La castagna

 
 
La castagna

La castagna rotondetta
nella teglia buchettata
danza, salta, piroetta,
con la bocca spalancata.
Fa versacci a più non posso
perché il fuoco ch’è vicino,
che le arriva quasi addosso,
la solletica un pochino.
Le s’inchina la testina,
ed il cuore le si dora
come un cuor di pratolina.
L’aria, intorno, odora, odora. 

 E. Gerin

La castagna
C’è un frutto rotondetto
di farina ne ha un sacchetto,
se la mangi non si lagna
questo frutto è la castagna.
La castagna in acqua cotta,
prende il nome di ballotta.
Arrostita e profumata,
prende il nome di bruciata.
Se la macino è farina:
dolce,fine,leggerina;
se la impasto che ne faccio?
un fragante castegnaccio
(Anonimo)
LA CASTAGNA
 
E’ bella la castagna;
è liscia e ben vestita;
è un frutto di montagna,
è dolce e saporita
Se vien dalla pignatta
col nome di ballotta,
se vien dal paiolo
col nome di mondina,
se vien dalla padella col nome di bruciata,
la castagna bella
è subito mangiata
(Renato Colleri)

La castagna
di Rosalia Calleri

È bella lo castagna,
è liscia e ben vestita,.
è un frutto di montagna,
è dolce e saporita.
Se vien dalla padella
col nome di bruciata,
lo castagnetta bella
è subito sbucciata.
Se vien dalla pignatta
col nome di ballotta,
per tutti i denti è fatta,
perché nell’acqua è cotta.
Se vien dal paiolo
col nome di mondina,
va giù come di volo,
ché tutta si sfarina.
Se vien dal seccatoio,
si serba per l’annata:
e con piacer l’ingoio
che sembra zuccherata.
Insomma in cento modi
si mangia lo castagna,
cantiamo pur le lodi
del frutto di montagna.

  
 
LE FOGLIE
ma dove andate,
povere foglie gialle,
come tante farfalle spensierate?
Venite da lontano o da vicino?
da un bosco o daun giardino?
E non sentite la malinconia
del vento stesso che vi porta via?
(Trilussa)

Albero autunnale

 

Già matura

la foglia pel sereno suo distacco

discende

nel cielo sempre verde dello stagno.

Nel calmo

languore della fine, l’autunno s’immedesima.

Dolcissima

la foglia s’abbandona al puro gelo.

Sott’acqua

con incessanti foglie va l’albero al suo dio.

(J. Guillen Orfeo)

 IL fungo

 Il cielo ride un suo riso turchino,
benchè senta l’inverno ormai vicino;
il bosco scherza con le foglie gialle,
benchè l’inverno senta già alle spalle;
ciancia il ruscel col rispecchiato cielo
benchè senta nell’onda il primo gelo
e sorto è appiè d’un pioppo ossuto e lungo
un fiore strano, un fiore a ombrello: un fungo

Marino Moretti