamo la sua, uniti per mano andiamo poi in giro e più noi saremo, piu siamo al sicuro. Restiamo per mano in ogni momento, andremo lontano se piove o c’è vento e per mano stretti, saremo grandiosi, d’un tratto più forti, sicuri e radiosi. Fa bene alla mente, al cuore, al respiro, se mano si prende, non c’è capogiro, si è stabili e saldi, non cadi mai a terra perché se traballi , una mano ti afferra. È un gesto affettuoso, è semplice e bello, può farlo lo sposo ed anche il fratello, può farlo chiunque e con tutti quanti, fa bene comunque tra risa o nei pianti.
I nostri Diritti
Questo è un giorno speciale,
è una festa particolare:
è la festa dei bambini di tutto il mondo
che si stringono in un girotondo.
Oggi i loro Diritti vogliono ricordare
e a tutto il mondo raccontare
che ogni bambino deve poter giocare
ed avere da mangiare,
che a scuola deve poter andare
e poi dalla sua famiglia tornare.
Perché per i bambini di tutta la Terra
non deve esserci più la guerra,
ma tanta pace e serenità
per poter costruire il mondo che verrà.
Chiara Magnoli
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Filastrocca del piccolo gesto importante
Un piccolo gesto è una pietra preziosa
Cela un segreto che è molto potente
Qualcosa accade, se tu fai qualcosa
E niente accade, se tu non fai niente
Basta un secchiello a vuotare il mare?
Basta una scopa a pulir la città?
Forse non basta, ma devi provare
Se provi, forse, qualcosa accadrà
È un gesto inutile, ma non importa
Piccoli gesti hanno forza infinita
Se ognuno spazza davanti alla porta
La città intera sarà pulita .
Bruno Tognolini
…………….
Promemoria
Ci sono cose da fare ogni giorno: lavarsi, studiare, giocare, preparare la tavola, a mezzogiorno.
Ci sono cose da fare di notte: chiudere gli occhi, dormire, avere sogni da sognare, orecchie per non sentire.
Ci sono cose da non fare mai, né di giorno né di notte, né per mare né per terra: per esempio, la guerra
Tutti per uno, uno per tutti È questo il patto che noi giuriamo nei giorni belli, negli anni brutti Tutte le foglie da un unico ramo E tutti i fiumi in un solo mare Tutte le forze in un solo braccio E questo braccio ce la può fare Voi ce la fate se io ce la faccio Perché non resti più indietro nessuno: Uno per tutti, tutti per uno. (Bruno Togliolini) ——————————
La pace è una conquista
La pace incomincia da te,
il suo conseguimento richiede addestramento,
richiede educazione,
richiede formazione,
richiede impegno,
richiede prevenzione,
richiede cooperazione,
richiede molte altre qualità
mirate alla non violenza.
la pace è conquista,
ma prima la conquista
deve avvenire nella mente,
poi nel cuore e nella coscienza.
la pace è cosa ragionevole,
è cultura, non è utopia,
ma una via praticabile.
(Renato Caldon)
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Diritto di essere bambino
Chiedo un luogo sicuro dove posso giocare
chiedo un sorriso di chi sa amare
chiedo un papà che mi abbracci forte
chiedo un bacio e una carezza di mamma.
Io chiedo il diritto di essere bambino
di essere speranza di un mondo migliore
chiedo di poter crescere come persona
Sarà che posso contare su di te?
chiedo una scuola dove posso imparare
chiedo il diritto di avere la mia famiglia
chiedo di poter vivere felice,
chiedo la gioia che nasce dalla pace
Chiedo il diritto di avere un pane,
chiedo una mano
Che m’ indichi il cammino
NON SAPREMO MAI QUANTO BENE PUO’ FARE
UN SEMPLICE SORRISO
(MADRE TERESA DI CALCUTTA)
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IL MONDO SIAMO NOI
Siamo diversi e questo a noi piace
Speriamo che nel mondo ci sia la pace.
Di tanti colori noi siamo,
anche se lontani, ci aiutiamo.
Alcuni sono gialli come il limone
altri neri come il carbone.
Siamo diversi nel modo di vestire,
siamo diversi nel modo di capire,
siamo diversi nel modo di parlare,
siamo diversi nel modo di amare.
Tutti fratelli diventeremo
se il nostro cuore apreiremo,
al ricco, al povero e allo sfortunato
auguriamo un mondo d’ amore smisurato.
Teniamoci per mano
tutti insieme cammineremo piano piano.
voglio cambiare il mondo
formare un bel girotodo
eliminare la guerra e la povertà
regalare a tutti la felicità.
Rid:”da Viaggio tra poesia e immagine.Direzione didattica di Chiampo(VI)
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Il mondo
Voglio parlarvi del nostro
meraviglioso, grande rotondo
mondo abitato da grandi e piccini
mondo di mamme, papà e bambini.
Un mondo fatto di tanti paesi
Piccoli o molto estesi,
diversi per lingue e usanze.
Ogni Paese ha le proprie danze
E piatti tipici,giochi e canti,
per questo sono proprio tanti
i giochi e i canti di tutto il mondo
meraviglioso, grande e rotondo.
Giochi cantati diversi e bellissimi
arebbe bello scoprirne tantissimi!
Perciò da che terra possiamo partire
Se canti e giochi vogliamo scoprire?
Africa, America, Asia, Australia?
O dall’ Europa con dentro l’ Itaia?
Si| dall’ Europa che è più vicina
per poi spostarci…..fino alla Cina
Paola Lovisolo
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La filastrocca del vero amico
Lo sai cosa vuol dire essere amici?
Vuol dire che non mi tradisci mai
Che io ci credo, a tutto ciò che dici
Che io mi fido, di tutto ciò che fai
Vuol dire fare insieme tanta strada
Vuol dire che qualunque cosa accada
Io da te non m’aspetto nessun male.
È questo, amico mio: mai nessun male.
(Bruno Togliolini)
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I colori dei diritti dei bambini
Il diritto all’uguaglianza è giallo sole che illumina la mia stanza. Per imparare le parole ho il diritto di studiare. I bambini di tutto il mondo hanno il diritto di mangiare e di fare un girotondo tutti uniti, senza litigare. Se ogni bambino ha la sua famiglia vive come perla nella conchiglia. (Classi I e II, Scuole elementari di Dormelletto)
C’è un diritto elementare che è quello di giocare: ogni bambino deve trovare il suo spazio per giocare. Può divertirsi con gli amici, stare insieme allegri e felici. Ma c’è un paese sbagliato dove il gioco è vietato, qualche bambino deve lavorare degli altri il fratellino devono curare. Alcuni i palloni devono cucire e non si possono mai divertire. Quando i bambini vogliono giocare i grandi il loro diritto devono rispettare. (Classi I e II, Scuole elementari di Dormelletto)
C’è un diritto elementare che è quello di giocare. E’ bello stare al mare dove si può anche nuotare. E se avete una palla potete stare a galla. Con due amici a nascondino puoi andare dietro a un pino e poi fare un riposino bevendo il cappuccino. Ogni giorno all’intervallo noi facciamo un bel ballo, ogni sera con mia sorella io gioco a fare la bidella. La filastrocca qui tace e a noi molto piace. (Classe II B, Scuola elementare “Dante Alighieri”)
Ditemi voi gente del mondo I diritti di bambini e bambine, Ripeteteli alle terre lontane e vicine. Impariamo un bel gioco: Tutti insieme Teniamoci per mano Oppure Alleniamoci a tirare Lentamente solo Gessetti leggerissimi, Indistruttibili, O palline Colorate a chi non ci ascolta O non rispetta i nostri diritti. (Nicola e Kevin)
Diritto alla dignità 1. Ogni giorno vado di là dalla mamma e dal papà, dico al caro paparino: sai, papino… E lui risponde: va’ in giardino! Allora vado dalla mamma e dico: sai, mammina… Lasciami stare, che devo andare a prendere la tua sorellina! Ogni giorno è sempre così, allora taccio tutto il dì! (Luana)
Papà, paparino… Sta’ zitto, devo innaffiare i fiori in giardino! Mamma, mammina… Va’ via, devo andare dalla zia Pina! Nessuno mi ascolta. Basta! Mai più io parlerò! Mamma, papà, mai più vi ascolterò! (Claudio) I bambini che lavorano
1. Alcuni bambini del mondo non possono fare il girotondo, lo sapete perché? Perché devono lavorare, non si possono fermare. Devono lavorare, altrimenti il padrone li può bastonare. (Jessica e Luana, classe V)
2. I bambini che sono schiavi: non è proprio giusto! Al telegiornale ho visto qualcosa di brutto: un mare impetuoso, un cielo grigio, e dei bambini sopra un gommone per sbarcare al mercato degli schiavi! Forse un bimbo ha scoperto tutto e gli è sceso un lacrimone. Questo mi dispiace e vorrei un rimedio efficace. Forse la cura è la volontà del cuore, cioè l’amore. (Maria Pia, classe III)
Di diritti ce ne sono tanti Importanti ma diversi. Recitiamoli insieme, Impariamoli bene Tutti quanti, Teniamoli a mente, Ordiniamo di rispettarli. Alla libertà c’è il diritto, La libertà è importante, La libertà del mondo intero, A lei chiediamo di non lasciarci. Liberi, Insieme Balliamo felici E diventiamo amici. Raramente ciò succede: Tanti sono costretti Ad andare in guerra. E c’è anche chi l’elemosina chiede. Alla pace c’è il diritto: La pace è per tutti. La pace è lì che ci aspetta. A lei chiediamo la speranza. Per tutti la chiediamo, A grandi e piccini. Ce n’è per tutti se vogliamo E insieme la chiediamo. Diritto all’uguaglianza Io sono italiano tu sei africano, lui è francese lei è inglese. Io mi chiamo Antonella tu t’appelles Gabrielle, her name is Isabel. Io sono cristiana tu sei musulmana, lui è buddista lei è induista. Siamo tutti diversi e siamo tutti uguali. (Classe V, Scuola elementare di Dormelletto)
Diritto alla vita e allo sviluppo 1. Molti bambini sono sfruttati a causa dei soldati nei loro Paesi inviati. Sono costretti a lavorare, non possono mai giocare. Questi bambini maltrattati devono essere liberati! A casa i soldati devono essere inviati. Abbasso la guerra, eliminiamola dalla terra!
2. Ogni bimbo deve essere amato, rispettato, adorato! Tutti i loro genitori devono essere buoni educatori, per difenderli dalla violenza, donare loro salute ed assistenza. Tutti i bambini hanno diritto all’istruzione, all’informazione, alla propria opinione. Ogni bambino ha diritto al gioco e al riposo, alla pace e al cibo. (Sara e Valentina)
Nel prato spunta una viola alza la testa e chiede amore.
Ma cosa vede?
Guerra,Distruzione,egoismo
e rancore.
Si volge al sole
e chiede
<Dove è andato a finire il candore?>
E il sole risponde,
<Cerca ancora che lo trovi,
Guarda bene dentro ai cuori,
e vedrai fiorire l’ amore>
Maria
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PACE
Senza egoismo,
senza cattiveria e rancore
senza distinzione nè di razza nè di colore.
Ma stare insieme
con complicità, sincerità, lealtà,
amicizia e amore
Maria
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Diverso
Parola che scotta la lingua: egoismo.
Parola che brucia la bocca: razzismo.
Tra tante parole simpatiche e belle
razzismo e egoismo son certo sorelle.
Due brevi parole, due squallidi mali:
voler che i diversi diventino uguali.
“Diversa cultura, diverso colore,
diversa la razza, diverso l’odore…
Mi danno fastidio, cacciateli via:
la terra che pestano, in fondo, è la mia
e se c’è qualcuno che stare qui osa
deve essere uguale!” – Ma uguale a che cosa?
Diverso è ricchezza, non certo un delitto:
la terra è di tutti, l’ho detto e l’ho scritto.
“Non ho mai sentito una cosa più sciocca:
non dire scemenze e chiudi la bocca!”
L’assurda pretesa che tutto sia uguale
vi rende la vita noiosa e banale.
Aprite le porte, aprite la mente:
diverso è più allegro, è più divertente!
Volete che il mondo sia senza colori,
sia grigio di dentro e grigio di fuori,
perciò io concludo con l’ultimo verso:
evviva i colori, evviva il diverso!
Elio Giacone
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LETTERA AI BAMBINI
” E’ difficile fare le cose difficili:
parlare al sordo,mostrare la rosa al cieco.
bambini,imparate a fare le cose difficili:
dare la mano al cieco, cantare per il sordo,
liberate gli schiavi che si credono liberi”
G.Rodari
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Le voci dei bimbi
Le voci dei bimbi il vento raccoglie
e poi le sparpaglia tra i rami e le foglie
di alberi antichi, con grosse radici
che sanno ascoltare le cose che dici
per poi raccontarle, giù… giù… nel profondo
al Cuore che batte al centro del mondo.
Se un bimbo sorride, sorride anche il Cuore
ed ecco spuntare in un prato un bel fiore.
Se un bimbo è felice, il Cuore è contento
e nascon farfalle che danzan col vento.
Ma, a volte, le risa diventano pianti:
le lacrime scendono, calde e pesanti,
colpiscon la Terra che trema, impaurita,
vedendo la morte mischiarsi alla vita.
Ossezia, Israele, Iraq, Palestina…
tra bombe e fucili la morte cammina,
portando con sé ceceni, afghani
e tanti, tantissimi bimbi africani!
Bombardano, sparano e parlan di pace,
al Cuore del mondo ‘sta cosa non piace:
“Se di odio e violenza riempite la Terra,
non siate bugiardi: chiamatela guerra!
La pace è sorridere, darsi la mano,
dormire tranquilli, guardare lontano
e in fondo vedere, nel cielo sereno,
i sette colori dell’arcobaleno.
Soltanto se spargi la voglia di amare
il vento sorride e può allora portare
agli alberi antichi e alle loro radici
le voci ed i sogni di bimbi felici!”
Elio Giacone
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Inno alla vita
La vita è un’opportunità, coglila.
La vita è bellezza, ammirala.
La vita è beatitudine, assaporala.
La vita è un sogno, fanne realtà.
La vita è una sfida, affrontala.
La vita è un dovere, compilo.
La vita è un gioco, giocalo.
La vita è preziosa, abbine cura.
La vita è ricchezza, valorizzala.
La vita è amore, vivilo.
La vita è un mistero, scoprilo.
La vita è promessa, adempila.
La vita è tristezza, superala.
La via è un inno, cantalo.
La vita è una lotta, accettala.
La vita è un’avventura, rischiala. La vita è la vita, difendila.
Madre Teresa di Calcutta
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I diritti dei bambini
I bambini giocano con la sabbia
e qualcuno si arrabbia.
I bambini gocano con il sole
e qualcuno non vuole.
I bambini giocano con la voce
e qualcuno si fa feroce.
i bambini giocano con la festa
e qualcuno protesta.
(R.Piumini)
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PER UN AMICO
Un vero amico chi è?
E’ quello che non lascia mai,
Un vero amico ha qualcosa che poi
Gli manca se tu te ne vai.
Un vero amico si sa
Aiuta e non chiede perché
Ma se per caso si mette nei guai
Tu lascia tutto e corri da lui.
S: Per un amico metti su il sorriso più grande che hai
C: Più grande che hai
Prova a fare sempre tutto quello che puoi,
Quello che puoi
Un amico vero non lo scorderai mai
C: Se pensi che sia giusto non far caso a tutto il resto.
S: Un amico è il bene più prezioso che hai
C: Il bene che hai
Ogni cosa è meno bella senza lui
Senza lui
Un amico vero non ti lascerà mai
Non fare caso al resto
C: Per un amico questo ed altro.
S: Con un amico però
A volte si litiga, sai
Ma una parola, una stretta di mano
Non può partire sempre da lui.
Per un amico metti su il sorriso più grande che hai
C: Più grande che hai
Tiri sempre il cuore in ballo, fra di voi
Fra di voi
Un amico vero non lo perderai mai
Tu lascia stare il resto
C: Per un amico questo ed altro.
S: E’ un’ avventura che se vuoi,
Può non finire mai
C: Quando incontri un altro bambino
S+C: Hai un amico vicino e così…
S: Per quell’ amico
C: Metti su il sorriso più grande che hai
S: Più grande che hai
Prova a fare sempre tutto quello che puoi,
Quello che puoi
E’ un amico vero e non lo scorderai mai
S+C: Se pensi che sia giusto non far caso a tutto il resto
C: Na na na
S+C: Un amico vero non lo perderai mai
S: Tu lascia stare il resto
Perché un amico è tutto questo.
C: Na na na na na
S: Perché un amico è tutto questo.
(M. Iardella – C. Farina)
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La marcia dei diritti
Un-due, un-due, un-due, un-due.
È la marcia dei diritti dei bambini.
Della Carta dei Diritti dei bambini… Marsch!
Ho aperto un libricino
e ho letto che un bambino
da mangiare non ce l’ha.
E c’è chi non ha da bere
con il rischio di morire:
senza acqua come fa?
Ma come fanno, io non ci credo.
Non si può fare, io non ci credo.
Ho sfogliato bene bene
quelle foto di bambine
invecchiate dal lavoro.
E di quelli senza un tetto
e di quelli senza affetto
senza un poco di decoro.
Ma come fanno, io non ci credo.
Non si può fare, io non ci credo. Non si può.
I diritti sono di tutti,
l’ha spiegato la maestra
c’è una carta scritta apposta
per difendere i bambini.
Tutti i capi delle nazioni
hanno fatto le riunioni:
hanno detto e hanno scritto
sui diritti dei bambini
Allora perché? Allora perché?
Quando gioco al girotondo,
penso che su questo mondo
c’è qualcosa che non va.
Che ci sono dei bambini,
sulle strade abbandonati
senza mamma né papà.
Ma come fanno, io non ci credo.
Non si può fare, io non ci credo.
Poi da un’altra parte ancora
c’è chi non può andare a scuola.
Chi giocattoli non ha.
E c’è pure chi si ammala
e gli manca quella cura
che il suo medico non ha.
Ma come fanno, io non ci credo.
Non si può fare, io non ci credo. Non si può.
I diritti sono di tutti,
l’ha spiegato la maestra
c’è una carta scritta apposta
per difendere i bambini.
Tutti i capi delle nazioni
hanno fatto le riunioni:
hanno detto e hanno scritto
sui diritti dei bambini.
Allora perché? Allora perché?
Allora perché?
C’è un bambino che lavora,
chi subisce una tortura.
Chi è venduto come schiavo.
Chi è costretta per le strade
già per vendere l’amore
da qualcuno assai cattivo.
Ma come fanno, io non ci credo.
Non si può fare, io non ci credo.
C’è chi muore appena nato:
non è stato vaccinato.
C’è chi cresce malnutrito.
C’è chi viene emarginato,
c’è chi un handicap ha avuto.
C’è chi viene malmenato.
Ma come fanno, io non ci credo.
Non si può fare, io non ci credo. Non si può.
I diritti sono di tutti,
l’ha spiegato la maestra
c’è una Carta scritta apposta
per difendere i bambini.
Tutti i capi delle nazioni
hanno fatto le riunioni:
hanno detto e hanno scritto
sui diritti dei bambini
Con la Carta, il futuro migliore sarà.
Un-due, un-due, un-due, un-due.
È la marcia dei diritti dei bambini.
Della Carta dei Diritti dei bambini.
Dallo spettacolo “Hanno ragione i bambini” – Testo e musiche di Francesco Rinaldi – Paoline Editoriale Audiovisivi, Roma, 2000
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FACCIAMO LA PACE
In italiano si dice “sì,”
in francese si dice” ouì,”
i tedeschi dicono” ia,”
mentre i russi dicono”da”,
e in tutte le lingue significa questo:
“Facciamo la pace , facciamola presto!”
G. Rodari
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Girotondo intorno al mondo
Se tutte le bimbe del mondo,
volessero darsi una mano,
potrebbero intorno ai mari,
fare un bel girotondo.
Se tutti i ragazzi del mondo
fossero bravi marnai,
con le barche farebbero
un bel ponte sulle onde.
Allora si potrebbe fare un girotondo
intorno al mondo,
se tutte le genti del mondo
volessero darsi una mano
P. Fort
………………………………….
La pelle
Pelle bianca come la cera,
Pelle nera come la sera,
pelle arancione come il sole,
pelle gialla come il limone
tanti colori come i fiori.
Di nessuno puoi fare a meno
per disegnare l’ arcobaleno.
chi un solo colore amerà
un cuore grigio sempre avrà.
M. Argilli, Fiabe di cento colori,
Editori riuniti
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PREGHIERA
Fa’ che io ami
gli animal, le piante.
Fa’ che io possa
dividere il mio pane
con chi ha fame, che possa
dividere la mia acqua
con chi ha sete, che posa
far sorridere chi piange;
che possa ospitare
chi non ha casa.
Fa’ che io possa
fare tutto questo,
o Signore, perchè solo così
mi sentirò vicino a te
Preghiera indiana
———————- Quante ragioni per fare le guerra inventano gli uomini di tutta la terra un oro nero, un Dio, una vendetta la torta intera o solo una fetta. A questi uomini in cerca di gloria io direi sempre la stessa storia Non c’è torta per quanto ambita che valga più di una singola vita.
C’è una scuola grande come il mondo. Ci insegnano maestri e professori, avvocati, muratori, televisori, giornali, cartelli stradali, il sole, i temporali, le stelle. Ci sono lezioni facili e lezioni difficili, brutte, belle e così così… Si impara a parlare, a giocare, a dormire, a svegliarsi, a voler bene e perfino ad arrabbiarsi.
Ci sono esami tutti i momenti, ma non ci sono ripetenti: nessuno puo’ fermarsi a dieci anni, a quindici, a venti, e riposare un pochino. Di imparare non si finisce mai, e quel che non si sa è sempre più importante di quel che si sa già.
Questa scuola è il mondo intero quanto è grosso: apri gli occhi e anche tu sarai promosso!
G. Rodari
SOTTO LO STESSO TETTO
Mi guardo in giro e rimango stupito, che meraviglia è l’intero Creato! La terra, i monti, il mare, il cielo sembra sia un sogno, ma è tutto vero. Bisogna soltanto averne cura e dare amore ad ogni creatura dalla formica più piccola e nera, allo scoiattolo e alla pantera, dall’erba verde, umida e fresca alla selvaggia ed immensa foresta. Tutto sta lì, ogni cosa al suo posto e, anche nell’angolo più buio e nascosto, si può trovare una meraviglia, strana, diversa, ma ti assomiglia, insieme a te sotto lo stesso tetto ed ha il diritto di cure e rispetto. Se mal non vuoi, male non fare, c’è sempre un conto se no da pagare.
Germana Bruno
I bambini
Sono loro che hanno l’arma più potente: uno sguardo,un’espressione,una parola, una carezza, un abbraccio o un sorriso. Una giornata storta o fortemente incupita, la stanchezza sulle spalle e i pensieri della mente. Sono loro i veri maestri. Quelli che ti indicano la via. Quelli che al momento giusto,con poco, sono capaci di regalarti tutto. Un loro piccolo gesto fa la differenza. Lo straordinario fa irruzione nella tua ordinaria quotidianità, ti travolge con tutta la sua potenza, e capovolge lo sguardo tuo sul mondo e sulla realtà. Musica per le tue orecchie, luce per i tuoi occhi e calore per il tuo cuore. Loro, i bambini, la gioia della vita che con estrema semplicità e naturalezza raccontano di tutto senza neanche aprire bocca. E tu cresci insieme a loro col bagliore di quel sole che ti invita a gioire per quelle inenarrabili emozioni che solo loro sono capaci di donare.
La gentilezza Se a qualcuno cade un soldo, lo raccolgo e glielo rendo; se mi fanno una domanda, io sorrido e poi rispondo. Se a uno manca il pennarello, la matita od il righello, non mi faccio supplicare: gli do il mio senza esitare: Se ad entrare siamo in due, dico: “Prego, passi pure”. E se ho urtato un passante chiedo scusa prontamente. Se la nonna ha un pò da fare io la vado ad aiutare: gentilezza e cortesia Ilario Belloni
Il galateo dei piccini Se qualcosa vuoi avere devi dire «per piacere ». Il piccin gentile e buono dice «grazie» ad ogni dono; se gli chiedono un favore lo fa tosto e di buon cuore, e saluta per benino con la voce e con l’inchino. Non fa scherzi con la mano che son scherzi da villano; non si mette il dito in bocca e il nasino non si tocca. E’ pulito e ben ravviato tiene l’abito ordinato; usa dir mattina e sera al Signor la sua preghiera. A. Pietrasanta
Gentilezza Gentilezza è quella fata dalla voce delicata, sempre dolce e sorridente e con tutti compiacente. Dice grazie a chicchessia che le usi cortesia; e se chiede qualche cosa, quella fata assai graziosa, dice sempre: – Per favore….. e si fa davvero onore. Gentilezza è una virtù: bimba, imparala anche tu. T. Romei Correggi
Le parole gentili Le parole gentili non pesan tanti chili. È contento chi le ascolta: vuol sentirle un’altra volta. “Scusa”, “Grazie” e “Per piacere” son parole assai leggere. Sono belle ed importanti: fan felici tutti quanti. Quando a tavola tu piangi, sembra amaro quel che mangi. Per sentir com’è squisito, prova a dir: “Buon appetito!”. Se tu gridi e pesti i piedi, non avrai quello che chiedi: starai senza per due ore se non chiedi: “Per favore”. Queste semplici parole scaldan tutti come il sole e uno splendido sorriso spunta sempre su ogni viso! Elio Gentile
Parole gentili Grazie, scusa, per favore: che magnifiche parole! Se le metti pure insieme ad azioni che fan bene, a un sorriso, a una carezza: questa è vera gentilezza. Mi permetti? Faccia pure! Le dispiace? No, è un piacere! Poche, semplici parole, che alla bocca porta il cuore. Vedrai, è facile impararle, fanne uso in quantità, a chiunque tu puoi darle per portar serenità. Germana Bruno
Mondadori Education accompagna gli insegnanti e gli alunni della Scuola Primaria nella didattica a distanza con materiali per la continuità didattica, esercizi e video di ripasso, spunti disciplinari per una didattica a distanza: in questa pagina l’offerta pensata da Mondadori Education per continuare lo studio da casa. Ecco alcuni contenuti per la scuola primaria:
Uovo alla finestra. Lavoretto per tutte le classi della Scuola Primaria con indicazioni in italiano e in inglese, per ripassare creando.
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Se io fossi, mamma, un uccellino che vola nel cielo profondo vorrei offrirti il mio canto più dolce, soave, giocondo. Se io fossi, mamma, una stella che brilla nel bruno firmamento donerei a te la luce più bella con amore e baci a cento a cento. Ma essendo solo un bambino e non avendo che il cuore, ti voglio stare vicino per dirti tutto il mio amore. E. Ottaviani
Poesia da completare con semplici disegni per la festa della mamma
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Siamo in sette e siam carini ma anche parecchio birichini.
LUNEDÌ: son triste perché quel che volevo non ho avuto e il sorriso ho perduto.
MARTEDÌ: son contento perché mi consoli un pochino con un bacino e a me viene un sorrisino.
MERCOLEDÌ: mi fan un dispetto, mi arrabbio e perdo il rispetto.
GIOVEDÌ: ho paura allora chiudo gli occhi fin che dura.
VENERDÌ: perdo la gioia e rimane solo la noia.
SABATO: mi batte il cuore quante emozioni mi son venute le palpitazioni.
DOMENICA: spalanco gli occhi se sono sorpreso mi sento e poi gioco con gli amici allegro e contento.
E per concludere la filastrocca, fare un saluto ora mi tocca. Batto le mani mando un bacino e qui concludo con un inchino.
Basta poco per esser felici
un gattino, un gioco, gli amici
un gelato, o un giro in bici.
La merenda nello zainetto
i nonni, i colori nel cassetto
la TV, la palla sotto il letto.
Anche quando non è tutto bello
per esser contenti basta volerlo
e col sorriso di mamma e papà
subito torna la felicità! Fonte
Le emozioni
Maria Ruggi
Le emozioni sono infinite
puoi trovarle anche fiorite.
Le emozioni sono colorate
puoi scoprirle anche profumate.
Le emozioni sono vellutate
puoi toccarle anche d’estate.
Le emozioni sono parole
puoi viverle anche al sole.
Rabbia e tristezza sono pungenti
gioia e allegria le più divertenti.
Le emozioni sono un respiro profondo
palpitano nei cuori di tutto il mondo.
Filastrocca delle emozioni
Giuseppe Bordi
Filastrocca delle emozioni,
dei coraggiosi e dei fifoni,
del bambino che si stupisce
ogni volta che il giorno finisce.
Filastrocca di chi ha paura
quando la notte diventa scura,
del bambino che scoppia di rabbia
e la vorrebbe chiudere in gabbia.
Filastrocca di chi è contento
e con gli amici corre nel vento,
del bambino che è sempre triste
e chiede tutto l’amore che esiste.
Filastrocca della paura
Maria Ruggi
Nel bel mezzo della notte scura scura
ecco senti arrivare la paura.
Nel cielo della tua camera ora il silenzio è sceso
e il più piccolo rumore ti giunge inatteso.
Le ombre sulle pareti si trasformano in mostri terribili
e sotto le coperte quelle figure diventano orribili.
Alla porta del tuo cuore lei comincia a bussare
forza, concentrati, chiudi gli occhi e lasciala andare.
Con calma fai un respiro profondo
gonfia la tua pancia come un pallone intorno al mondo.
Lasciati guidare dai pensieri vellutati
fatti cullare dai sogni zucccherati.
Inclina poi la testa di qua e di là
Vedrai che la paura presto svanirà.
Ho conosciuto un tale
ch’era sempre arrabbiato
per il caldo del fuoco
il freddo del gelato
perché c’era silenzio
perché c’era rumore
per il troppo profumo
per il cattivo odore
in inverno in estate
d’autunno a primavera
pomeriggio e mattino
a notte fonda a sera.
Un giorno s’arrabbiò
anche con la sua rabbia
e senza alcun rimorso
la chiuse in una gabbia
però ne tenne un mucchio
che mise in certe buste
per fame largo uso
contro le cose ingiuste.
Girotondo della paura
Paola Parazzoli
Paura gigantesca
paura appiccicosa
paura più assillante
di una mosca noiosa.
Paure che hai dentro
paure che hai fuori
paure che ti tengono
come i raffreddori.
Ce l’hanno proprio tutti,
non è escluso nessuno,
un po’ di tremarella
se la porta dietro ognuno.
Ce l’hanno i calciatori,
bagnini ed avvocati,
ce l’hanno i genitori,
bambini e fidanzati.
Allora come fare
come si fa a scocciare
la chiudi dentro un sacco
e poi la butti in mare?
Non esiste una ricetta
e neppure una magia
un poco di paura
ti tiene compagnia.
Filastrocca del sorriso
Bruno Tognolini
Il tuo vero sorriso
sul teatro del viso
non lo fanno i tuoi denti
ma la gioia che senti.
Ha un colore preciso
un suo muto clamore
il tuo vero sorriso
è un applauso del cuore.
La Filastrocca della Tristezza
Che terribile magone
sento qui un gran groppone,
piangerei a più non posso
ben nascosto dentro un fosso.
Il mio cuore ha un gran fradello
e niente sembra tanto bello:
né giocar o disegnar
né cantar o raccontar.
Solo e triste e disperato
io mi sento abbandonato.
Dagli occhietti scendon giù
lacrimoni sempre più.
Col nasin tutto colante
è un tirar su ogni istante.
Ma che brutta la tristezza!
Che se ne vada via in fretta!
Ho bisogno di un abbraccio,
e sapere che io piaccio,
un bacione sulla guancia
e tante coccole sulla pancia.
Chi mi dà una carezza
per mandar via la tristezza?
Il magone se ne va
e il mio sorriso tornerà!
Filastrocca delle emozioni
Filastrocca delle emozioni
per bambini allegri o musoni.
Se son triste una lacrima scende,
ma se esce il sole il sorriso splende.
Braccia conserte se sono arrabbiato,
ma se ho paura trattengo il fiato.
Spalanco gli occhi sorpreso mi sento,
poi con gli amici gioco contento.
Le provan tutti queste emozioni,
adulti, bambini, allegri o musoni.
E per finire la filastrocca
fare un giro ora mi tocca
Batto le mani,
faccio un saltino
e qui concludo con un inchino.
La Filastrocca della Rabbia
Maria Loretta Giraldo (da Le filastrocche della Rabbia, Giunti)
Sono tutto arrabbiato,
Cosa mai mi è capitato?
Ho il faccin tutto rosso.
e mi sento un po’ scosso.
Pesto i piedi per terra
e vorrei far la guerra.
Sento tutti nemici
anche i miei cari amici:
non ci voglio parlare
e nemmeno giocare.
Il pancino mi duole
e mangiar lui non vuole,
neppure un boccone
neanche per colazione.
Son tutto nervoso
e mi sento furioso,
una bomba che scoppia
un tornado che soffia,
un vulcano che erutta
un’ onda che spruzza.
Come faccio a calmarmi?
Io vorrei rilassarmi!
Ho bisogno di urlare,
di correr e saltare,
di una parola d’amore,
di un abbraccio dal cuore.
Questo è quello che mi aiuta
e la rabbia tramuta
in una pace tranquilla
in una calma che brilla!
Rima della rabbia da niente
Bruno Tognolini
Mi sento arrabbiato, furioso, cattivo
Eppure non trovo nemmeno un motivo.
Nessuno mi picchia, nessuno mi offende
Le cose che amo nessuno mi prende.
Non trova ragioni la stupida mente,
io sono arrabbiato per niente.
Niente, hai puzza di niente.
Mi graffi con unghie a forma di niente
Gli schiaffi che dai sono fatti di niente
Mi dici parole con suono di niente
Io quindi non posso rispondere niente
Non posso dar calci al sedere di niente
E cresce la rabbia, bollisce bollente
Niente, la pianti?
Ritorna laggiù nel Paese dei Nienti
Perchè mi fai diventar matto?
Mi dici cosa ti ho fatto?
E niente risponde
Niente…
Che buffa l’allegria
Roberto Piumini
Che buffa l’allegria, che ti fa ridere,
allarga la tua bocca in un sorriso,
riscalda la tua pelle, ti fa muovere,
ti pizzica le labbra e infrizza il naso.
Che buona l’allegria, che ti fa lieto,
ti illumina lo sguardo e il pensiero,
ti rende più leggero e dolce il fiato,
ti mette voglia di cantare in coro.
Che bella l’allegria che grida il grido,
getta la voce a ridere nel vento,
nella tua gola chiusa scioglie il nodo,
e con le tue parole forma il canto.
La filastrocca della gioia
Sono felice e contento
e ora so che cosa sento:
la mia bocca è all’insù,
il mio cuor batte di più
Salto, corro e sgambetto
e quasi quasi scoppia il petto.
Ho un sorriso a mezza luna
ed è proprio una fortuna.
La mia mamma e gli amici
vorrei far tanto felici,
perché niente è più gioioso
di un dì così festoso.
Rido e canto, ma cos’è?
Son contento, ma perché?
Di motivi ne ho un milione
e il mio cuore è in confusione.
Son felice e son contento
e di questo non mi pento.
“Devi stare un po’ tranquillo
e non saltare come un grillo!”
mi ripete la mia mamma
proprio prima della nanna.
Io so che lei ha ragione
ma son tutto un’emozione
“Un bel respiro devi fare
e la tua gioia raccontare”
Così mi dice la mia mamma
e ben presto torna la calma.
Filastrocca della felicità
Basta poco per esser felici
un gattino, un gioco, gli amici
un gelato, o un giro in bici.
La merenda nello zainetto
i nonni, i colori nel cassetto
la TV, la palla sotto il letto.
Anche quando non è tutto bello
per esser contenti basta volerlo
e col sorriso di mamma e papà
subito torna la felicità!
Umori del cuore
Roberto Piumini
Sono contento, di buonumore,
sette risate mi ballano in cuore.
Sono felice, voglio scoppiare.
Come un vulcano che scende nel mare!
Son come un cielo normale, sereno:
non sono felice, ma triste nemmeno.
Uffa che noia, ma come sarà?
Vorrei far tutto, ma niente mi va.
Io sono triste, però non piango:
vorrei andarmene, però rimango.
Che mondo nero, che brutta giornata!
Ho il cuore come una spugna strizzata!
La pigrizia si svegliò
M. L. Giraldo
La pigrizia si svegliò
che era quasi mezzodì,
pigramente sbadigliò
ed un solo occhio aprì.
– I lavori li farò,
tanto – disse – restan lì.
Pigramente sbadigliò,
chiuse l’occhio e ridormì.
La Noia borbotta
M. L. Giraldo
La Noia borbotta
con la voce bassa:
– Che noia! Quest’oggi
il tempo non passa.
Restare qui in ozio
a non fare niente
io, ve lo assicuro,
non è divertente.
Però poi ogni volta
che c’è un po’ da fare
la Noia, sta certo,
d’incanto scompare.
Che cosa ha visto il triste?
Roberto Piumini
Che cosa ha visto il triste
che tanto lo rattrista?
Che cose tristi ha visto,
che visi tanto mesti?
Che posti tanto muti,
che musi così pesti?
Che teste così vuote,
che vite così in pianto?
Che cosa ha visto il triste
che lo rattrista tanto?
Quanto dura la paura?
M. L. Giraldo
Quanto dura
la paura?
Un istante
raggelante,
un secondo
tremobondo,
un minuto
tutto muto,
un respiro
trattenuto,
una notte
scura scura…
Tanto dura
la paura.
Gioia
M. Bartolini
C’è gioia nell’acqua che scorre
nel vento che corre
nel fuoco che brilla
nel canto che trilla.
C’è gioia nel fiore che sboccia
in tutto è la gioia,
la vita
che freme infinita
che ride, che chiama
che palpita ed ama.
La preoccupazione
M. L. Giraldo
Tutti i giorni
lei va in giro
trasportando
un gran sospiro.
Va dicendo:
“Chi lo sa,
cosa mi succederà?”.
Le succedon
fatti strani,
ma oggi no,
solo domani.
Oggi non
succede niente,
perché lei
non ha il presente.
Le emozioni
Se mi arrabbio e pesto i piedi
il mio viso tu lo vedi.
Se sono solo ed ho paura
chiudo gli occhi finchè dura.
Se sono allegro e son felice
la mia bocca te lo dice.
Quando piango e sono triste
le lacrime le hai viste
L’accento è un segno particolare su alcune paroline deve stare. Spari diventa sparì parti partì volto voltò picchio picchiò. Quando dici sì metti l’accento sulla i. Quando dici né lo metti sulla e. Su qui quo qua l’accento non va ma aggiungilo a lì e là ed anche a giù e già. E senza accento due parole lega è con accento invece spiega. (Fonte Le schede di Arisimarialuisa )
Per colpa di un accento
Per colpa di un accento un tale di Santhià credeva d’essere alla meta ed era appena a metà. Per analogo errore un contadino a Rho tentava invano di cogliere le pere da un però. Non parliamo del dolore di un signore di Corfù quando, senza più accento, il suo cucu non cantò più. di Gianni Rodari
Filastrocca accento Su qui e qua l’accento non va su lì e su là l’accento ci sta su me e su te l’accento non c’è e non lo vuol su ma lo vuol giù e lo vogliono pure lì, là, più. http://www.maestraemamma.it
Filastrocca sugli accenti
Nicolò sull’aereo salì Per un bel viaggio partì E quando l’ aereo decollò Che gran divertimento provò! Ben presto si addormentò E di essere sulle nuvole sognò. VA STA FA VO STO FO io mai accenterò. Metterò su egli DÀ l’accento che ci va. Niente accento su QUA QUI, doppio invece su LÀ LÌ. Per se stesso accento il SÉ. Se mi escludi accento il NÉ, se mi accetti accento il SÌ e sorrido tutto il DÌ. Senza niente lascio il SU, ha il berretto il signor GIÙ. Per finire sopra il NO Mai l’accento metterò!!! SUL NUMERO TRE L’ACCENTO NON C’È SUI COMPOSTI DI TRE, L’ACCENTO C’È!!!
SCRIVEREMO PERCIÒ: trentatré, centrotré , novantatré …. dal web
L’accento Ahimè c’è stato un imprevisto: tu l’accento l’hai più visto? Notte e dì io l’ho cercato, se lo trovi ti son grato. Sì sì ecco … è più in là, tra mimose e lillà. Ora è lì, proprio in testa al lunedì. Io lo scorgo pur lassù dove canta il mio cucù. Quell’accento è un discoletto, e mi scappa per dispetto. Lui non dà troppa attenzione quando spiego la lezione, e poi pensa solo a sé o si beve un bel tè, né lui vuole oibò studiare qui bisogna rimediare! Anna “dal web”
Como nel comò
Una volta un accento per distrazione cascò sulla città di Como mutandola in comò. Figuratevi i cittadini comaschi, poveretti: detto e fatto si trovarono rinchiusi nei cassetti. Per fortuna uno scolaro rilesse il componimento e liberò i prigionieri cancellando l’accento. Ora ai giardini pubblici han dedicato un busto “A colui che sa mettere gli accenti al posto giusto”. di Gianni Rodari
L’accento
Non cascare giù dal pero e non dire “ma però”. La città si chiama Como, e il mobile comò. Nel mio cuore metto te, nella tazza un buon tè. In una frase metto un pure, in un piatto un buon purè. Non puoi viaggiare in metro e misurare col metrò. Non cascare giù dal pero e non dire “ma però”.
A come Armatura B come Bravura C come Canaglia che con me verrà in questura D come Diamante E come Elefante F quel Furfante che in galera finirà per G c’è tanta Gente per H non c’è niente e Immediatamente alla L passerò: L è L’animale M Meno Male N è Natale e tanti doni avrò O come Orco P come Pinocchio Q Questo marmocchio che a cena mangerò R come Roma S come Strade T son Tante strade che a Roma porteran Uh che bella storia V V’ho raccontato Z ho tanto Zonno e a letto me ne andrò e tra le lenzuola tutte le parole fan le capriole e un’altra storia inventerò… (rallentare)
Varianti
A come Avventura C quella Ciliegia che dal ramo coglierò Q Questo ranocchio che stasera mangerò F la Farfalla che dal fiore volerà F è il Furfante che in galera porterò F
Ma che strana famigliola!
Son gufetti birichini, simpaticissimi ,carini
e con il pancino di tante formine.
C’è il gufetto viola ,tutto accessoriato con il pancino QUADRATO.
Il gufetto rosa più carino ha la pancia a TRIANGOLINO.
Il verde si chiama Coriandolo, ha la pancia a RETTANGOLO.
Il CERCHIO che ama le feste,
riempie la pancia del gufetto celeste.
Eccovi questa strana famigliola
che ci saluta con un bellissimo HOLA.
Cielo grigio. Tempo brutto. Piove, piove dappertutto. Fan la doccia i fiorellini nelle aiuole dei giardini e, nell’orto, il seminato beve l’acqua d’un sol fiato. Io, se piove, non mi cruccio vado a spasso col cappuccio.
Il gatto rincorre le foglie secche sul marciapiede. Le contende (vive le crede) alla scopa che le raccoglie.
Quelle che da rami alti scendono rosse e gialle sono certo farfalle che sfidano i suoi salti.
La lenta morte dell’anno non è per lui che un bel gioco, e per gli uomini che ne fanno al tramonto un lieto fuoco.
G. Rodari
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AUTUNNO
Quando la terra comincia a dormire sotto una coperta di foglie leggere, quando gli uccelli non cantano niente. Quando di ombrelli fiorisce la gente, quando si sente tossire qualcuno, quando un bambino diventa un alunno. Ecco l’autunno!
di Roberto Piumini
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L’uva e il vino
Mangia l’uva caro bambino ma, dammi retta, non bere il vino! Solo gli adulti ne posson bere e, se han giudizio, solo un bicchiere. -Sai?- dice l’uva- L’uom mi calpesta, ma gli faccio girar la testa. G.Terenzi
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Uva bianca, uva nera
Questa è la tiritera dell’uva bianca e nera dell’uva sopraffina che fa venire l’acquolina. Questa è la filastrocca dell’uva prelibata che si scioglie in bocca come una marmellata. Questa è la cantilena dell’uva saporita che fa la pancia piena e più dolce la vita.
Nel calmolanguore della fine, l’autunno s’immedesima.
Dolcissima
la foglia s’abbandona al puro gelo.
Sott’acqua
con incessanti foglie va l’albero al suo dio.
(J. Guillen Orfeo)
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IL fungo
Il cielo ride un suo riso turchino,
benchè senta l’inverno ormai vicino;
il bosco scherza con le foglie gialle,
benchè l’inverno senta già alle spalle;
ciancia il ruscel col rispecchiato cielo
benchè senta nell’onda il primo gelo
e sorto è appiè d’un pioppo ossuto e lungo
un fiore strano, un fiore a ombrello: un fungo
Marino Moretti
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L’autunno
Biondo autunno, che ci porti?
Uva, fichi, noci a staia,
e granturco in mezzo all’aia.
Pioggia e vento alle montagne
mucchi, al fuoco, di castagne.
(Romana Rompato)
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Foglie rosse, foglie gialle
Foglie rosse, foglie gialle,
volan via come farfalle:
resta nudo l’alberello,
piange un poco e si dispera.
“Ma verrà la primavera!”
lo conforta l’uccellino.
“Fiori e nidi tu riavrai
e in letizia canterai!”
(G. Gasparini)
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Autunno
L’autunno comincia il suo gioco
dipinge le foglie di croco,
le indora;
se sbaglia le strappa,
le dona al vento che scappa.
Accende l’ultimo lampo,
saluta chi semina il campo,
la rondine che trasvola,
i bimbi che tornano a scuola.
Ma, a un tratto… dov’è la sua gioia?
L’autunno fa il broncio,
si annoia,
piagnuco la pioggerellina
monotona e fina fina.
(D. Rebucci)
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La filastrocca delle frutta
Gira, gira,
s’arrivasse
nel paese delle frutta che,
si dice, ha una stagione!
E ci fosse proprio tutta,pera, fragola, popone,
quella bella frutta sana,
melarancia, melagrana,
quella bella frutta fina,
l’albicocca, la susina,
quella bella frutta aspretta,
uva spina, nespoletta,
giuggioletta di montagna;
e il marrone, e la castagna;
e, tra i pampini a corona,
l’uva buona!
E ci fosser le nocciole
e le mele lazzerole
con le noci tutte quante
tutte insieme sulle piante,
tutte insieme nel corbello;
ce ne fossero mai tante
da giocarci a rimbalzello,
da poterne regalare,
da poterne dare a tutti
da poterne (che allegria!)
far razzia!
(Térésah)
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Le castagne
Le castagne, sgusciate
fuori dagli acuti ricci,
son dagli alberi arsicci
quasi tutte cascate.
Son cascate di quando
in quando al suolo nero
con un tonfo leggero,
con un murmure blando;
son tornate monde
alla lor terra bruna
e liete, perchè ognuna
il suo bene nasconde.
Ognuna sa che un giorno
sarà, per una cena,
quello che è il pane, appena
vien levato dal forno,
e mammine e figlioli
sogna affamati e chini,
ed ombre di camini
e fumo di paioli.
(M. Moretti)
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L’ estate se ne va
senza fare rumore
e impigliati tra i rami
lascia pezzi di sole.
Foglie rosse,gialle,brune
foglie d’ oro e di fuoco.
Poi l’ albero
ha un brivido di freddo.
Ha sentito l’ autunno
(Francoise Bobe)
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Autunno
Guardo fuori e sei arrivato,
come ogni anno sei tornato
il tempo passa passa il tempo,
sole, pioggia in un momento,
ma rimane un assaggino
dell’ estate…… a San Martino
A SANTI 2010 ED. del Borgo
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Mazzolino di foglie
Foglie secche lungo la via
sotto le scarpe far melodia,
volan leggere se l vento le toglie
mille coriandoli fatti di foglie
Un mazzolino ne ho conservate
per colorare le fredde giornate
A SANTI 2010 ED. del Borgo
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Poesie in bottiglie
Vola vola fogliolina
io ti prendo cara piccina,corro corro e tu scappi via
fatti prendere amica mia,
ora ti porto nella bottiglia
dormirai con la tua famiglia
A SANTI 2010 ED. del Borgo
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L’autunno
Quando la terra comincia a dormire sotto una coperta di foglie leggere, quando gli uccelli non cantano niente. Quando di ombrelli fiorisce la gente, quando si sente tossire qualcuno, quando un bambino diventa un alunno.
Ecco l’autunno.
R. PIUMINI
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Autunno
Cosa succede in questo bosco? lì c’è un cappello , lo riconosco, ora è sparito ma sono sicura, c’era un omino in miniatura. Eccolo, ascolta ,lo senti scappare, ridere, correre e ruzzolare.
“Gnomo ti ho visto,non fare il furbino,
vieni e giochiamo insieme un pochino…”
Niente da fare, non mi risponde,
sotto i funghetti ,lo so si nasconde
e da quel ramo, sotto una foglia
un altro gnomo di ridere ha voglia.
Ecco, sul capo mi cadon due ghiande
poi una pigna e una castagna.
e da quel buco sull’albero grande
un altro gnomo lancia acqua e mi bagna.
Oh, che tipetti svelti e curiosi
sono sti gnomi così dispettosi!
Da dietro un sasso , sbuca piccino
un altro gnomo e mi fa l’occhiolino.
“Vieni ti prego, fatti guardare “.
ma quello ride e si mette a scappare.
Aghi di pino mi cadono addosso,
schizzi di fango dall’orlo di un fosso,
corteccia d’albero appena staccata
sulla mia testa già tutta arruffata.
Senti che ridono, i birichini
sembrano proprio tanti bambini.
Ora su un tronco mi fanno trovare
frutti di bosco, per farsi perdonare,
fragole , more, mirtilli ,lamponi ,
ma che carini, sti gnomi birboni!
Testo A. Turchetti la Filastrocchiera Ill. James Browne
Motivo autunnale
Soffia sui campi la tramontana;
gli alberi scuote.
e dai rami inariditi
stacca le morte foglie.
Il vento le sparge,
lontano per i campi:
restan sol i neri fusti
che tristi agitano i rami spogli.
(P. Javorov)
Nebbia
Che nebbione,stamattina!
E’ sparito il campanile
che saliva verso il cielo.
Stan sugli orli delle strade
case grigie,senza forma:
la città sembra che dorma.
Ombre frettolose e rade
se ne vanno imbacuccate
lungo i muri rattristati,
perché il sole non li scalda.
Poche macchine per via
romban piano, i fari accesi.
Vanno i tram,scampanellando
tra quei veli cinerini
che nell’aria stan sospesi.
E le piante mute e spoglie
sono ancora in doppia fila
lungo i viali? O son fuggite
a riprendersi le foglie
in gran mucchi rastrellate?
E l’antenne sopra i tetti
si son forse distaccate
dai legami con la terra
per poter dormire un poco?
Nel nebbione, stamattina,
tutto può sembrare un gioco
misterioso.
(B. Paltrinieri)
La prima pioggia
Scendon le gocce della prima pioggia
che sui selciati ancor timida batte,
mentre settembre lietamente sfoggia
l’ardore delle sue bacche scarlatte.
E le foglie chiacchierine
parlano dell’autunno che ritorna
e che sotto la pioggia fine fine
di pampini e di bacche agile s’adorna.
(M. Moretti)
Bosco d’autunno
Ha messo chiome il bosco d’autunno.
Vi dominano buio, sogno e quiete.
Né scoiattoli, né civette o picchi
lo destano dal sogno.
E il sole pei sentieri dell’autunno
entrando dentro quando cala il giorno
si guarda intorno bieco con timore
cercando in esso trappole nascoste.
(B. Pasternak)
L’autunno L’autunno ha bussato, che cosa ha portato? Un cesto di mele, un cucchiaio di miele, le pere mature, le noci un po’ dure, dei grappoli d’oro, cornacchie nel coro, il profumo dei funghi, pomeriggi un po’ lunghi, la nebbia fitta fitta, una scolaretta zitta zitta, la zucca tonda e gialla, una stanca farfalla, un tappeto di foglie accartocciate, le strade lunghe, grigie e bagnate, tanti quaderni da riempire, tante castagne da abbrustolire. Ciao autunno, sei arrivato, quante cose ci hai portato! Marzia Cabano
brutte, belle e così così. Ci si impara a parlare,
a giocare,a dormire,
a svegliarsi,
a voler bene
e perfino ad arrabbiarsi. Ci sono esami
tutti i momenti,
ma non ci sono ripetenti:
nessuno può fermarsi a dieci anni,
a quindici, a venti,
e riposare un pochino.
Di imparare non si finisce mai,
e quel che non si sa
è sempre più importante
di quel che si sa già.
Questa scuola è il mondo intero
quanto è grosso:
apri gli occhi e anche tu sarai promosso. (Gianni Rodari —————————————
Sveglia
Chicchirichì fa il galletto, cì cì cì fa l’uccelletto, din don dan fa la campana sia vicina, sia lontana, annunciandoci il ritorno del radioso nuovo giorno. Si alzan tutti a questo coro e si avviano al lavoro; si alza presto il contadino: va nei campi dal mattino. Si alza presto l’operaio: la fatica lo fa gaio. Si alza pure dal lettino e va a scuola ogni bambino. Resta solo nella culla il piccin che non fa nulla.
( L. Scardaccione)
——————— Inizia la scuola
Marianna si mette una gonna, si mette un maglione, si infila i calzini e fa colazione con fette biscottate e marmellata per cominciare bene la giornata. Si avvia di buon passo e col cuore in gola, perché stamattina comincia la scuola. Marianna, nella sua cartella ha messo i pastelli, l’astuccio, i quaderni, i libri ed i righelli, e aggiunge anche uno spuntino per la merenda di metà mattino. Marianna Sulla porta l’accoglie la bidella: -Svelta Marianna! Suona la campanella-. http://www.frasissime.it ——————
SI RIPARTE di Germana Bruno
Mare, boschi, campi e monti, son finite le vacanze, per la scuola siamo pronti, che si aprano le danze. Di quei luoghi straordinari porto in cuore le emozioni, cambieranno gli scenari, tra dettati ed addizioni. Con il vento e il sole caldo, l’acqua limpida del mare, son più carico e spavaldo, sono pronto ad imparare. Sono pronto alla partenza, ho una gran valigia in mano, piena di nuova esperienza per andare più lontano su di un treno in cui i vagoni sono colmi di persone con cui vivere emozioni fino a prossima stazione.
—————————-
E DOPO L’ESTATE?
Come aquiloni spinti dagli ultimi venti d’estate tornano i bambini al primo giorno di scuola. Sui banchi si aprono freschi ricordi: il caldo sapore del sole, battaglie con onde di mare, castelli e fossati di fragile sabbia. Punte di sassi che sfiorano il cielo, fragili ed uniche stelle di monti, musi di vita sognati tra i boschi. In questo primo giorno di scuola vive ancora l’estate. Esplodono, nel vociare convulso ma allegro, nelle risate fragorose ma vere, tutti i sogni vissuti o pensati in un ultimo addio all’estate. E domani…? Ricomincia la scuola.
Di Vincenzo Riccio
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La scuola
di Roberto Piumini
Vado a Scuola, vedo amici, gioco, parlo, imparo, rido, più si è, più si è felici: degli amici io mi fido. La maestra ha bei capelli è un’amica un po’ più grande lei ci insegna ritornelli, lei risponde alle domande. vado a Scuola, vedo cose, le disegno con colori, sento storie misteriose, e alla fine torno fuori.
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Le maestre salutano così (da:”Una scuola intorno a noi” Tresei)
A tutti va il nostro saluto ed un lieto benvenuto al bambino e al genitore che hanno forse il batticuore una carezza e una stretta di mano ed insieme andremo lontano qui a scuola sotto un unico tetto piano piano passetto passetto. Le maestre salutano così la mattina di ogni dì! da aggiustare ———————— Cortile silenzioso
Ma ch’è stato? Ch’è avvenuto?
Incantesimo? Prodigio?
Il cortile s’è fatto muto,
muto e triste, solo e grigio.
Son tornati tutti a scuola,
sono intenti ad imparare,
le vacanze son qualcosa,
già lontane da sognare……
Filippo Falsina
………………………………………..
A scuola
Tu non sai, ma gli uccellini hanno il cuor come i bambini: come i bimbi vanno a scuola sopra i pini sopra i peri. Se non sanno la lezione (che sarebbe una canzone sempre nuova) prendon certi brutti zeri tondi tondi come l’ova. E nell’ora della sera, quando suona n le campane, sopra i borghi sulle piazze, con un dolce pigolio dicon tutti la preghiera che va su nel cielo a Dio: buona, docile, leggera.
Il giorno dell’inizio è già arrivato e indossi il grembiulino di bucato. I bimbi hanno cestini o zainetti. E dentro tu lo sai cosa ci metti; la gomma, le matite colorate, le forbici con le punte arrotondate. In classe la lavagna trovi pure e i cartelloni pieni di figure. si ritaglia, si incolla, si colora, così si cambia gioco ad ogni ora. E che divertimento la lettura, che usto con i conti e la scrittura! quante scoperte splendide da fare, quante storie stupende da ascoltare! E poi è bello stare in compagnia di amici vecchi e nuovi, in allegria. Con loro parli, ridi e canti in coro. Allora buona scuola… e buon lavoro!
sai tu che cosa ci metto? Non i quaderni e l’astuccio firmato, né per merenda il cioccolato. Prova a guardare con attenzione, vi troverai forse un pallone? Quel che mi serve per questa avventura sarà per te novità sicura: un fascio lucente di FANTASIA, un pizzico o più di ALLEGRIA, tanta AMICIZIA da regalare e tanta VOGLIA di IMPARARE!
A casa io gioco A scuola io faccio A casa è il mio fuoco A scuola è il mio abbraccio A casa c’è Mamma A scuola Maestra A casa TV A scuola finestra A casa io sono A scuola divento A casa c’è sole A scuola c’è vento A casa io chiedo A scuola rispondo A casa c’è il nido A scuola c’è il mondo
Maestra, insegnami il fiore ed il frutto Col tempo, ti insegnerò tutto Insegnami fino al profondo dei mari Ti insegno fin dove tu impari Insegnami il cielo, più su che si può Ti insegno fin dove io so E dove non sai? – Da lì andiamo insieme Maestra e scolaro, un albero e un seme Insegno ed imparo, insieme perché Io insegno se imparo con te
Suona la campanella scopa scopa la bidella, viene il bidello ad aprire il portone, viene il maestro dalla stazione viene la mamma, o scolaretto, a tirarti giù dal letto… Viene il sole nella stanza: su, è finita la vacanza. Metti la penna nell’astuccio, l’assorbente nel quadernuccio, fa la punta alla matita e corri a scrivere la tua vita. Scrivi bene, senza fretta ogni giorno una paginetta. Scrivi parole diritte e chiare: Amore, lottare,lavorare
Vado a Scuola, vedo amici, gioco, parlo, imparo, rido, più si è, più si è felici: degli amici io mi fido. La maestra ha bei capelli è un’amica un po’ più grande lei ci insegna ritornelli, lei risponde alle domande. vado a Scuola, vedo cose, le disegno con colori, sento storie misteriose, e alla fine torno fuori.
Roberto Piumini
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FILASTROCCA SCACCIA-TRISTEZZA
GLI ALUNNI DELLA CLASSE PRIMA DELLA SCUOLA PRIMARIA DI VIGHIZZOLO DI MONTICHIARI (BS)
A tutti va il nostro saluto ed un lieto benvenuto al bambino e al genitore che hanno forse il batticuore una carezza e una stretta di mano ed insieme andremo lontano qui a scuola sotto un unico tetto piano piano passetto passetto. Le maestre salutano così la mattina di ogni dì!
Filastrocca della scuola piena di bimbi non è mai sola. Qui tante cose tu puoi imparare e con gli amici insieme “volare”. È tanto bello quando si è amici, crescere insieme, sentirsi felici. Mille bambini di mille nazioni insieme vivono tante emozioni
Un posto per le matite, i fogli, i colori, uno per i libri e i loro lettori. Un posto per le auto, i pupazzi e i soldatini, un posto per le bambole, gli orsi e i cuscini. Un posto per il collage, il pongo, gli acquerelli, uno per la plastilina e uno per i pastelli. Uno spazio per i salti e per una capriola. Quanti posti nella classe… e che bello andare a Scuola!
(Corinne Albaut)
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Filastrocca della scuola
Filastrocca della Scuola dove il tempo passa, vola! Si sta bene con gli amici sui quaderni a far cornici, a giocar nell’intervallo a inventare un nuovo ballo, ad attender la pagella, anche se non troppo bella, perché è “super”, in compagnia, condivider l’allegria!
Marzia Cabano
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Una giornata alla scuola dell’infanzia
Alla mattina la sveglia è suonata,
inizia presto la mia giornata,
indosso la tuta e il grembiulino,
bevo il latte con un panino,
mi infilo le scarpe e metto il giubbino
poi salgo veloce sul mio pulmino.
A scuola gioco in allegria,
canto e rido in compagnia,
dipingo e incollo con attenzione,
alleno la mia concentrazione.
A mezzogiorno è ora di mangiare
poi tutti a nanna a riposare
fino all’ora della merendina
quando arriva la mia mammina!
Rita Sabatini
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Una scuola strepitosa
Andare a scuola è strepitoso,
ogni giorno è avventuroso:
puoi dipingere con i pennelli,
con le dita e gli acquerelli,
puoi incollare carte e cartine,
puoi modellare le ciotoline,
puoi ascoltare storie bellissime
con principesse elegantissime,
puoi fare mille esperimenti,
puoi conoscere nuovi argomenti.
Allora cosa aspetti ad arrivare?
Presto, tutti pronti ad imparare!
Rita Sabatini
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Bambini a scuola
Oh, l’ala del tempo ben rapida vola!… finita è l’estate, si torna alla scuola. Bisogna lasciare i laghi tranquilli, le verdi vallate dai freschi zampilli, le morbide rene, i tuffi nell’onde che il vento ricama di trine gioconde, i colli beati smaltati di fiori, le vigne fragranti, i boschi canori, le corse frementi per prati ed aiuole! Bambini, bambine: si apron le scuole! Su via, non torcete le bocche soavi; non fate le bizze: vi voglio più savi. Se dopo il lavoro più lieto è il piacere, è giusto che a questo poi segua il dovere.
Or dunque togliete dai vostri cassetti i bianchi quaderni, i libri, i righetti, le penne, i compassi, ed ilari e franchi, correte a sedervi sui soliti banchi. La scuola, materna, le braccia vi schiude e al dolce suo seno felice vi chiude. E voi salutatela col cuore canoro: è bello in letizia tornare al lavoro. Io, giunto alla fine di questo preludio, depongo la penna… Bambini, buon studio.
Poesia di Gino Striuli
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Compagni di banco
Oh, Poggiolini! Lo rivedo ancora con quel suo mite sguardo di fanciulla, e lo risento chiedermi un nonnulla con una voce che… non so… m’accora. Che cosa vuoi? Son pronto a darti tutto: un pennino, un quaderno, un taccuino, purché tu venga per un po’ vicino al cuore che ti cerca dappertutto. Oh non venirmi accanto come sei ora: avvocato, chimico, tenente, ché cercheresti invano nella mente il mio ricordo dandomi del lei! lo non voglio saper, fratello, come passaron gli anni sopra la tua vita: voglio l’occhiata timida e smarrita che rispondeva, un giorno, al tuo cognome. Voglio che tu mi renda per un’ora la parte del mio cuor che tu non sai di posseder, da tanto tempo ormai! e noi saremo i due compagni ancora! Noi siederemo ad uno stesso banco riordinando i libri a quando a quando, e rileggendo un compito, e guardando sul tavolino un grande foglio bianco… Il registro, a cui tutti eran diretti, quando c’interrogavano, gli sguardi; io lo sapevo a mente… Leonardi, Massari, Mauri, Méngoli, Moretti… Il registro coi voti piccolini nelle caselle dietro i nomi grandi, tu lo sapevi a mente… Nolli, Orlandi, Ostiglia, Paggi, Poggi, Poggiolini… Dio, che tristezza ricordare questi nomi d’ignoti a cui demmo del tu! nomi che non si scorderanno più, perché in fila così, perché modesti! O Poggiolini, che fai tu, che pensi? Forse tu vivi in una tua casina odorata di latte e di cedrina, e sguardi e baci ai figli tuoi dispensi! Forse la sera giuochi la partita fino alle dieci e mezzo (anche più in là!) con la moglie, la suocera… e chissà, forse con Poggi o Méngoli! …La vita! lo nulla. Quello che fu mio lo persi strada facendo, quasi inavvertitamente; e adesso, se ho un foglio e una matita, faccio – indovina un po’ – faccio dei versi!
Poesia di Marino Moretti
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Ritorno a scuola
Oh, sì! prendiamo la cartella scura, il calamaio in forma di barchetta, i pennini, la gomma e la cannetta, la storia sacra e il libro di lettura… Andiamo, andiamo! Il tema è messo in bella! Andiamo, andiamo! Il tema è messo in buona! Dio, com’è tardi! La campana suona… Fra poco suonerà la campanella… Ma che dico? E’ domenica, è vacanza! non c’è scuola, quest’oggi: solamente c’è da imparare un po’ di storia a mente, soli, annoiati, nella propria stanza…
Poesia di Marino Moretti
IL primo giorno di scuola per i bambini, in modo particolare per quelli di tre anni al loro primo ingresso,è traumatico e stressante .Sarebbe carino ridurre lo stato di ansia addobbando l’ aula con tanti palloncini colorati e con tanti personaggi creati con gli stessi.
Simpatica è l’idea di inserire musica di sottofondo di cartoni animati , dello zecchino d’ oro e di sigle televisive amate dai bambini.
La musica servirebbe anche a ridurre l’ agitazione dei genitori ,molto più preoccupati dei piccini e desiderosi di rassicurazioni da parte dell’ insegnante.
UNITA’ DIDATTICA:ACCOGLIENZA
Progettare il momento dell’accoglienza permette ai bambini di affrontare il nuovo anno scolastico con positività
Affinchè i bambini non si sentano esclusi ed isolati dagli altri, è necessario far conoscere il proprio nome
A tale scopo proponiamo giochi di presentazione:
Io sono…e mi piace
-Facciamo disporre i bambini seduti in cerchio
-Chiediamo loro di alzarsi e gridare il loro nomee la cosa che preferiscono(uno alla volta)
-La prima ad alzarsi sarà l’insegnante
Per facilitare l’inserimento e i primi approcci di socializzazione si possono proporre canti e giochi con il girotondo
Conosciuto in tutto il mondo, il girotondo rappresenta il primo contatto di comunicazione ed è adatto anche ai più piccoli
LA BELLA LAVANDAIA
La bella lavandaia
che lava i fazzoletti
per i poveretti di tutta la città.
Fai un salto,
fanne un altro,
fai la giravolta
falla un’altra volta.
Guarda in su,
guarda in giù
dai un bacio a chi vuoi tu
Facciamo disporre i bambini in cerchio per mano
facendo il girotondo cantano
Un bambino più grande impersona la lavandaia mettendosi al centro del cerchio
Il bambino al centro del cerchio imita le azioni indicate da canto
IL bambino che viene baciato impersona la lavandaia
Ricomincia il girotondo
E’ di estrema importanza acquisire la capacità di orientarsi e familiarizzare con l’ambiente -scuola e creare un legame affettivo ed emotivo positivo con esso
Proponiamo LA DANZA DEL SERPENTE
L’insegnante presenta la storia di un serpente che scende dalla montagna per ritrovare i pezzettini smarriti della sua coda
-I bambini disposti in fila formano il serpentello
-Durante il percorso cantano:
Questa è la danza del serpente
che vien giù dalla montagna
per ritrovare la sua coda
che perse un dì
-Entrando in un ambiente chiedono
E’ forse qui
quel pezzettin
del mio codin?
Durante la visita all’ edificio, l’ insegnante presenterà la funzione e la caratteristica di ogni ambiente
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Lavoretti e addobbi per il primo giorno di scuola
Striscioni e bandierine per Augurare un Buon inizio scuola
Tu dici che sei vecchia e andrai in pensione
Ma noi non ti crediamo, mia maestra
È troppo grande questa tua passione
Sei più felice a scuola che in palestra
Anche se ti stanchiamo tutti i giorni
Quando vai a casa poi ritorni
Comunque tu decidi come credi
Chissà nel tuo futuro cosa vedi
Io penso che se una maestra vola
Ovunque lei si appoggia fa una scuola.
Sono giunta alla stagione
della bella mia pensione,
di quel tempo senza orario
ove tutto è straordinario….
Bello è il tempo anche se piove,
vedo tutte cose nuove
godo il ritmo e la bellezza
pari a un’altra giovinezza,
che non è quella degli anni
perchè lungi dagli affanni
dona giusta sensazione
della gran liberazione!
Niente scade e non c’è fretta,
ogni cosa è li’ che aspetta,
l’orologio non occorre
basta quello della Torre
che rintocca di lontano
e mi dice di andar piano…
Lenti i passi sul selciato
del percorso ritrovato
ove vado a camminare
suggeriscono di andare
ogni giorno più lontano…
Guardo il palmo della mano
nella linea del destino,
leggo il cenno del Divino
fermo impresso a ricordare
che c’è tempo per Amare,
per gustare una primizia,
anelare alla Giustizia,
misurar la Temperanza,
dare vita alla Speranza.
La mia vita sta sospesa,
il domani è una sorpresa,
e saprà Madre Natura
dispensare l’avventura
finalmente meritata
perchè tutta guadagnata
regalando amore tanto
col sorriso e con il pianto!
Una maestra da hit parade
Quanta fretta, ma dove corri, dove vai ? Se ci ascolti per un momento, capirai,
il momento della pensione,
presto arriverà, di noi ti puoi fidar.
Puoi parlarci dei tuoi problemi, dei tuoi guai i migliori in questo campo siamo noi
è una ditta specializzata
fai un contratto e vedrai
che non ti pentirai.
Hai scoperto talenti e non hai sbagliato mai.
Hai saputo sfruttare le nostre qualità dacci solo la tua mail
e ti mandiamo al concorso
per la celebrità.
Non vedi che è un vero affare non perdere l’occasione sennò poi te ne pentirai.
Non capita tutti i giorni
di avere qui tanti alunni, tante colleghe, che si fanno in quattro per te.
Avanti non perder tempo firma qua
è un contratto, è legale, è una formalità
tu ci credi alla pensione
e noi faremo di te
Una maestra da hit parade.
Quanta fretta, ma dove corri, dove vai ?
Che fortuna che hai avuto ad incontrare noi. Tanti alunni, tante colleghe
siamo una società, di noi ti puoi fidar.
Non vedi che è un vero affare
non perdere l’occasione
sennò poi te ne pentirai.
Non capita tutti i giorni di avere qui tanti alunni, tante colleghe, che si fanno
in quattro per te.
Avanti non perder tempo firma qua
è un contratto, è legale, è una formalità
tu ci credi alla pensione
e noi faremo di te
Una maestra da hit parade
Una maestra da hit parade
Una maestra da hit parade!!!!!!
A
Alla mia cara maestra Rita
Cara maestra Rita sei una rosa fiorita, sei una maestra formidabile e davvero amabile. Quando ci
facevi fare storia
ci regalavi tanta gloria.
Spero di rivederti presto
il mio più grande desiderio è questo. La tua immensa pazienza,
il tuo grande amore
conserverò per sempre nel mio cuore, in un posto sicuro e nulla potrà cancellarlo, lì per sempre starà!!
MARZIA ZICCHINA
LA MAESTRA MIGLIORE DEL MONDO
Cara maestra Rita,
il tuo bel sorriso
mi mette le ali e
mi porta in paradiso.
Sei una maestra formidabile
e nello spiegare insuperabile.
Sei dolce e paziente con tutta la gente ma soprattutto con noi bambini
che facciamo sempre i birichini. Io lo so che maestra come Te
al mondo non ce n’è!
BEATRICE SERAFINO
PER ME LEI E’ ……
PER ME LEI E’
BELLA COME UNA ROSA IN PRIMAVERA,
FA RISPLENDERE LA LUCE VERA
NEI MIEI OCCHI;
E’ AMICA ANCHE DEI RANOCCHI.
LA SUA VOCE E’ LIEVE E BELLA:
LEI PER ME E’ COME UNA STELLA!
NOI NON SIAMO STATI GLI ALUNNI MIGLIORI, MA PER LEI NOI SIAMO COME FIORI!!!
LE VOGLIAMO BENE!!!!!!
Ginevra Dabini
PER MAESTRA RITA
CARA MAESTRA RITA, TI VOGLIO MOLTO BENE, MI MANCHERAI MOLTO PERCHE’ SEI STATA UNA MAESTRA PREFERITA.
QUANDO DETTAVI POESIE
AVEVI UNA VOCE VELLUTATA.
L’ODORE DELLA TUA PELLE PROFUMAVA DI ROSA APPENA SBOCCIATA.
ANCHE SE NON CI SARAI
TI CONSERVERO’ CON ME!
QUESTA POESIA E’ DEDICATA A TE PERCHE’
SEI STATA MOLTO SPECIALE!
Marta Teruzzi
UN SALUTO DALLE COLLEGHE CHE HANNO LAVORATO CON TE
ANNA
Cara Rita,
dopo 42 anni di servizio onorato
in pensione ti hanno mandato.
Con il consueto affettuoso sorriso
fai illuminar tutto il tuo viso,
per l’atteso momento sopraggiunto
e per il meritato riposo raggiunto.
È questa forse l’occasione migliore
per ringraziarti del tuo buonumore,
dei tanti progetti insieme realizzati,
delle lunghe riunioni ad orari inoltrati,
della disponibilità e della collaborazione,
che ti hanno contraddistinto in ogni situazione.
DANIELA
Ti indirizziamo queste semplici parole per esprimere quanto ci duole
doverti salutare, ahimè, a malincuore,
ma con tanto affetto nel cuore.
… Parole dense di gratitudine sincera,
per te e per la tua lunga e brillante carriera
Quello stesso affetto che ci fa ogni momento ricordare
le ore e gli istanti trascorsi al tuo fianco a insegnare con fervida passione
e amorevole attenzione,
sempre rivolte alle persone
e a coltivare ogni umana relazione.
MARISA
Per i tuoi numerosi studenti,
vivaci, allegri e sorridenti,
sei sempre stata una vera maestra di vita,
un esempio positivo di ispirazione … infinita.
Anno dopo anno tra banchi e libri di scuola sono cresciuti e attraverso i tuoi preziosi insegnamenti sono diventati assai competenti .
Per le tue tante colleghe d’avventura,
esuberanti, festose e con qualche acciaccatura,
sei sempre stata una leale compagna di lavoro,
di padronanza, passione e pazienza un vero capolavoro, per l’altruismo, la gentilezza e la scrupolosa devozione siam per te pieni di profonda ammirazione.
MICHELA
Cara Rita,
speriamo ancora di ritrovarci,
anche solo per salutarci,
per scambiarci sui fatti quotidiani differenti opinioni, per raccontarci della vita le più belle emozioni,
per rivivere anni d’affetto e rendere l’amicizia dell’esistenza vera la più dolce delizia.
ORNELLA
Ci sono esperienze che lasciano il segno.
Ci sono persone che ti entrano dentro.
Ci sono incontri che ti trasmettono tanto.
Ci sono nomi che ti riecheggiano accanto
che nei cuori di chi li ha conosciuti veramente riaccendono valori e ricordi continuamente.
LAURA
Ci sono esseri umani capaci di regalarti tutto questo solo con la semplicità di un piccolo grande gesto.
È il piccolo grande gesto dell’insegnamento,
svolto con passione e talento
che fra tutti i mestieri che giran nel mondo di cultura e formazione è forse il più fecondo.
PATRIZIA
Dal primo all’ultimo giorno di scuola nessuna persona si è sentita mai sola perché la tua presenza ci ha abituato
a ricever quanto di più importante sperato. Per tutti noi sei sempre stata, cara Rita, come per l’equipaggio, la nostra vela …
… perché qui a Mortara
ci hai lasciato l’insegnamento più bello: insieme si cresce e si matura,
insieme si lavora e si studia,
insieme ci si vuol bene,
insieme si sorride al futuro che viene,
ed io che l’ultima collega sono stata,
mi ritengo di essere stata molto fortunata!!!!!!!!!
FORSE PIU’ CHE UNA COLLEGA SPECIALE,
SEI STATA PER TUTTI “ LA MAESTRA IDEALE”
VIVA LA RITA
Viva la Rita
indaffarata a correggere i testi
e a ritoccare quei quaderni un po’ spenti sempre così precisa!
Viva la Rita
una collega che non ama apparire sempre pronta però a intervenire
con estrema decision.
“I giorni della scuola”
Domani quando io mi sveglierò
la scuola cominciare sì dovrò;
mi sento tanto spaventato, sai,
alla mamma ho confidato che
desidero una maestra dolce e tanto buona proprio uguale a te
e tanti amici pronti ad imparare insieme a me …
Rit.
Allora corri e vieni, vieni con me, alla Olivelli c’è un posto per te; apri la tua mente alle novità,
i giorni della scuola vivi in libertà. Allora corri e vieni, vieni e vedrai, potrai imparare e crescere per affrontare il domani,
con gioia e serenità!
Amarla o non amarla si potrà,
dipende solamente dalla tua volontà, ma certo libero tu sarai
se con lo studio imparerai.
E per i compagni rispetto e conoscenza comprare credo tu non potrai;
ma è con amore che dentro di te coltivarli e custodirli dovrai!
Rit.
Allora corri e vieni, vieni con me, alla Olivelli c’è un posto per te; apri la tua mente alle novità,
i giorni della scuola vivi in libertà. Allora corri e vieni, vieni e vedrai, potrai imparare e crescere
per affrontare il domani, con gioia e serenità!
Musica
Allora corri e vieni, vieni e vedrai potrai imparare e crescere
per affrontare il domani,
con gioia e serenità!
Per affrontare il domani, con gioia e serenità!!
Se io fossi, mamma, un uccellino
che vola nel cielo profondo
vorrei offrirti il mio canto
più dolce, soave, giocondo.
Se io fossi, mamma, una stella
che brilla nel bruno firmamento
donerei a te la luce più bella
con amore e baci a cento a cento.
Ma essendo solo un bambino
e non avendo che il cuore,
ti voglio stare vicino
per dirti tutto il mio amore.
E.Ottaviani
Voglio le rose
Voglio le rose
sbocciate in tutti i giardini del mondo,
io voglio le rose
di un tenero giallo
e quelle di un rosso profondo;
e voglio le rose
che vincon con loro candore
la neve dei monti.
Le voglio sfogliare
davanti ai tuoi passi;
mammina,
perchè con un ritmo di danza
tu possa avanzare,
e possa sognare,
sul soffice vario tappeto,
di avere una bimba
così tenera e buona
che mai ti darà anche solo una spina.
(B. Battistella)
Mamma nastrino
Tutte le mamme del mondo hanno i nastrini.
Tanti nastrini lunghi e colorati
che legano i loro cuori a quelli dei loro bambini.
Nastrini invisibili, di stoffa molto elastica,
che possono allungarsi, allungarsi, allungarsi…
Accorciarsi, accorciarsi, accorciarsi……..
Se la mamma lavora lavora lavora
e al bambino vengono i puntini delle coccinelle,
il raffreddore degli elefanti, la tosse degli asini.
Se la mamma resta a casa e il bambino va a scuola, il primo giorno, otto ore che sembrano otto anni.
Il tamburo del cuore batte:
«tu-tum, tu-tum, pronto-pronto».
L’altro tamburo risponde:
«tu-tum, tu-tum, eccomi, un po’ di pazienza!».
Mamma e bambino si parlano. Da cuore a cuore. In una lingua misteriosa che solo loro capiscono.”
Tratto da “Mamma nastrino e papà luna” di E. Nava-Ed Piemme Franca
fonte
Il mio bene
Ti voglio bene mamma…come il mare!
Non basta: come il cielo! No, più ancora.
Mamma, ci penso già quasi da un’ora,
eppur quel nome non so trovare.
Il nome di una cosa grande grande
che ci sta dentro il bene che ti voglio.
Una balena, forse, o un capodoglio.
Oh, mamma, non mi far tante domande.
So che quando ritorno dalla scuola
i gradini li faccio a rompicollo
per l’impazienza di saltarti al collo,
e il cuoricino, puf, mi balza in gola.
Ti voglio bene quando sei vicina
e quando non ci sei: quando mi abbracci:
ti voglio bene anche se mi sculacci.
Sei soddisfatta, adesso, o no, mammina?
Di Lina Schwarz
Ti voglio tanto bene
Ho pregato un poeta
di farmi una poesia
con molti auguri per te,
mammina mia;
ma il poeta ha risposto
che il verso non gli viene;
così ti dico solo:
ti voglio bene!
Lina Schwarz
Grazie mamma
Grazie mamma
perché mi hai dato
la tenerezza delle tue carezze,
il bacio della buona notte,
il tuo sorriso premuroso,
la dolce tua mano che mi dà sicurezza.
Hai asciugato in segreto le mie lacrime,
hai incoraggiato i miei passi,
hai corretto i miei errori,
hai protetto il mio cammino,
hai educato il mio spirito,
con saggezza e con amore
mi hai introdotto alla vita.
E mentre vegliavi con cura su di me
trovavi il tempo
per i mille lavori di casa.
Tu non hai mai pensato
di chiedere un grazie.
Grazie mamma!
Judith Bond
ALLA MIA MAMMA
Quando apro i miei occhi al mattino
la mia mamma mi viene vicino,
mi accarezza pian piano la testa
poi sorride e i suoi occhi fan festa.
Non ci sono, lo so, mamme brutte,
ma la mia è la più bella di tutte.
Se son triste sa sempre che fare,
sa cantare, ballare e giocare.
Se, correndo, mi faccio un po’ male,
la mia mamma ha un rimedio speciale:
mi dà un bacio e così, per magia,
tutto il male che avevo va via.
Voglio dirle tantissime cose,
regalarle bellissime rose
e una casa che sembra un castello,
col giardino, ma senza il cancello.
Chiamo tutti i bambini del mondo
e facciamo un bel girotondo
con la mamma che ride e poi dice:
“Son contenta se tu sei felice!”
Elio Giacone
Festa della mamma
La fata più bella
Non ha , sui capelli, una stella
né, in mano, la bacchetta fatata,
eppure ogni mamma è una fata,
la fata più buona e più bella!
Perché vive solo d’ amore;
è così grande il suo cuore
che tutto, ai suoi figlioli, perdona.
La mamma è la fata più bella
perché pieno di luce il suo viso;
così, quando va in paradiso,
diventa del ciel una stella!
E. Ottaviani
……………………………………………………………………..
Prima di nascere
” Prima di nascere dov’ ero?”
” Tu eri già dentro ogni mio pensiero,
dentro i miei sogni di felicità
nei pensieri di mamma e papà!”
” Dai mamma, adesso non m’ imbrogliare
lo sai di cosa volevo parlare!
Prima di nascere stavo benone,
sicuro e comodo nel tuo pancione!”
Rid. da Prima di nascere, di Gianni Rodari
……………………………………………………………………..
Per la tua festa dolce Mamma
ho raccolto i fiori più belli del nostro giardino.
Ho colorato il disegno più speciale,
ho cercato tra i ricordi la storia più bella.
Tutto questo per fartene dono,
anche se, il fiore più bello, i colori più accesi,
e la storia più speciale nella mia vita,
sei tu Mamma!
Auguri, è la tua festa!
STEPHEN LITTIEUORD
………………………………………………………………………
Mamma
La casa senza mamma
è un fuoco senza fiamma,
un prato senza viole,
un cielo senza sole.
Dove la mamma c’è
il bimbo è un piccolo re,
la bimba reginella,
la casa è tanto bella.
di Renzo Pezzani
………………………………………………………..
Grazie mamma
perché mi hai dato
la tenerezza delle tue carezze,
il bacio della buona notte,
il tuo sorriso premuroso,
la dolce tua mano che mi dà sicurezza.
Hai asciugato in segreto le mie lacrime,
hai incoraggiato i miei passi,
hai corretto i miei errori,
hai protetto il mio cammino,
hai educato il mio spirito,
con saggezza e con amore
mi hai introdotto alla vita.
E mentre vegliavi con cura su di me
trovavi il tempo
per i mille lavori di casa.
Tu non hai mai pensato
di chiedere un grazie.
Grazie mamma.
di Judith Bond
………………………………………………………..
L’angelo della famiglia
Vuoi sapere, bambino mio, quale fu per
la tua mamma il più bel giorno della sua vita?
Fu quello in cui, una mattina, ella si avvicinò
dolcemente alla tua culla e sollevò
piano piano i veli che ti coprivano.
Tu le tendesti i tuoi braccini rosa e per
la prima volta balbettasti: Mamma
di C. Juranville
in inglese
The angel of the family
Do you want to know , my child , who was to
your mom the best day of his life ?
That was when, one morning , she came
your crib and gently lifted
slowly the veils that you covered .
Thou tendesti your braccini pink and
the first time balbettasti : Mom
…………………………………………………………………..
La parola più bella
Mamma. Nessuna parola è più bella.
La prima che si impara,
la prima che si capisce e che s’ama.
La prima di una lunga serie di parole
con cui s’è risposto alle infinite,
alle amorose, timorose domande
della maternità.
E anche se diventassimo vecchi,
come chiameremmo la mamma
più vecchia di noi?
Mamma.
Non c’è un altro nome.
di Marino Moretti
……………………………………………………………………………………..
Una mamma moderna
La mia mamma è tanto bella,
si prepara come una stella:
si tinge i capelli, si mette il trucco,
e il mio papà…..rimane di stucco!
Pulisce la casa in continuazione,
con i prodotti in promozione,
tira i panni dalla lavatrice
e, se sono bianchi, è strafelice
Prepara pranzetti prelibati
con i cibi surgelati.
Al supermercato riempie il carrello
di detersivi, bibite e girelle.
Fa la tassista per la palestra,
i compleanni e altre feste.
Guida la panda o anche la SKoda
senza curarsi se è fuori moda.
Ha il computer e non lo usa:
non è portata si sente confusa!
Usa tanto il telefonino,
anche per parlare con la vicina:
Conosce tutte le canzoni
di D’ Alessio e di Baglioni,
di Renato Zero e di Pausini,
tutti suoi beniamini.
Io sono contento
che la mia mamma sia così
e pagherei per vederla ogni dì.
Vorrei vederla mattina e sera,
non per un giorno, per la vita intera!
Per coprirla di infinite carezze,
di tanti bacini e gentilezze,
per ringraziarla
per quel che ha fatto
per questo figlio un pò distratto
e non ha colto in tempo reale
d’ avere….una mamma davvero speciale!
Adele Sibilio
………………………………………………………………………………………..
Che cos’ è una mamma
Una mamma è come un albero grande
che tutti i suoi frutti dà:
per quanti gliene domandi
sempre uno ne troverà.
Ti dà il frutto, il fiore e la foglia,
per te di tutto si spoglia,
anche i rami si toglierà.
Una mamma è come un albero grande.
Una mamma è come una sorgente.
Più ne toglie acqua e più ne getta.
Nel suo fondo non vedi belletta:
sempre fresca, sempre lucente,
nell’ombra e nel sole è corrente.
Non sgorga che per dissetarti,
se arrivi ride, piange se parti.
Una mamma è come una sorgente.
Una mamma è come il mare.
Non c’è tesori che non nasconda,
continuamente con l’onda ti culla
e ti viene a baciare.
Con la ferita più profonda
non potrai farlo sanguinare,
subito ritorna ad azzurreggiare.
Una mamma è come il mare.
Una mamma è questo mistero:
tutto comprende, tutto perdona,
tutto soffre, tutto dona,
non coglie fiore per la sua corona.
Puoi passare da lei come straniero,
puoi farle male in tutta la persona.
Ti dirà:
Francesco Pastonchi
………………………………………………………………………………………….
Dincello, mamma mia
Oggi mamma m’ha ditto:
guardeme ‘nfaccia e dimme ‘a verità,
te veco triste e afflitto
figlio mio bello dimme c’aggia fà?
Parla sinceramente
io te sò mamma e nun me puo ngannà,
rispunne onestamente
si vuo fà pace nce vaco io a parlà.
Dincello mamma mia
c’ ‘a voglio sempe bene,
c’ ‘a porto dint’ ‘o core,
c’ ‘a tengo dint’ ‘e vene,
è tutta ‘a vita mia
nun m’ ‘a pozzo scurdà,
sta femmena è d’ ‘a mia
essa ha da riturnà.
Mammema nci ha parlato
ll’a ditto piccerè tu che vuò fà?
Pecchè ll’he abbandonato,
figlieme senz’ ‘e te nun pò campà.
Povera mamma mia
comme na santa ll’he ghiuta a prià,
ritorna figlia mia
songo na mamma e nun m’ ‘o può annià.
Dincello mamma mia
c’ ‘a voglio sempe bene,
c a porto dint’ ‘o core,
c’ ‘a tengo dint’ ‘e vene,
è tutta ‘a vita mia
nun m’ ‘a pozzo scurdà,
sta femmena è d’ ‘a mia
essa ha da ritumà.
Antonio De Curtis (Totò)
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‘A MAMMA
Chi tene ‘a mamma si che furtunato,
pecché na mamma vale nu tesoro
nun ‘mborta ca tenesse pate é ssore
à mamma é n’ata cosa,
na cosa eccezzionale difficele a spiegá.
Essa ca sempe veglia, essa ca spia sempe,
essa ca sape tutto, senza l’addumanná .
‘A mamma è na gendarma ca patria nun pó dá,
e quanne sta’ in pericolo a primma che si chiamme
é sempe chella llá.
‘A mamma é na putenza a nun puté emitá,
a mamma na sapienza ca l’arte nun pó fá.
Armando Torre
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Canta canta per la mamma
Canta canta per la mamma
una bella ninna nanna
fai un bella dormitina
fino a domattina
anche se nel giorno della tua festa
tutto il mondo si desta
Scuola Arcobleno Coordinamento diAngela Latini
La spiga infanzia
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Conosco una cosa
La pietra si consuma,
la stoffa si consuma
è naturale,
ma conosco una cosa
che non si sciupa mai:
è la guancia della mamma
sempre pronta
a prendere i bacini che le dò
e che non si consuma neanche un pò
Scuola Arcobleno Coordinamento di Angela Latini
La spiga infanzia
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MADONNINA
T’ ho portato un fiorellino
che trovai lungo il cammino;
lo raccolsi solo per te.
E’ un fioretto appena aperto
che ti piaccia sono certo,
così umile com’è
Or ti prego, Madonnina,
per il babbo e la mammina
per chi vive intorno a me.
La mia casa benedici,
la mia scuola e i miei amici,
e chi affida il cuore a te
(R. PEZZANI)
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LA MADONNA
La Madonna bella e buona
sotto i piedi tieni la luna;
La Madonna buona e bella
sopra il capo ha una stella;
una stella di splendore
che sorella par del sole.
(ANONIMO)
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MADONNA DI MAGGIO
Se batti alla porta del Cielo
con la tua preghiera,
subito t’apre la Madonna
con mano leggera.
E dice: ” Ti son mamma anch’io;
che cosa vuoi, piccino?
T’ascolto, sai; ti voglio bene
come al mio Bambino”.
Poi reca i tuoi pensieri buoni
ai piedi del Signore,
mentre sale l’odor di rose
dai giardini in fiore.
« Viva maggio, mese d’oro! »
Canta il coro
degli uccelli
pazzerelli
sulle gronde
tra le fronde;
« Viva maggio, mese d’oro! »
« Viva maggio, mese bello! »
Canta il bimbo
ridarello,
con le rose più odorose,
le ciliegie
saporose…
« Viva maggio, mese bello!»
La mamma è la persona
Che ti vuole bene sempre,
che tutto da’, senza nulla chiedere.
Ti coccola e ti rimprovera,
ti sprona e ti consola nella tristezza.
Ti da’ i baci prima di dormire
Ti ascolta e sorveglia il tuo sonno.
Mamma per me sei tutto,
appaghi ogni mio desiderio.
Voglio stare con te sempre
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Alla Mamma
di Eleonora da http://www.filastrocche.it
Mamma, sei una persona speciale.
Severa, ma affettuosa,
pronta a perdonare e lodare.
IL tuo cuore è grande
grande come il mare;
come il cielo sereno
è il tuo sorriso;
il tuo cuore è un porto sicuro
contro i mali della vita.
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AVE
Nella valle piccolina
sta una dolce Madonnina;
la salutano gli uccellini,
le campane e i bambini.
la saluta anche il mio cuore:
“Ave, o mamma del Signore,
benedici la mia vita,
fammi buona e così sia”:
(HEDDA)
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LA MADONNA
La Madonna bella e buona
sotto i piedi tiene la luna;
La Madonna buona e bella
sopra il capo ha una stella;
una stella di splendore
che sorella par del sole.
(ANONIMO)
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MAMMA
GIACOMO PARILLO
Tu che me mbarat a camminà
Mo’, m taggia scurdà.
Tu t preoccupav si m riv nu cucchiariell cucente
Mo’ t s’affligge u core sul si teng nu mal e dente,
Mo’ me fatt ruosso cu tanta stient
So passat sti iuorni comm’a nient
Ce simm spartut e stamm luntani
Ma i te penso sul guardenno i mani.
I me risollevo pur cu i muorzi chiù amar
Pecchè “mamma” è a parola chiù car,
Ne puonn esse cient e te tarttano cu bianchi guant
Ma e mamma ce ne sta una sultant.
Si a mamma e una sola!
Curva, Storta o comm sia
A mamma chiù bella e chiù cara è a mamma mia!
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PER LA MIA MAMMINA
di TOTO’
Si fosse n’auciello
Si fosse n’auciello
ogni matina vurria cantà
ncoppa ‘ fenesta toia:
“Buon giorno mamma mia,
bungiorno, ammore!!!..
Pò vurria zumpà
ncoppe ‘e capille
e,chianu chianu,
comme na’ carezza
stu beccuccio
accussì piccirillo
mme te mangiasse
‘e vase a pezzechillo…
si fosse nu canario
o nu cardillo
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A cchiù sincera
Tengo na ‘nnammurata
ca è tutt’ ‘a vita mia.
Mo tene sittant’anne, povera mamma mia!
Cu chella faccia ‘e cera,
sotto ‘e capille janche,
me pare na sant’Anna
cu ll’uocchie triste e stanche.
Me legge dint’ ‘o penziero,
me guarda e m’anduvina
si tengo nu dulore
si tengo quacche spina.
TOTO’
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‘A mamma
Nun è maj fredda a casa addò stà ‘a mamma
che cu nà carezza te scarfa e te cunsola
e cò calor suoje te scarfe pure ‘o core.
Quanne te sient triste, sule e abbandunato
te piglia cù na mano
e mentre te guarda dint a l’uocchie suje
mille raggi ‘e sole
che te danno a forza pè putè campà.
‘A mamma…
comme sone bell ‘mmocca stà parola…
‘a tengo e ‘a facio intussecà!
pecche’ l’amore e mamm’ e na’ ricchezz
E’ com o mar nun fernesce mai.
Pur l’omm chiù trist e malament.
Semp’ buon’ si vuo ben a’ mamm’
A’ mamm’ tutt da e nient cerch.
Ma si te vede chiagnere…
senza sapè ò pecché
t’abbracc’ e dice figlio:
ie chiangne ‘nziem à te.
-Dal web-
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Mamma
Mamma mia tu dice semp:
“Fa o’ brav, famm cuntent!”
Allor je pens’ eddic:
“Si tenesse tanta sold
t’ accattass oro e brillant,
int’ ana villa co’ ciardin
te facess fa a’ riggina.
Ma mo so piccirill
e sold nu’ ne teng
te done nu vasill
e te facc’ cuntent,
e po te dic, mamma mia
tu si a riggina da vita mia!”
dal web
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Persone male informate
O più bugiarde del diavolo
Dicono che tu sei nato
Sotto a una foglia di cavolo!
Persone male informate
O più bugiarde del diavolo
Dicono che sono nato
Sotto a una foglia di cavolo!
Altri maligni invece
Sostengono senza vergogna
Che sei venuto al mondo
A bordo di una cicogna!
Altri maligni invece
Sostengono senza vergogna
Che sono venuto al mondo
A bordo di una cicogna!
Se mamma ti ha comperato
Come taluni pretendono
Dimmi: dov’è il negozio
Dove i bambini si vendono?
Se mamma mi ha comperato
Come taluni pretendono
Diteci: dov’è il negozio
Dove i bambini si vendono?
Tali notizie sono
Prive di fondamento:
Ti ha fatto la tua mamma
E devi essere contento!
Tali notizie sono
Prive di fondamento:
Mi ha fatto la mia mamma
E sono molto contento!
Tali notizie sono
Prive di fondamento:
Mi ha fatto la mia mamma
E sono molto contento!
E sono molto contento!
Gianni Rodari
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Auguri mamma
Se io fossi, mamma, un uccellino
che vola nel cielo profondo vorrei
offrirti il mio canto più dolce, soave, giocondo.
Se io fossi, mamma, una stella
che brilla nel bruno firmamento
con more e baci a cento a cento.
Ma essendo solo un bambino
e non avendo che il cuore,
ti voglio stare vicino
per dirti tutto il mio amore
(da “Raccogli idee” ed.Tresei scuola)
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Ho fatto un mazzolino
Ho fatto un mazzolino,
coi fiori del giardino,
li ho colti stamattina,
insieme al mio papà.
Sono i fiori per la tua festa,
cara mamma eccoli qua.
Una rosa perchè ti voglio bene,
una viola perchè sarò ubbidiente,
un papavero, non so perchè,
un non ti scordar di me.
Un mughetto insieme ad un gelsomino,
da quest’oggi sarò sempre più buono,
una primula vuol dire che,
il primo pensiero sei per me.
Qualche ciclamino,
perchè dimentichi che sono biricchino
un girasole, una margherita,
perchè tu sei il fiore della vita.
(dal Web)
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Il mio bene
Ti voglio bene mamma…come il mare!
Non basta: come il cielo!
No, più ancora.
Mamma, ci penso già quasi da un’ora
eppur quel nome non so trovare.
Il nome di una cosa grande grande
che ci sta dentro il bene che ti voglio.
Una balena, forse, o un capodoglio.
Oh, mamma, non mi far tante domande.
So che quando ritorno dalla scuola
i gradini li faccio a rompicollo
per l’impazienza di saltarti al collo,
e il cuoricino, puf,
mi balza in gola.
Ti voglio bene quando sei vicina
e quando non ci sei:
quando mi abbracci:
ti voglio bene anche se mi sculacci.
Sei soddisfatta,
adesso, o no, mammina?
(Lina Schwarz)
————————————————-
L’isola sicura
Se di notte hai un po’ di paura
c’è sempre un’isola che è sicura.
Se il male ti tiene sveglio
vai nell’isola e stai già meglio.
Se al mattino presto
ti desti a ruzzolar nell’isola resti.
Se nel cielo balena un lampo,
vai nell’ isola e trovi scampo.
Per tutti i bimbi alti una spanna
isola grande è il lettone della mamma.
(da “Raccogli idee” ed. Tresei scuola)
——————————————
Una telefonata
Mamma amata,
mamma adorata
ho per te una telefonata.
Quante parole avevo trovate,
le avevo in mente se ne sono andate!
Ora le sento nel mio cuoricino,
se vuoi udirle, fatti vicino!
Son grandi, son troppe
e non le so ridire.
Poggia l’orecchio al petto
e stai a sentire… Senti?
Lo senti quanto bene ti voglio?
Allora tieni bene la cornetta
e…non fare imbroglio.
(da “Raccogli idee” ed.Tresei scuola)
———————————————-
Alla mamma
Oh, mamma scusami
se mi confondo perché è da poco
che sono al mondo!
Accetta questi fiori che oggi
ti dono con la promessa
di essere buono.
(da “Raccogli idee” ed.Tresei scuola)
——————————————————
Son tutte belle
Son tutte belle le mamme del mondo…
Belle quando vegliano
il loro tesoro
e quando lo sollevano
sulle loro candide braccia.
Belle quando lo reggono forti
sul fronte della vita.
Belle le mamme
quando leniscono ferite profonde
e consolano amare delusioni.
Belle nel loro cuore
pieno di sogni e di carezze,
e di ninne nanne d’amore.
(S.Lawrence)
—————————————————————–
FILASTROCCA DELLA MAMMA IMPERFETTA
C’era una mamma, una madre madrona,
la mano a saetta, la voce che tuona.
Più che un bambino voleva un soldato
Ma poi crebbe un hippie tutto arruffato.
C’era una mamma, un po’ mamma e un po’ chioccia,
di libertà ne lasciava una goccia,
le nacque una bimba paracadutista
adesso è una stuntman professionista.
C’era una mamma vegana e pittrice,
viveva di tofu col figlio, felice.
“quanti bei posti dipingerai?”
Ma invece il suo Adolfo guidò il Terzo Reich.
Filastrocca del figlio perfetto
Scolpito, pensato come un angioletto
Tu lo volevi un po’ simile a te
e invece “sorpresa!” decide da sé.
C’era una mamma, femminista di razza,
mutande bruciate e tette giù in piazza,
ma ebbe una figlia, un clone di barbie
che va da Intimissimi e spende i miliardi.
C’era una mamma ingessata e ingegnera
sinapsi a quadretti, compita ed austera,
ma il figlio non legge ogni giorno i listini
compila gli oroscopi, descrive destini.
C’era una mamma Bocca di Rosa,
si dice puttana, io dico sciantosa,
il figlio giurò per la castità,
un frate trappista, in povertà.
C’era una mamma, una santa, una suora,
conosce l’amore, ma il piacere lo ignora,
crebbe un bambino, un chierichetto,
fa il pornoattore, un artista del letto.
Filastrocca del figlio perfetto
Scolpito, pensato come un angioletto
Tu lo volevi un po’ simile a te
e invece “sorpresa!” decide da sé.
Filastrocca della mamma imperfetta.
La mamma perfetta un figlio lo accetta.
Enrica Tesio, scrittrice
La parola più bella
sulle labbra del genere umano è “Madre”,
e la più bella invocazione è “Madre mia”.
E’ la fonte dell’amore, della misericordia,
della comprensione, del perdono.
Ogni cosa in natura parla della madre.
(Kahlil Gibran)
Ti regalo mamma…
Ciò che so fare con le mie mani
che duri sempre, non solo domani.
Ciò che nasce dal mio pensiero,
frutto d’amore e d’affetto vero.
E’ più prezioso del diamante,
perchè nulla al mondo è più importante,
per me che non son grande abbastanza,
di te mamma e della tua vicinanza.
(Rosalba – Aprile 2011)
Mamma mia
Mamma mia, te tengo attuorno
d’ ‘a matina nfin’ a sera;
vierno pare Primmavera
mò ca staje sempre cu me.
Si fa viento tu me parle,
mmiez’ ‘o mare sento: “Figlio!”.
Si me serve nu cunziglio,
dint’ ‘o scuro viene tu.
Mamma mia, mamma mia bella…
Quanta vote penzo a quanno
se pò dì ca dint’ a n’anno
ce vedevemo sì e no!
Giuvinotto me sentevo
capuzziello, preputente…
Te sò figlio overamente
mò ca nun te tengo cchiù.
Piccoli angeli dalle ali bianche, chissà come sarete stanchi di volare nella notte blu, per portare ai bimbi i doni di Gesù. Fermatevi un pochino accanto al mio lettino; vi faccio posto sul mio guanciale perchè possiate un poco riposare; parleremo insieme pian pianino : mi narrerete di Gesù Bambino…
(da “Cose nuove” Ed F.lli Fabbri)
————————————-
Filastrocca di Natale
faccio un albero speciale
di palline e caramelle
con la polvere di stelle.
Faccio un albero a colori
che rallegri tutti i cuori
e poi scrivo tra i regali
“Siamo tutti quanti uguali”
Giuseppe Bordi
——————————-
Buon Natale
E’ la musica del cuore
che ci riempie di colori
coni canti di Natale
e la festa generale.
Vi auguriamo tanta gioia
ed un anno senza noia.
tanti auguri e sono tanti
BUON Natale
a tutti quanti
da Storilandia -Ed. L’ arcobaleno -Lucia Caselli
—————————
MAGICHE SFERE DI NATALE
Dal mio albero pendono magiche sfere e hanno dentro le cose più vere.
C’è la sfera dell’amicizia
che è un po’ come la liquirizia:
tiene dentro il dolce e l’amaro
ma è davvero un bene assai raro.
C’è la sfera dell’uguaglianza
e ci sta dentro la differenza
che nel mondo esiste ed è bello:
pur chi è diverso è mio fratello.
C’è la sfera della pace
che diffonde la più grande luce
colpisce gli occhi, entra nel cuore
ed esce fuori sotto forma di amore.
C’è la sfera della libertà,
povero l’essere che non ce l’ha;
la libertà di vivere a modo mio
senza mai offendere né uomo, né Dio.
Dal mio albero pendono magiche sfere
che scintillando rendono calde le sere,
magiche sfere di Natale
tengono dentro tutto ciò che vale!
di Germana Bruno
————————————-
E’ nato Gesù Il gregge stanco ansando riposava sotto le stelle nella notte fonda. Dormivano i pastori. Il tempo andava. Qund’ecco una gran luce il cielo inonda. E’ mezzanotte. Ed ecco un dolce canto suona per l’aria, in armonia gioconda. Si destano i pastori, al gregge accanto, e ascoltano: “Sia gloria a Dio nei cieli e pace in terra all’uomo!”. O dolce incanto! E’ nato un bimbo tutto luce e amore. In una stalla, avvolto in pochi veli, povero è nato e pure é il Re dei cieli. E dice a tutti: “State cuore a cuore, come fratelli! Non odiate mai! L’anima che perdona è come un fiore. Chi crede in me non perirà mai”. Ettore Bogno ————————————- L’albero di Natale
C’è un misterioso alberello venuto chissà da quali foreste, Che tutti gli anni sotto le feste spunta in un angolo del tinello. E’ inverno, e gli alberi fuori dormono tutti ma questo, al caldo di casa, dà fiori e dà frutti: son mele lucenti, cristalli di neve, stelline d’ottone rimaste sepolte un anno dentro una scatola di cartone. L’albero adesso è come un re vestito da festa che ha per corona una stella cometa in cima alla testa. Nel bosco dei rami, tra dolci e dolcetti, svolazzano senza fine uccelli angioletti e lucciole di mille minuscole lampadine. Quando poi viene la notte delle notti, lustrini, mele stelle d’argento, nell’albero che fa da cielo formano un piccolo firmamento…. sopra un presepio disperso dove un bambino, giocando, nel gran silenzio dell’universo torna a venire al mondo. Mario Faustinelli
…………………………………..
C’era un silenzio
C’era un silenzio come d’attesa lungo la strada che andava in chiesa; e fredda l’aria di notte, in quell’ombra là solitaria.
C’eran le stelle nel cielo invernale; e un verginale candore di neve, ma rado e lieve.
C’era una siepe, nera stecchita; parea fiorita di biancospino.
E mi teneva – oh mio sogno lontano! – mia madre per mano.
E nella tiepida chiesa, che incanto!
Fra lumi e un denso profumo d’incenso e suono d’organo e voci di canto, ecco il Presepe con te, Bambino…
PIETRO MASTRI ————————————- Preghiera di Natale
Questa notte nel mio lettino, pregherò Te, Gesù Bambino. Dona, Ti prego, il tuo perdono a tutti quelli che buoni non sono. Alla mia mamma e al mio papà dona, Ti prego, felicità. A tutti quelli cui voglio bene, fa’ che leggere siano le pene. Fa’ che gli uomini d’ogni color trovino sempre soltanto amore dal web ————————————
I colori del Natale
A Natale c’è il verde degli abeti luccicanti che rallegra i cuori a tutti quanti. A Natale c’è Babbo Natale vestito di rosso che porta regali a più non posso. A Natale c’è il manto della neve bianca che a toccarla mai ti stanca. A Natale c’è l’arancione delle clementine su ogni tavola tutte le mattine. A Natale c’è il marrone dei dolci squisiti che vorresti non fossero mai finiti. A Natale c’è il blu del cielo stellato che copre il bambino appena nato . A Natale c’è nero delle notte più bella illuminata dal fulgore della stella. C’è poi un qualcosa che non ha colore ma ti fa batter forte il cuore E’ il sentimento che si chiama AMORE. Se c’è intingerai il pennello e farai ogni tuo giorno più bello. Alessandro Malaguti Fonte
……………….. Un mondo di auguri Stingi le mie mani, io stringo le tue: se prendiamo molte mani non saremo più in due. Uniamole con gioia, formiamo un girotondo e questo sarà il Natale più felice del mondo. Scambiamoci un sorriso,chiamiamoci fratelli saranno questi i doni più magici e più belli. dal web
………………………………………..
Buon Natale A Natale non si fanno cattivi pensieri ma chi è solo lo vorrebbe saltare questo giorno. A tutti loro auguro di vivere un Natale in compagnia. Un pensiero lo rivolgo a tutti quelli che soffrono per una malattia. A coloro auguro un Natale di speranza e di letizia. Ma quelli che in questo giorno hanno un posto privilegiato nel mio cuore sono i piccoli mocciosi che vedono il Natale attraverso le confezioni dei regali. Agli adulti auguro di esaudire tutte le loro aspettative. Per i bambini poveri che non vivono nel paese dei balocchi auguro che il Natale porti una famiglia che li adotti per farli uscire dalla loro condizione fatta di miseria e disperazione. A tutti voi auguro un Natale con pochi regali ma con tutti gli ideali realizzati.
Alda Merini
…………………………..
Gesù Bambino
Gesù Bambino vestito di bianco Gesù Bambino vestito di bianco porta i tuoi doni a chi è forte e a chi è stanco, porta i tuoi doni a grandi e piccini Gesù Bambino che ami i bambini.
Gesù Bambino vestito di blu porta i tuoi doni a chi vuoi tu, porta i tuoi doni che son sempre veri, Gesù Bambino di oggi e di ieri. Tanti Auguri con un girotondo. Tanti Auguri a tutto il mondo. da :Filastrocche.it ——————————- In punta di piedi
In punta di piedi la mia sorellina vuol l’albero decorare. Allunga piano le sue braccine la mamma e il babbo vuole aiutare. Appende un angioletto dorato sotto una bella stellina, lo copre col filo dorato e gli fa ciao con la manina. In punta di piedi il mio fratellino vuol l’albero decorare. Un bastoncino di zucchero appende pero’ io so che lo vuol mangiare. Con un bel fiocco, legato alla porta, appende poi una campanella accanto al cavallino di legno che tira la carrozzella. In punta di piedi il babbo vuol l’albero decorare un festone di luci appende che tutto quanto lo fa brillare. Prende poi il mio ornamento, la cosa piu’ bella in braccio mi solleva e mi fa appendere lassu’ in cima la lucente stella.
Charles e Debra Ghigna ————————————– Er presepio
Ve ringrazio de core, brava gente, pé ‘sti presepi che me preparate, ma che li fate a fa? Si poi v’odiate, si de st’amore non capite gnente…
Pé st’amore sò nato e ce sò morto, da secoli lo spargo dalla croce, ma la parola mia pare ‘na voce sperduta ner deserto, senza ascolto. La gente fa er presepe e nun me sente; cerca sempre de fallo più sfarzoso, però cià er core freddo e indifferente e nun capisce che senza l’amore è cianfrusaja che nun cià valore. Trilussa – Le migliori poesie ——————————————
E’ NATALE
E’ Natale ogni volta che sorridi a un fratello e gli tendi la mano. E’ Natale ogni volta che rimani in silenzio per ascoltare l’altro. E’ Natale ogni volta che non accetti quei principi che relegano gli oppressi ai margini della società. E’ Natale ogni volta che speri con quelli che disperano nella povertà fisica e spirituale. E’ Natale ogni volta che riconosci con umiltà i tuoi limiti e la tua debolezza. E’ Natale ogni volta che permetti al Signore di rinascere per donarlo agli altri.
Madre Teresa di Calcutta
——————————————
Bambino Gesù, asciuga ogni lacrima
Asciuga, Bambino Gesù, le lacrime dei fanciulli! Accarezza il malato e l’anziano! Spingi gli uomini a deporre le armi e a stringersi in un universale abbraccio di pace! Invita i popoli, misericordioso Gesù, ad abbattere i muri creati dalla miseria e dalla disoccupazione, dall’ignoranza e dall’indifferenza, dalla discriminazione e dall’intolleranza. Sei tu, Divino Bambino di Betlemme, che ci salvi, liberandoci dal peccato. Sei tu il vero e unico Salvatore, che l’umanità spesso cerca a tentoni. Dio della pace, dono di pace per l’intera umanità, vieni a vivere nel cuore di ogni uomo e di ogni famiglia. Sii tu la nostra pace e la nostra gioia!
Piccoli angeli
dalle ali bianche,
chissà come sarete stanchi
di volare
nella notte blu,
per portare ai bimbi
i doni di Gesù.
Fermatevi un pochino
accanto al mio lettino;
vi faccio posto sul mio guanciale
perchè possiate un poco riposare;
parleremo insieme pian pianino :
mi narrerete di Gesù Bambino…
(da “Cose nuove” Ed F.lli Fabbri)
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Buon Natale
E’ la musica del cuore
che ci riempie di colori
coni canti di Natale
e la festa generale.
Vi auguriamo tanta gioia
ed un anno senza noia.
tanti auguri e sono tanti
BUON Natale
a tutti quanti
da Storilandia -Ed. L’ arcobaleno -Lucia Caselli
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MAGICHE SFERE DI NATALE
Dal mio albero pendono magiche sfere
e hanno dentro le cose più vere.
C’è la sfera dell’amicizia
che è un po’ come la liquirizia:
tiene dentro il dolce e l’amaro
ma è davvero un bene assai raro.
C’è la sfera dell’uguaglianza
e ci sta dentro la differenza
che nel mondo esiste ed è bello:
pur chi è diverso è mio fratello.
C’è la sfera della pace
che diffonde la più grande luce
colpisce gli occhi, entra nel cuore
ed esce fuori sotto forma di amore.
C’è la sfera della libertà,
povero l’essere che non ce l’ha;
la libertà di vivere a modo mio
senza mai offendere né uomo, né Dio.
Dal mio albero pendono magiche sfere
che scintillando rendono calde le sere,
magiche sfere di Natale
tengono dentro tutto ciò che vale!
di Germana Bruno
————————————-
E’ nato Gesù
Il gregge stanco ansando riposava
sotto le stelle nella notte fonda.
Dormivano i pastori. Il tempo andava.
Qund’ecco una gran luce il cielo inonda.
E’ mezzanotte. Ed ecco un dolce canto
suona per l’aria, in armonia gioconda.
Si destano i pastori, al gregge accanto,
e ascoltano: “Sia gloria a Dio nei cieli
e pace in terra all’uomo!”. O dolce incanto!
E’ nato un bimbo tutto luce e amore.
In una stalla, avvolto in pochi veli,
povero è nato e pure é il Re dei cieli.
E dice a tutti: “State cuore a cuore,
come fratelli! Non odiate mai!
L’anima che perdona è come un fiore.
Chi crede in me non perirà mai”.
Ettore Bogno
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L’albero di Natale
C’è un misterioso alberello
venuto chissà da quali foreste,
Che tutti gli anni sotto le feste
spunta in un angolo del tinello.
E’ inverno, e gli alberi fuori dormono tutti
ma questo, al caldo di casa, dà fiori e dà frutti:
son mele lucenti, cristalli di neve, stelline d’ottone
rimaste sepolte un anno dentro una scatola di cartone.
L’albero adesso è come un re vestito da festa
che ha per corona una stella cometa in cima alla testa.
Nel bosco dei rami, tra dolci e dolcetti, svolazzano senza fine
uccelli angioletti e lucciole di mille minuscole lampadine.
Quando poi viene la notte delle notti, lustrini, mele stelle d’argento,
nell’albero che fa da cielo formano un piccolo firmamento….
sopra un presepio disperso dove un bambino, giocando,
nel gran silenzio dell’universo torna a venire al mondo.
Mario Faustinelli
…………………………………..
C’era un silenzio
C’era un silenzio
come d’attesa
lungo la strada
che andava in chiesa;
e fredda l’aria
di notte, in quell’ombra
là solitaria.
C’eran le stelle
nel cielo invernale;
e un verginale candore di neve,
ma rado e lieve.
C’era una siepe,
nera stecchita;
parea fiorita
di biancospino.
E mi teneva
– oh mio sogno lontano! –
mia madre per mano.
E nella tiepida
chiesa, che incanto!
Fra lumi e un denso
profumo d’incenso
e suono d’organo
e voci di canto,
ecco il Presepe
con te, Bambino…
PIETRO MASTRI
————————————-
Preghiera di Natale
Questa notte nel mio lettino,
pregherò Te, Gesù Bambino.
Dona, Ti prego, il tuo perdono
a tutti quelli che buoni non sono.
Alla mia mamma e al mio papà
dona, Ti prego, felicità.
A tutti quelli cui voglio bene,
fa’ che leggere siano le pene.
Fa’ che gli uomini d’ogni color
trovino sempre soltanto amore
dal web
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I colori del Natale
A Natale c’è il verde degli abeti luccicanti
che rallegra i cuori a tutti quanti.
A Natale c’è Babbo Natale vestito di rosso
che porta regali a più non posso.
A Natale c’è il manto della neve bianca
che a toccarla mai ti stanca.
A Natale c’è l’arancione delle clementine
su ogni tavola tutte le mattine.
A Natale c’è il marrone dei dolci squisiti
che vorresti non fossero mai finiti.
A Natale c’è il blu del cielo stellato
che copre il bambino appena nato .
A Natale c’è nero delle notte più bella
illuminata dal fulgore della stella.
C’è poi un qualcosa che non ha colore
ma ti fa batter forte il cuore
E’ il sentimento che si chiama AMORE.
Se c’è intingerai il pennello
e farai ogni tuo giorno più bello.
Alessandro Malaguti
Fonte
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Un mondo di auguri
Stingi le mie mani,
io stringo le tue:
se prendiamo molte mani
non saremo più in due.
Uniamole con gioia,
formiamo un girotondo e questo
sarà il Natale più felice del mondo.
Scambiamoci un sorriso,chiamiamoci fratelli
saranno questi i doni più magici e più belli.
dal web
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Buon Natale
A Natale non si fanno cattivi
pensieri ma chi è solo
lo vorrebbe saltare
questo giorno.
A tutti loro auguro di
vivere un Natale
in compagnia.
Un pensiero lo rivolgo a
tutti quelli che soffrono
per una malattia.
A coloro auguro un
Natale di speranza e di letizia.
Ma quelli che in questo giorno
hanno un posto privilegiato
nel mio cuore
sono i piccoli mocciosi
che vedono il Natale
attraverso le confezioni dei regali.
Agli adulti auguro di esaudire
tutte le loro aspettative.
Per i bambini poveri
che non vivono nel paese dei balocchi
auguro che il Natale
porti una famiglia che li adotti
per farli uscire dalla loro condizione
fatta di miseria e disperazione.
A tutti voi
auguro un Natale con pochi regali
ma con tutti gli ideali realizzati.
Alda Merini
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Gesù Bambino
Gesù Bambino vestito di bianco
Gesù Bambino vestito di bianco
porta i tuoi doni a chi è forte
e a chi è stanco,
porta i tuoi doni a grandi e piccini
Gesù Bambino che ami i bambini.
Gesù Bambino vestito di blu
porta i tuoi doni a chi vuoi tu,
porta i tuoi doni che son sempre veri,
Gesù Bambino di oggi e di ieri.
Tanti Auguri con un girotondo.
Tanti Auguri a tutto il mondo.
da :Filastrocche.it
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In punta di piedi
In punta di piedi la mia sorellina
vuol l’albero decorare.
Allunga piano le sue braccine
la mamma e il babbo vuole aiutare.
Appende un angioletto dorato
sotto una bella stellina,
lo copre col filo dorato
e gli fa ciao con la manina.
In punta di piedi il mio fratellino
vuol l’albero decorare.
Un bastoncino di zucchero appende
pero’ io so che lo vuol mangiare.
Con un bel fiocco, legato alla porta,
appende poi una campanella
accanto al cavallino di legno
che tira la carrozzella.
In punta di piedi il babbo
vuol l’albero decorare
un festone di luci appende
che tutto quanto lo fa brillare.
Prende poi il mio ornamento,
la cosa piu’ bella
in braccio mi solleva e mi fa appendere
lassu’ in cima la lucente stella.
Charles e Debra Ghigna
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Er presepio
Ve ringrazio de core, brava gente,
pé ‘sti presepi che me preparate,
ma che li fate a fa? Si poi v’odiate,
si de st’amore non capite gnente…
Pé st’amore sò nato e ce sò morto,
da secoli lo spargo dalla croce,
ma la parola mia pare ‘na voce
sperduta ner deserto, senza ascolto.
La gente fa er presepe e nun me sente;
cerca sempre de fallo più sfarzoso,
però cià er core freddo e indifferente
e nun capisce che senza l’amore
è cianfrusaja che nun cià valore.
Trilussa – Le migliori poesie
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E’ NATALE
E’ Natale ogni volta
che sorridi a un fratello
e gli tendi la mano.
E’ Natale ogni volta
che rimani in silenzio
per ascoltare l’altro.
E’ Natale ogni volta
che non accetti quei principi
che relegano gli oppressi
ai margini della società.
E’ Natale ogni volta
che speri con quelli che disperano
nella povertà fisica e spirituale.
E’ Natale ogni volta
che riconosci con umiltà
i tuoi limiti e la tua debolezza.
E’ Natale ogni volta
che permetti al Signore
di rinascere per donarlo agli altri.
Madre Teresa di Calcutta
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Bambino Gesù, asciuga ogni lacrima
Asciuga, Bambino Gesù, le lacrime dei fanciulli!
Accarezza il malato e l’anziano!
Spingi gli uomini
a deporre le armi
e a stringersi in un universale abbraccio di pace!
Invita i popoli,
misericordioso Gesù,
ad abbattere i muri
creati dalla miseria
e dalla disoccupazione,
dall’ignoranza
e dall’indifferenza,
dalla discriminazione e dall’intolleranza.
Sei tu,
Divino Bambino di Betlemme,
che ci salvi,
liberandoci dal peccato.
Sei tu il vero e unico Salvatore,
che l’umanità spesso cerca a tentoni.
Dio della pace,
dono di pace
per l’intera umanità, vieni a vivere
nel cuore di ogni uomo e di ogni famiglia.
Sii tu la nostra pace
e la nostra gioia!
Giovanni Paolo II
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La Cometa
Sono la Cometa
di Natale.
Ardo nel firmamento;
Illumino i presepi;
riposo sulle punte degli abeti;
prometto pace alla terra
e doni ai bimbi buoni….
Ma voi mi fate certe confusioni!
perchè, con tutta la vostra scienza,
non avete ancora scoperto
che di bimbi cattivi non c’è n’è?
“Filastrocche in cielo e in terra” Einaudi
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Natale
Brilla in cielo una stella
con la coda lunga e bella,
s’ ode dentro la capanna
una dolce ninna nanna.
C’è un Bambino biondo biondo
col visetto tondo tondo,
che riceve doni e fiori
dagli umili pastori.
(da ” Un mondo di scoperte” ed. Ardea)
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Il Natale dei bambini
Il Natale è di tutti
ma ancor più dei bambini
perchè sono i più vicini
all’ amor di Gesù.
Vanno e vengono per casa
tutti presi nell’ attesa.
Il presepe coi Re Magi
l’ alberello di Natale:
tutto è pronto, tutto è bello
sta tornando il Bambinello.
Tutto vostro è il Natale,
o bambini tanto cari,
custoditelo nel cuore
perchè insegna solo amore
(da ” Un mondo di scoperte” ed. Ardea)
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Un abete speciale
Quest’anno mi voglio
fare un albero di Natale
di tipo speciale,
ma bello veramente.
Non lo farò in tinello,
lo farò nella mente,
con centomila rami
e un miliardo di lampadine,
e tutti i doni che non stanno
nelle vetrine.
Un raggio di sole
per il passero che trema,
un ciuffo di viole
per il prato gelato,
un aumento di pensione
per il vecchio pensionato.
E poi giochi, giocattoli,
balocchi quanti ne puoi contare
a spalancare gli occhi:
un milione,
cento milioni di bellissimi doni
per quei bambini
che non ebbero mai un regalo di Natale,
e per loro ogni giorno all’altro è uguale,
e non è mai festa.
Perché se un bimbo
resta senza niente,
anche uno solo, piccolo,
che piangere non si sente,
Natale è tutto sbagliato.
(Gianni Rodari)
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L’albero dei poveri
Filastrocca di Natale,
la neve è bianca come il sale,
la neve è fredda, la notte è nera
ma per i bimbi è primavera:
soltanto per loro, ai piedi del letto
è fiorito un alberetto.
Che strani fiori, che frutti buoni
oggi sull’albero dei doni:
bambole d’oro, treni di latta,
orsi dal pelo come d’ovatta,
e in cima, proprio sul ramo più alto,
un cavallo che spicca il salto.
Quasi lo tocco…
Ma no, ho sognato,
ed ecco, adesso, mi sono destato:
nella mia casa, accanto al mio letto
non è fiorito l’alberetto.
Ci sono soltanto i fiori del gelo
sui vetri che mi nascondono il cielo.
L’albero dei poveri sul vetro è fiorito:
io lo cancello con un dito.
(Filastrocca di Natale di Gianni Rodari “ Filastrocche in cielo e in terra”)
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Bambinello di nome Redentore
Ogni anno a Natale
nel giardino della terra
nasce il Bambinello Gesu’,
biondo e ricciolino,
con due occhi sprazzi di cielo,
la boccuccia bocciolo di rosa,
il nasino batuffolo di neve,
e due piccole orecchie
per dolci ninna nanne
cantate dalla mamma.
Ogni di’ dell’anno
nel giardino della terra
nascono bimbi bianchi, gialli, mori
che aspettano da ogni cuore
gioia, pace ed amore.
Tutte le mamme e tutti i papa’
offrono coccole, baci e carezze,
ma dal giardino della terra
con le braccine tese,
quel Bambinello biondo e ricciolino,
di nome Redentore
continua a chiedere
ancora uno sguardo d’amore.
Filastrocca di capodanno:
fammi gli auguri per tutto l’anno:
voglio un gennaio col sole d’aprile,
un luglio fresco, un marzo gentile;
voglio un giorno senza sera,
voglio un mare senza bufera;
voglio un pane sempre fresco,
sul cipresso il fiore del pesco;
che siano amici il gatto e il cane,
che diano latte le fontane.
Se voglio troppo, non darmi niente,
dammi una faccia allegra solamente.
Rodari G.
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Un biglietto a Gesù Bambino
Ho legato a un palloncino
un biglietto con l’invito,
verso il cielo l’ho spedito
al signor Gesù Bambino.
“Qui le cose vanno male
vieni solo per Natale
con le bambole e i trenini
per la gioia dei bambini.
Vedi solo cose belle
poi ritorni tra le stelle.
Spicca un volo sulla terra,
resta almeno un anno intero
vieni presto per favore
c’è bisogno del tuo amore.”
Pilat-Taddei
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Aria ‘Natale
Già venneno ‘e bengale….
E torna ‘o zampognaro pè sta via…
Tornano e bancarelle sù ‘e pasture,
for’ ‘e puteche tornano a sorridere
(cu chistu freddo!) ‘e Bamminielle annure.
Torna Natale!
I’ pure, io pure torna a credere
A tutto chello ca nun credo cchiù!
Da “Poeti Napoletani”
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A Babbo Natale
Babbo Natale, che scendi sul tetto,
nella mia lettera oggi ti ho scritto
che un bel regalo è un mio diritto.
Un gioco magico che mi diverta,
che ogni giorno sia una scoperta.
Voglio trascorrere in sua compagnia
tante giornate in allegria.
Ridere, correre, poter giocare
e se son stanco, poi chiacchierare…
Ma se ci penso per questo non c’è
meglio di un bimbo come me…
Babbo Natale sai che ti dico?
Io per regalo voglio un amico!
Da novembre poi, pian piano,
pensan a me che son lontano.
Più che a me, ad un regalo.
La mia fama ormai è in calo!
Chi pensa al Babbo sol soletto
brontolone e un po’ vecchietto?
Non passa mai qui il tempo al Polo
ed io resto sempre solo.
Vorrei almeno una cartolina
dal Giappone o dalla Cina,
dall’Italia o dal Perù,
ma che arrivi fin quassù;
che mi faccia compagnia.
e nel cuor metta allegria.”
“Dai babbino, non far capricci!
Abbiamo già dei grossi impicci:
ci son pacchi da incartare
e i dolciumi da glassare.”
“Rudolph, renna, amica cara,”
dice poi con voce amara,
“M’è venuto un gran sospetto
che ti racconto ora di getto:
Sono amato dai bambini
per i doni e i regalini.
Per loro sono un gran panzone,
potrei andare anche in pensione.
E le loro letterine?
Non son più tanto carine.
Voglio questo e voglio quello,
anche se sono un po’ monello.
Non esiste il “per piacere”:
pare quasi sia un dovere
portar loro tanti doni
anche se non sono stati buoni.
Sono stanco, sono anziano;
me ne sto sul mio divano,
sorseggiando un the bollente,
assaporando il non far niente.
Vediamo un po’ cosa succede
se quest’anno resto in sede.
Sarà strano un po’ il Natale
di sicuro assai speciale.”
“Ma babbino stai scherzando?
Il Natale sta arrivando.
Metti giubba e pantaloni,
carichiamo i pacchi e i doni.
Questo altr’anno ti prometto,
i bambini, è presto detto,
ti scriveranno letterine
dalle spiagge e le colline,
dai monti o la riviera,
dal safari o la crociera.
Penseranno un po’ più a te
e, magari, un po’ anche a me.
Egoisti non saranno:
t’ameranno tutto l’anno.”
“E va bene, amica mia:
m’hai convinto e così sia.
Partiamo in giro per il mondo
Sono buono, lo sai, in fondo.
Ma ai bambini voglio dire,
e tu non mi puoi zittire,
una giusta verità
che forse un po’ li annoierà:
Ogni tanto, a noi anziani,
bisogna tendere le mani.
Un sorriso od un pensiero
ci fan felici per davvero.
Ora andiamo presto su,
scioperar non voglio più.”
Filastrocca tutta matta
con i bimbi è pace fatta.
Babbo Natale è già partito
e lo sciopero è finito.
Lo conoscete il vecchio barbuto
rosso il vestito di spesso velluto
rosso il cappuccio, la grossa cintura
fatta di lucida pelle assai scura?
Bianca la barba, lieto bonario
solo per un giorno del calendario
gira portando fiori e balocchi
sotto la neve che scende a fiocchi
voi lo sapete chi è quel tale
col sacco in spalla?…
Babbo Natale!
Sorelle De Benedetti
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GESU’ BAMBINO
Mettiti in un angolino,
e sussurra a Gesù bambino.
Chiedi aiuto,chiedi perdono,
chiedi la benedizione.
Promettendo di fare il buono,
aspettando il suo dono.
Guarda il cielo,aspetta la stella,
in questa notte magica,
tutto quello che gli chiederai,
da lui sicuramente otterrai!
(Jana Styriakova)
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E’ Natale
E’ Natale ogni volta
che speri con quelli che disperano
nella povertà fisica e spirituale.
E’ Natale ogni volta
che riconosci con umiltà
i tuoi limiti e la tua debolezza.
E’ Natale ogni volta
che permetti al Signore
di rinascere per donarlo agli altri.
Madre Teresa Di Calcutta
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A Gesù Bambino
La notte è scesa
e brilla la cometa
che ha segnato il cammino.
Sono davanti a Te, Santo Bambino!
Tu, Re dell’universo,
ci hai insegnato
che tutte le creature sono uguali,
che le distingue solo la bontà,
tesoro immenso,
dato al povero e al ricco.
Gesù, fa’ ch’io sia buono,
che in cuore non abbia che dolcezza.
Fa’ che il tuo dono
s’accresca in me ogni giorno
e intorno lo diffonda,
nel Tuo nome.
U. Saba
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E’ nato Gesù
Il gregge stanco ansando riposava
sotto le stelle nella notte fonda.
Dormivano i pastori. Il tempo andava.
Quand’ecco una gran luce il cielo inonda.
E’ mezzanotte. Ed ecco un dolce canto
suona per l’aria, in armonia gioconda.
Si destano i pastori, al gregge accanto,
e ascoltano: “Sia gloria a Dio nei cieli
e pace in terra all’uomo!”. O dolce incanto!
E’ nato un bimbo tutto luce e amore.
In una stalla, avvolto in pochi veli,
povero è nato e pure é il Re dei cieli.
E dice a tutti: “State cuore a cuore,
come fratelli! Non odiate mai!
L’anima che perdona è come un fiore.
Chi crede in me non perirà mai”.
(Ettore Bogno)
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Il mago di Natale
di Rodari G.
S’io fossi il mago di Natale
farei spuntare un albero di Natale
in ogni casa, in ogni appartamento
dalle piastrelle del pavimento,
ma non l’alberello finto,
di plastica, dipinto
che vendono adesso all’Upim:
un vero abete, un pino di montagna,
con un po’ di vento vero
impigliato tra i rami,
che mandi profumo di resina
in tutte le camere,
e sui rami i magici frutti: regali per tutti.
Poi con la mia bacchetta me ne andrei
a fare magie
per tutte le vie.
In via Nazionale
farei crescere un albero di Natale
carico di bambole
d’ogni qualità,
che chiudono gli occhi
e chiamano papà,
camminano da sole,
ballano il rock an’roll
e fanno le capriole.
Chi le vuole, le prende:
gratis, s’intende.
In piazza San Cosimato
faccio crescere l’albero
del cioccolato;
in via del Tritone
l’albero del panettone
in viale Buozzi
l’albero dei maritozzi,
e in largo di Santa Susanna
quello dei maritozzi con la panna.
Continuiamo la passeggiata?
La magia è appena cominciata:
dobbiamo scegliere il posto
all’albero dei trenini:
va bene piazza Mazzini?
Quello degli aeroplani
lo faccio in via dei Campani.
Ogni strada avrà un albero speciale
e il giorno di Natale
i bimbi faranno
il giro di Roma
a prendersi quel che vorranno.
Per ogni giocattolo
colto dal suo ramo
ne spunterà un altro
dello stesso modello
o anche più bello.
Per i grandi invece ci sarà
magari in via Condotti
l’albero delle scarpe e dei cappotti.
Tutto questo farei se fossi un mago.
Però non lo sono
che posso fare?
Non ho che auguri da regalare:
di auguri ne ho tanti,
scegliete quelli che volete,
prendeteli tutti quanti.
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La Befana
Giovanni Pascoli
Viene viene la Befana
vien dai monti a notte fonda.
Come è stanca! La circonda
neve, gelo e tramontana.
Viene viene la Befana.
Ha le mani al petto in croce,
e la neve è il suo mantello
ed il gelo il suo pannello
ed il vento la sua voce.
Ha le mani al petto in croce.
E s’accosta piano piano
alla villa, al casolare,
a guardare, ad ascoltare
or più presso or più lontano.
Piano piano, piano piano.
Che c’è dentro questa villa?
Uno stropiccìo leggero.
Tutto è cheto, tutto è nero.
Un lumino passa e brilla.
Che c’è dentro questa villa?
Guarda e guarda…tre lettini
con tre bimbi a nanna, buoni.
guarda e guarda…ai capitoni
c’è tre calze lunghe e fini.
Oh! tre calze e tre lettini.
Il lumino brilla e scende,
e ne scricchiolan le scale;
il lumino brilla e sale,
e ne palpitan le tende.
Chi mai sale? Chi mai scende?
Co’ suoi doni mamma è scesa,
sale con il suo sorriso.
Il lumino le arde in viso
come lampada di chiesa.
Co’ suoi doni mamma è scesa.
La Befana alla finestra
sente e vede, e s’allontana.
Passa con la tramontana,
passa per la via maestra,
trema ogni uscio, ogni finestra.
E che c’è nel casolare?
Un sospiro lungo e fioco.
Qualche lucciola di fuoco
brilla ancor nel focolare.
Ma che c’è nel casolare?
Guarda e guarda… tre strapunti
con tre bimbi a nanna, buoni.
Tra la cenere e i carboni
c’è tre zoccoli consunti.
Oh! tre scarpe e tre strapunti…
E la mamma veglia e fila
sospirando e singhiozzando,
e rimira a quando a quando
oh! quei tre zoccoli in fila…
Veglia e piange, piange e fila.
La Befana vede e sente;
fugge al monte, ch’è l’aurora.
Quella mamma piange ancora
su quei bimbi senza niente.
La Befana vede e sente.
La Befana sta sul monte.
Ciò che vede è ciò che vide:
c’è chi piange e c’è chi ride;
essa ha nuvoli alla fronte,
mentre sta sull’aspro monte.
……………………………………….
Lettera a Gesù
M. Lodi
Caro Gesù,
dà la salute a Mamma e Papà
un pò di soldi ai poverelli,
porta la pace
a tutta la terra,
una casetta a chi non ce l’ha
e ai cattivi un pò di bontà.
E se per me niente
ci resta sarà
lo stesso una bella festa.
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E’ Natale !
E’ Natale ogni volta
che sorridi a un fratello
e gli tendi la mano.
E’ Natale ogni volta
che rimani in silenzio
per ascoltare l’altro.
E’ Natale ogni volta
che non accetti quei principi
che relegano gli oppressi
ai margini della società.
E’ Natale ogni volta
che speri con quelli che disperano
nella povertà fisica e spirituale.
E’ Natale ogni volta
che riconosci con umiltà
i tuoi limiti e la tua debolezza.
E’ Natale ogni volta
che permetti al Signore
di rinascere per donarlo agli altri.
di Madre Teresa di Calcutta
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Lo zampognaro
Se comandasse lo zampognaro
Che scende per il viale,
sai che cosa direbbe
il giorno di Natale?”Voglio che in ogni casa
spunti dal pavimento
un albero fiorito
di stelle d’oro e d’argento”.Se comandasse il passero
Che sulla neve zampetta,
sai che cosa direbbe
con la voce che cinguetta?
“Voglio che i bimbi trovino,
quando il lume sarà acceso
tutti i doni sognati
più uno, per buon peso”.Se comandasse il pastore
Del presepe di cartone
Sai che legge farebbe
Firmandola col lungo bastone?” Voglio che oggi non pianga
nel mondo un solo bambino,
che abbiano lo stesso sorriso
il bianco, il moro, il giallino”.Sapete che cosa vi dico
Io che non comando niente?
Tutte queste belle cose
Accadranno facilmente;se ci diamo la mano
i miracoli si faranno
e il giorno di Natale
durerà tutto l’anno.
di Gianni Rodari
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Il pellerossa nel presepe
Il pellerossa con le piume in testa
e con l’ascia di guerra in pugno stretta,
come è finito tra le statuine
del presepe, pastori e pecorine,
e l’asinello, e i Magi sul cammello,
e le stelle ben disposte,
e la vecchina delle caldarroste?
Non è il tuo posto, via, Toro Seduto:
torna presto da dove sei venuto.
Ma l’indiano non sente.
O fa l’indiano.
Ce lo lasciamo, dite, fa lo stesso?
O darà noia agli angeli di gesso?
Forse è venuto fin qua
ha fatto tanto viaggio,
perché ha sentito il messaggio:
pace agli uomini di buona volontà
di Gianni Rodari
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Filastrocca di Capodanno
Filastrocca di Capodanno
fammi gli auguri per tutto l’anno:
voglio un gennaio col sole d’aprile,
un luglio fresco, un marzo gentile,
voglio un pane sempre fresco,
sul cipresso il fiore del pesco,
che siano amici il gatto e il cane,
che diano latte le fontane.
Se voglio troppo non darmi niente,
dammi una faccia allegra solamente.
di Gianni Rodari
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L’Abete di Natale
di Gianni Rodari
Chi abita sull’abete
tra i doni e le comete?
C’ è un Babbo Natale
alto quanto un ditale.
Ci sono i sette nani,g
li indiani, i marziani.
Ci ha fatto il suo nido
perfino Mignolino.
C’è posto per tutti,
per tutti c’è un lumino
e tanta pace
per chi la vuole
per chi sa
che la pace
scalda anche più del sole
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Luce, Pace, Amore
La pace guardò in basso
e vide la guerra,
“Là voglio andare” disse la pace.
L’amore guardò in basso
e vide l’odio,
“Là voglio andare” disse l’amore.
La luce guardò in basso
e vide il buio,
“Là voglio andare” disse la luce.
Così apparve la luce
e risplendette.
Così apparve la pace
e offrì riposo.
Così apparve l’amore
e portò vita.
di L. Housman
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Natale, un giorno
Perché
dappertutto ci sono cosi tanti recinti?
In fondo tutto il mondo e un grande recinto.Perché
la gente parla lingue diverse?
In fondo tutti diciamo le stesse cose.Perché
il colore della pelle non e indifferente?
In fondo siamo tutti diversi. Perché
gli adulti fanno la guerra?
Dio certamente non lo vuole.Perché
avvelenano la terra?
Abbiamo solo quella.
A Natale – un giorno –
gli uomini andranno d’accordo in tutto il mondo.
Allora ci sarà un enorme albero di Natale
con milioni di candele.
Ognuno ne terrà una in mano,
e nessuno riuscirà a vedere l
’enorme albero fino alla punta.
Allora tutti si diranno “Buon Natale!”
a Natale, un giorno.
di Hirokazu Ogura
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A NATALE PUOI
A Natale…
Puoi portare un sorriso tra la gente
a chi non dorme dentro
a un letto e vive senza il tetto
a chi la pace fa sperare
tra le bombe da evitare
a chi non ha più denti da mostrare
e nessuno a cui parlare
a chi non mangia mai abbastanza
e ha perso la fiducia e la speranza
a chi restano poche ore
e agonizza all’ospedale
a chi è solo senza i figlia
chi cerca il suo papà e una mamma non ce l’ha
a chi non sogna più
a Natale un bel dono puoi portare
dal negozio del tuo cuore
che regala tanto amore.
Pabela http://www.raccontioltre.it/1739/a-natale-puoi/
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Cos’ è il Natale
Cos’ è il natale senza:
un albero da guardare,
le luci da ammirare,
gli addobbi da osservare?
Cos ’ è il natale senza:
un dolce da spiluccare,
un torroncino da scartare,
un cenone da gustare?
Cos’ è il natale senza:
un canto da intonare,
le campane da ascoltare,
un augurio da scambiare?
Cos’è il natale senza:
il profumo delle pizze,
l’ odor de baccalà
e il cenone da preparare?
Cos’è il natale senza:
una guancia da accarezzare,
un dono da scartare
una stretta di mano
per augurare BUON NATALE?
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NATALE DI BONTA’
In questo giorno speciale
voglio spiegare
cosa vuol dire Natale.
Natale significa donare:
donare ai poverelli
e a chi non ha niente !
Natale significa amare:
amare tutte le genti,
poveri, ricchi e potenti
Natale significa ringraziare:
ringraziare Gesù
per l’ amor che ci ha donato!
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.Lettera a Gesù Bambino
Ho chiesto a Gesù Bambino
di farmi un regalino,
un dono piccolino ,
da dare a tutti i bambini
con dentro pace, bontà e allegria,
per fare una magia
“Un girotondo di pace intorno al mondo”
………………………………………………………………….
E’ nato Gesù
Il gregge stanco ansando riposava
sotto le stelle nella notte fonda.
Dormivano i pastori. Il tempo andava.
Qund’ecco una gran luce il cielo inonda.
E’ mezzanotte. Ed ecco un dolce canto
suona per l’aria, in armonia gioconda.
Si destano i pastori, al gregge accanto,
e ascoltano: “Sia gloria a Dio nei cieli
e pace in terra all’uomo!”. O dolce incanto!
E’ nato un bimbo tutto luce e amore.
In una stalla, avvolto in pochi veli,
povero è nato e pure é il Re dei cieli.
E dice a tutti: “State cuore a cuore,
come fratelli! Non odiate mai!
L’anima che perdona è come un fiore.
Chi crede in me non perirà mai”
Ettore Bogno
……………………………………………………………..
Al Bambin Gesù
Senti, Gesù Bambini,
ascolta un momentino:
davanti alla capanna
prego per Babbo e mamma.
Lo sai che son piccino
e sono un buon Bambino,
ma un pò disubbidiente
( i capricci fo per niente!).
Vorrei non farlo più
( T.Macrecelli, Guida Didattica per la Scuola Materna,Sei)
……………….
Natale
E l’angelo volò sotto le stelle
vide un castello con tre grandi porte
e sulle porte nove sentinelle.
L’angelo del Signore gridò forte: “E’ nato!”
E l’angelo volò sotto le stelle
e vide tre pastori in una corte
presso un fuoco, ravvolti in una pelle.
L’angelo del Signore gridò forte: “E’ nato!”
I pastori si misero in cammino
coi montoni, le pecore, gli agnelli,
e per la prima volta Gesù bambino apparve
a tre pastori poverelli.
(S. Plona)
………………………………….
La buona novella
Ascoltate la novella
che portiamo a tutto il mondo:
è di tutte la più bella,
è fiorita dal profondo.
Nella stalla, ecco, ora è nato
un dolcissimo bambino.
La Madonna l’ha posato
sulla paglia: poverino!
Ma dal misero giaciglio
già la luce si diffonde,
già sorride il divin Figlio
ed il cielo gli risponde.
Quel sorriso benedetto
porti gioia ad ogni tetto!
(Giuseppe Fanciulli)
…………………….
Il mio Natale
Cari, sereni,semplici Natali
della mia felice infanzia,
quando lo scoppiettìo del ciocco,
la vigilia, la famiglia riuniva,
ognuno con i suoi sogni e speranze,
che le faville rapivano,
su su per il camino,
mentre la mamma preparava
perla Madonna e Gesù Bambino:
sulla tovaglia di bucato
il cibo da noi lasciato
e pel il bambino, così piccolino,
oltre a fasce e camicino,
ma che fosse ben stirato,
per cambiare il Neonato,
biscotti ,latte e un uovo
con spillo sul portauovo.
E….via: presto a letto, buoni buoni,
perchè Gesù portasse tanti doni.
(Valeria Pistelli)
……………………………………………
Nasce Gesù
Campana piccina
che attendi lassù
intona il tuo canto
che nasce Gesù.O stella, stellina
che brilli lassù,
ravviva il tuo lume
che passa Gesù.O cuore piccino
che attendi quaggiù
prepara i tuoi doni
che nasce Gesù.
(Luisa Nason)
…………………………………………..
Voglio farti gli auguri a colori
perché sia Natale sia dentro che fuori:
sia bella la casa, la strada, la festa,
sia buona la cena e quello che resta.
E siano buoni biglietti e pensieri,
parole di oggi e quelle di ieri.
E allora eccoti auguri arancione
che sanno di zucca, arancia e melone,
che portino aria di grande allegria
in ogni casa, compresa la mia.
Un monte di auguri di un verde frizzante,
che diano gioia in cambio di niente,
che mandino odore di boschi e racconti,
di foglie, di muschio e di rossi tramonti.
Un mare di auguri dipinto di blu,
che portino gioia a chi vuoi tu
e faccian tornare la fantasia
a chi l’aveva perduta per via.
Auguri gialli, pieni di sole,
per riscaldare tante parole
e per guardare con simpatia
chi ti sta intorno, chiunque sia.
E ancora auguri di un rosso lucente
che parlino al cuore di tutta la gente,
per stare insieme vicino al fuoco
a raccontarsi o a fare un gioco.
Infine auguri arcobaleno
perché il Natale sia sereno
e riporti dentro a ogni cuore
pace,speranza,gioia,amore
Fonte
E’ Natale
E’ Natale, è Natale,
chi sta bene e chi sta male:
c’è chi mangia il panettone,
lo spumante ed il torrone:
ed invece in qualche terra
i bambini fan la guerra.
Caro mio bel Bambinello
fa’ che il mondo sia più bello
e con gli uomini in letizia
tutti in pace ed amicizia.
Ad ognuno fai trovare
ogni giorno da mangiare.
Della neve ogni fiocco
tu trasformalo in balocco
che poi cada lì vicino
ad ogni piccolo bambino.
Manda a tutti il proprio dono
e fammi essere più buono.
dal web
Letterina di Natale
Letterina di Natale,
sotto il piatto del papà
sta tranquilla, zitta e buona
finché lui ti troverà.
Quando poi, finito il pranzo,
saran letti i miei auguri,
saran lette le promesse
per il tempo che verrà,
letterina te ne prego
tu per me non arrossire:
per quest’anno le promesse
io ti posso garantire,
perché quel che ho scritto dentro
sarà proprio tutto fatto.
Letterina di Natale
sta tranquilla sotto il piatto.
Fonte
AUGURI A COLORI
Voglio farti gli auguri a colori
perché sia Natale sia dentro che fuori:
sia bella la casa, la strada, la festa,
sia buona la cena e quello che resta.
E siano buoni biglietti e pensieri,
parole di oggi e quelle di ieri.
E allora eccoti auguri arancione
che sanno di zucca, arancia e melone,
che portino aria di grande allegria
in ogni casa, compresa la mia.
Un monte di auguri di un verde frizzante,
che diano gioia in cambio di niente,
che mandino odore di boschi e racconti,
di foglie, di muschio e di rossi tramonti.
Un mare di auguri dipinto di blu,
che portino gioia a chi vuoi tu
e faccian tornare la fantasia
a chi l’aveva perduta per via.
Auguri gialli, pieni di sole,
per riscaldare tante parole
e per guardare con simpatia
chi ti sta intorno, chiunque sia.
E ancora auguri di un rosso lucente
che parlino al cuore di tutta la gente,
per stare insieme vicino al fuoco
a raccontarsi o a fare un gioco.
Infine auguri arcobaleno
perché il Natale sia sereno
e riporti dentro a ogni cuore
pace, speranza, gioia, amore.
Campana piccina
che attendi lassù
intona il tuo canto
ché nasce Gesù.
O stella, stellina
che brilli lassù,
ravviva il tuo lume
ché passa Gesù
O cuore piccino
che attendi quaggiù
prepara i tuoi doni
che nasce Gesù.
————————–
Babbo Natale viene di notte
Babbo Natale viene di notte
viene in silenzio a mezzanotte
dormono tutti i bimbi buoni
e nei lettini sognano i doni
Babbo Natale vien fra la neve
porta i suoi doni la dove deve
non sbaglia certo conosce i nomi
di tutti quanti i bimbi buoni. http://www.Babbonatale.biz
—————————————————
Babbo Natale non sbaglia mai
Babbo Natale sale in soffitta
spolvera e spolvera la vecchia slitta.
Parte dal Polo a gran velocità
vola sui paesi su tutte le città.
Scende in silenzio piano pianino,
senza rumore dal tuo camino.
Porta mille regali e tu lo sai,
ma stai sicuro non sbaglierà mai!
Vola nel cielo tra la neve in fermento
lascia una scia tutta d’argento. http://www.fantasiaweb
—————————————–
L’albero di Natale
Si accendono e brillano
gli alberi di Natale.
Si accendono e radunano
grandi e bambini intorno.
I rami si trasformano
con bacche rosse e fili d’or.
Si accendono e brillano
gli alberi di Natale!
Fra i cantici degli angeli
intorno al Bambinello
riposa nella culla
lo scalda l’asinello.
I rami verdi toccano
la capannuccia di carton
e l’albero illumina
la culla del Signor.
da “Percorsi” ed.Raffaello editrice.
—————————————
L’alberello
In ogni casa decorato e bello
trova il posto un alberello.
Sotto i rami tanti regali:
dentro che ci sarà?
Sono regali di valore:
amicizia,
affetto,
amore.
da “Guida Fabbri”, Fabbri Editori.
————————————-
UN OMONE GRANDE E GROSSO
È un omone grande e grosso
che si sforza a più non posso,
di dar un po’ di felicità
in ogni casa dove lui va!
Viene da un luogo molto lontano
dove si lavora a tutto spiano,
per preparare giochi e trastulli
da portare a tutti i fanciulli!
Per far alla svelta ed esser puntuale
si serve di una slitta fenomenale,
trainata da renne che procedon sicure,
volando nel cielo senza dubbi o paure!
Nel buio della notte deve trovare
ogni casa dove si deve recare,
si ferma sul tetto e prende il suo sacco
che contiene dei bimbi ogni pacco!
Ma lui preferisce non entrar dalla porta
ne ha un’altra pronta di scorta,
scende deciso giù dal camino
mentre dorme nel letto ogni bambino!
Poi consulta la lettera in mano
che ha ricevuto nel suo paese lontano,
depone con cura il dono richiesto
e riparte subito per far al più presto!
Avrai già capito chi è il personaggio
che con la sua slitta è di passaggio,
e nella notte che precede il Natale
porta ad ogni bimbo il suo dono speciale!
Di Gritta Maria Grazia( Fantasiaweb)
————————————————-
“L’ANGIOLETTO DEL PRESEPIO”
L’angioletto del presepio
Fa un lavoro faticoso:
è attaccato alla capanna
senza ferie né riposo.
Con le ali sempre aperte
Lui non teme il raffreddore,
con la scritta “Gloria in cielo”
fa la guardia al redentore.
Forse a lui piacerebbe
Di volare un po’ più su,
ma da sempre l’angioletto
resta accanto al suo Gesù.
Uno è il bambino
bello e ricciolino.
Due l’asinello
col bue suo fratello.
Tre re sapienti
i Magi coi turbanti.
Quattro i pastori
che vanno da Gesù.
Cinque le donne
coi manti e con le gonne.
Sei pescatori
che a sera stanno fuori.
Sette caprette
che il latte servirà.
Otto angioletti
e il coro si farà.
Nove bambini
che vanno per la via.
Dieci stelline
nel cielo e così sia.
Angioletti fate piano
ad entrar nella capanna
c’è Gesù che fa la nanna
se vedessi com’è bello
piccolino bianco e rosa
sulla paglia si riposa.
Dalle stelle egli è disceso
dalle stelle tutte d’argento,
angiolini che portento.
da “Raccogli idee” ed.Tresei scuola.
——————————————
La notte di Natale
Nella notte fredda e bianca
la Madonna è tanto stanca.
Gli angioletti più piccini
son venuti a lei vicini.
Uno spolvera le stelle
ed accende le più belle,
manda in cielo la cometa
con un lungo fil di seta.
Uno va sul campanile,
uno corre nell’ovile,
per suonar le campanelle,
per destar le pecorelle.
Ora in groppa all’agnellino
trotta trotta il più piccino,
chiama il bue e l’asinello
per scaldar il Bambinello.
Uno dice al pastorello:
– Presto, accendi il focherello!
Troppo freddo, troppo gelo,
per Gesù che vien dal cielo.
Con le piume delle ali,
uno ha fatto due guanciali
e li pone nella culla
per Gesù che non ha nulla.
Per Gesù che è poverino,
per Gesù che è piccolino;
ma che porta tanto amore
tanta pace nel suo cuore.
Chi è che bussa sul mio tronco?
chiede il castagno e vede un ragno.
Sono io, lo scoiattolino,
con la farfalla gioco a nascondino!
Sono io, lo scoiattolino,
ti ringrazio e faccio un bell’inchino!
Chi è che bussa sul mio tronco?
chiede il pino e vede un uccellino.
Sono il picchio che picchia forte
con un vermetto dalle zampe corte.
Sono il picchio che picchia forte
ma non butto giù le porte!
Chi è che bussa sul mio tronco?
l’abete chiede e una talpa vede.
Sono io con il castoro
alla ricerca di ristoro.
Sono io con il castoro,
tu per noi sei un tesoro!
Alberi verdi, rossi e gialli
coprite il cielo come mantelli.
Vi veste la primavera
di mille colori
e l’aria profumate
con i vostri fiori.
In autunno
perdete le foglie
vi preparate a dormire
perché l’inverno sta per venire.
Arriva di nuovo
la bella stagione
il tempo migliora,
il cielo si colora,
e voi alberi spogli
tornate a vivere
con nuovi germogli.
Classe 2^B, Ozieri”S.Gavino”
Fonte
Festa a scuola
Mamma, lo sai che abbiamo fatto festa
a scuola, stamattina? Allineati
dapprima; e poi, con il maestro, in testa
a piantar gli alberelli siamo andati.
E ne abbiamo piantati un per ciascuno,
ma bello come il mio non è nessuno:
svelto, diritto, a cuspide perfetta,
verde cupo nel folto e chiaro in vetta.
Un per ciascuno, eravamo in cento:
Ora cento alberelli al sole, al vento,
come fiere sentinelle se ne stanno…
e pensa che bel bosco diverranno!
(L. Salvatore)
Il pioppo
Il pioppo nell’azzurro
è un vivo tremolio di grigio e argento;
fa in mezzo ai rami il vento
lento sussurro.
G. Camerano
Alberi
Alberi!
Frecce voi siete
dall’azzurro cadute?
Quali tremendi guerrieri
vi scagliarono?
Sono state le stelle?
Vengon le vostre musiche
dall’anima degli uccelli,
dagli occhi di dio.
F. Garcia Lorca
Pini in cortile
Crescono i pini
di fronte alla scala.
Toccano coi rami il muro
della casa dai tegoli bruni;
e di mattina e di sera
li visita il vento e la luna.
Nelle tempeste d’autunno
sussurrano un verso vago;
contro il sole d’estate
ci prestano un’ombra fresca.
Nel colmo della primavera
una pioggia sottile, a sera,
riempie le loro foglie
d’un carico di perle pendule;
e alla fine dell’anno,
il tempo della gran neve
stampa sui loro rami
una trina lucente.
Fonte
Pioppi al tramonto
lo so chi colora
di rosso, nell’ora
già prossima a sera,
il cielo, soffuso d’un pallido blu:
i giovani pioppi
a specchio nell’acqua laggiù.
Li ho visti piegare il pennello
dell’agile chioma
e intingerlo dentro il ruscello
di liquida porpora, sempre a quell’ora.
Poi, subito ritti, con zelo
svettando, striare di rosso
la pagina chiara del cielo.
So’ ancora
che l’ultimo pioppo del fosso,
nel suo folleggiare monello,
si lascia sfuggire talora
qua e là qualche macchia vermiglia
che a nube sospesa somiglia.
E allora i fratelli
gli fanno a rimprQvero un vivo brusio…
che poi lentamente si smorza
nel sonno che avvolge
le cose
Poesia di Gina Vaj Pedotti
————————-
Albero secco
Un albero secco
fuori dalla mia finestra
solitario
leva nel cielo freddo
i suoi rami bruni:
Il vento sabbioso la neve e il gelo
non possono ferirlo.
Ogni giorno quell’albero
mi dà pensieri di gioia,
da quei rami secchi
indovino il verde a venire
Wang Ya-Ping
————————–
L’ albero primaverile
Sempre fermi,
sempre ritti
sempre zitti,
come impavidi soldati,
stanno i buoni alberi,
armati sol di foglie e fiori e frutti,
di cui fanno doni a tutti.
Tutti danno quel che hanno
e per sè tengono solo
un gorgheggio d’ usignolo
un fischiettio di fringuello
un sussurro di ruscello
D. Valeri
——————————————-
L’albero
C’è un grande albero spoglio
in mezzo all’orto: pare
che soffra e non si possa
coprire e riscaldare.
Vola sui nudi rami
un passero sperduto,
e cinguetta più forte
in segno di saluto.
Geme l’albero: Un tempo
fui giovane e fui bello:
candidi fiorellini
erano il mio mantello.
Il passero cinguetta:
Oh vecchio albero, spera!
Si scioglieran le nevi:
verrà la primavera.
di Milly Dandolo
——————————————-
Come un albero
Vorrei essere una fronda
di magnolia
che sfiorisce nel sole.
Non betulla che spoglia
si consegna
alle nebbie d’autunno.
Non abete, che uguale
nel suo verde
non conosce il mutar
della stagione.
Emma Bernacchi
————————————–
Poesia di F. Davini –
Nel mio cortile –
Nel mezzo del mio cortile
c’è un grazioso alberello.
E’ fiorito in aprile;
ma d’inverno, che stecco
sulla neve nero e secco!
Gli sorrisi e dissi: tu,
quel meschino alberello
che di neve aveva il mantello?
Non ti riconosco più!
Ma ecco, a un po’ di vento,
i petali, in un momento,
tutti giù.
Oh! Dura poco il fiore;
ma il frutto viene poi.
Così è pure di noi.
——————————————-
Nella foresta
Nella foresta, in mezzo alla radura,
nocchieruta, ruvida, frondosa,
invecchiava placida una quercia,
considerata un gigante.
E nascondeva il cielo con le foglie
ad una giovane betulla, C’era
umido, come dentro a una prigione,
sotto la sua rigida corona.
In un’afosa notte di tempesta
piombò sulla foresta ammutolita,
come una scure di tagliente acciaio,
il luccichio azzurrognolo d’un fulmine.
Breve, secco, imbroccato,
fu come un tiro preciso.
E si anneriscono i rami,
presero il volo le foglie.
Trasali la quercia. Troppo tardi.
Mandò un gemito e cadde tramortita.
I pini al mattino la piansero,
con lacrime Piene di sole.
Ma la sottile giovane betulla
si spolverò dai rami la rugiada
e, rompendo in un riso squillante,
si tese verso la luce.
V. Solouchin
————————————————————-
Gli alberi
Dove sono gli alberi qui la vita trova
cento beatitudini: fiori, frutti, ombre,
profumi, canti, colori, ricchezze, salute…
Sui pendii montani ove si torce, battuto
dai venti e ferito dalle folgori, l’albero
ghermisce con le radici la terra e l’aiuta
dalle frane; rompe col tronco tenace il peso
sdrucciolevole delle nevi ed evita le valanghe;
contende le prode al ruinoso torrente; fiacca
i venti, protegge dalle piogge improvvise e
dal sole meridiano i pastori e i greggi.
A valle, vive sui margini dei poderi e delle
colture. Segue le strade; si sporge dal muro
degli orti; stormisce lungo argini e canali; si
lascia abbattere, spartire in ceppi e fascine,
in tavole bianche che il falegname sega,
incide, inchioda per la vita e per la morte.
(Di Renzo Pezzani)
————————————————
Nel bosco
Nel bosco ogni vecchio gigante
sia abete, sia quercia, sia pino,
ha intorno, ai suoi piedi, un giardino
di piccole piante.
Son muschi, son felci, son fiori,
e fragole rosse e lichene
cui l’albero antico vuol bene
suoi teneri amori.
E mentre le fronde superbe
protende più su verso i cieli
ai pensa a quegli umili steli
nell’ombra, fra l’erbe.
(L. Schwarz)
———————————————
Gli alberi
Non hanno voce, ma li senti a volte
cantare: son gli uccelli che hanno il nido
fra ramo e ramo, in un angolo fido
ove è dolce sostare. Nella folta
chioma s’impiglia il vento e anch’esso suona
a lungo e geme e ride e narra fole
meravigliose. Se li indora il sole
gli alberi sono una presenza buona.
A notte offrono asilo agli sperduti
abitanti del bosco, hanno le braccia
aperte a tutti. Un giorno, se a Dio piaccia,
saranno legna e fuoco: i benvenuti.
(Di Massimo Grillandi )
—————————————————-
L’albero
Se non ricordi, io ti dono
la fresca ombra d’estate,
chiamo le dolci piogge
sulle sementi che han sete,
ti porgo resine e balsami
per ritemprarti in salute.
E quando il vento d’autunno
senza pietà mi dispoglia,
giungendo foglia su foglia
preparo il letto agli armenti
che ti dan cibo e vestito;
e quando il gelido inverno
col tramontano è alle porte,
mi struggo senza un lamento,
in fiamma per darti calore.
E a prrmavera, coi nidi
risorgo, e porgo alla terra
profumi e canti …
Vincenzo Bosari
—————————————————-
.
Il Pioppo
Sotto la brina il pioppo è di cristallo:
se lo tocchi l’infrangi; e piomba al suolo
con tintinnio di frantumate lastre.
Lo diresti un altissimo zampillo
che un incanto invetrò; ma dentro è vivo,
e lo strazia desìo di primavera.
« Oh, mai più tornerà la primavera,
pensa. – Mai più. Son vecchio.
Non mi resta foglia sui rami,
uccello che mi canti
in vetta, linfa nelle vene, strido
di cicala sul tronco. E ciascun giorno
che passa, accresce il gelo; e già mi sento
vicino a morte ».
Ma un mattino, il sole
rompe l’algore: scioglie in molle pianto
sugli stecchiti rami il vel di ghiaccio:
torna la linfa e il verde: giovinezza
ritorna, e n’ha sì gran sorpresa il pioppo
ch’ogni sua foglia, anche se tace il vento,
trema di gioia: anche la notte, in sogno,
trema di gioia in ogni foglia il pioppo.
Ada Negri
————————————————–
L’ albero nel cortile
Un albero era nato, non si sa come,
in un angusto cortile presso una brutta
via affollata di vecchie case.
Quel povero albero s’era levato dritto dritto
sul magro stelo cinereo, con evidente sforzo,
con evidente pena, quasi angosciato nel
desiderio di vedere il sole e l’aria libera, dalla
paura di non avere in sé tanto rigoglio e
arrivare oltre i tetti delle case che lo
circondavano. E c’era arrivato!
Luigi Pirandello
—————————————————–
Festa degli alberi
Mamma, ho pensato a te mentre piantavo
l’alberello pel bosco che verrà.
Ti piace l’ombra sull’erbetta morbida?
Quell’alberello, mamma, crescerà. …
Crescerà come cresce il tuo bambino:
avrà forza, salute, gioventù.
E noi passeggeremo sotto gli alberi
che abbiamo visto, piccoli, laggiù.
M’hanno detto che gli alberi ed i boschi
sono un tesoro della patria mia.
E’ vero, mamma? – E’ vero, sì mio piccolo:
ma sono anche bellezza e poesia.
Milly Dandolo
————————————
Piantiamo l’albero nuovo
Passa novembre; guarda: nell’aria
l’ultima foglia va solitaria,
come se il giallo corpo non voglia
dare alla terra, povera foglia!
Sui rami, tesi come in preghiera,
va una speranza di primavera.
Piantiamo (è tempo!) l’albero nuovo
lungo le frane, sopra ogni rovo;
per tutto, dove manca l’incanto
del verde, cresca l’albero santo.
Di boschi forti più lieta sia,
più ricca e bella l’Italia mia.
A. Simoni
——————————-
Filastrocca dell’albero
Albero abbraccio e respiro del mondo
Strade radici che arrivano in fondo
Chissà da dove arriva il tuo suono
Suono che parla di un cuore buono
Chissà da dove arriva il tuo canto
Canto di foglie, che vibra d’incanto
Mentre ti ascolto, ti parlo e ti penso
E il mio discorso diventa denso:
Tieniti stretto a questa terra
Cresci più libero che in una serra
Afferra il cielo, portalo a noi
Tendi i tuoi sogni più in alto che puoi
E se qualcuno ti vuole strappare
Tu vienimi a chiamare.
E’ ormai consuetudine salutare l’anno scolastico con una piccola recitina.
La manifestazione ha trattato temi inerenti il progetto“IO SONO COSI'”che ha coinvolto i bambini durante tutto l’anno scolastico.
Con il progetto si è cercato di adempiere ad uno dei compiti previsti dalla scuola dell’infanzia, ossia:
Accrescere l’autostima
Sviluppare il senso d’identità personale
“Sviluppare la identità vuol dire vivere serenamente tutte le dimensioni del proprio io, stare bene…,imparare a conoscersi e a sentirsi riconosciuti come persona unica e irripetibile…, e sicuri nell’affrontare nuove esperienze in contesti diversi.”
Le finalità hanno riguardato tutti i campi di esperienza in particolare:
Il corpo in movimento
Il sé e l’altro
Dal progetto “IO SONO COSI’” e dalle risorse utilizzate (canti,poesie,ballo) è nato un piccolo copioneche i bambini hanno dedicato a tutti i presenti.
Tutti i piccoli sono stati coinvolti, tutti hanno affrontato la paura del microfono, tutti hanno avuto fiducia in se stessi e nelle proprie capacità , tutti hanno partecipato con interesse e tutti ,compreso i presenti ,si sono diverteti molto.
Sono stati bravi, hanno fatto emozionare noi e i genitori !
Qualche lacrimuccia è scappata!
Tra applausi, saluti e ringraziamenti i bambini hanno ricevuto una piccola dedica da noi insegnanti, con la promessa di essere sempre presenti nei nostri cuori!
Se io fossi, mamma, un uccellino che vola nel cielo profondo vorrei offrirti il mio canto più dolce, soave, giocondo. Se io fossi, mamma, una stella che brilla nel bruno firmamento donerei a te la luce più bella con amore e baci a cento a cento. Ma essendo solo un bambino e non avendo che il cuore, ti voglio stare vicino per dirti tutto il mio amore. E.Ottaviani
Voglio le rose
Voglio le rose sbocciate in tutti i giardini del mondo, io voglio le rose di un tenero giallo e quelle di un rosso profondo; e voglio le rose che vincon con loro candore la neve dei monti. Le voglio sfogliare davanti ai tuoi passi; mammina, perchè con un ritmo di danza tu possa avanzare, e possa sognare, sul soffice vario tappeto, di avere una bimba così tenera e buona che mai ti darà anche solo una spina.
Mio padre che mi spinge a mangiare
e guai se non finisco
mio padre che vuol farmi guidare
mi frena con il fischio
il bambino più grande mi mena
davanti a tutti gli altri
lui che passa per caso mi salva
e mi condanna per sempre
mio padre di spalle sul piatto
si mangia la vita
e poi sulla pista da ballo
fa un valzer dentro il suo nuovo vestito
Per sempre
solo per sempre
cosa sarà mai portarvi dentro solo tutto il tempo
per sempre
solo per sempre
c’è un istante che rimane lì piantato eternamente
E lei che non si lascia afferrare
si piega indietro e ride
e lei che dice quanto mi ama
e io che mi fido
e lei che mi toccava per prima
la sua mano bambina
vuole che le giuri qualcosa
le si gonfia una vena
e lei che era troppo più forte
sicura di tutto
e prima di andarsene mi dà il profilo
con un movimento perfetto
Per sempre
solo per sempre
cosa sarà mai portarvi dentro solo tutto il tempo
per sempre
solo per sempre
c’è un istante che rimane lì piantato eternamente
per sempre
solo per sempre
Mia madre che prepara la cena
cantando sanremo
carezza la testa a mio padre
gli dice vedrai che ce la faremo
Per sempre
solo per sempre
cosa sarà mai portarvi dentro solo tutto il tempo
per sempre
solo per sempre
c’è un istante che rimane lì piantato eternamente
per sempre
solo per sempre
LIGABUE L. Fonte Ascolta
Filastrocca illustrata e da colorare per regalare al papà un delizioso libretto per la sua festa.
Filastrocca per il papà
Per la festa del Papà ho pensato là per là come fare un grande dono al mio babbo tanto buono. Ho pensato ad una torta tonda o quadrata, poco importa! Poi ad un cane o ad un castello grande, grosso, molto bello… Poi a un viaggio favoloso, straordinario e avventuroso… Ma son piccolo e perciò tanti soldi non ne ho! Bhe’, pazienza, sai che faccio? Gli do solo un grande abbraccio!
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